mercoledì 30 dicembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (74)


Due foto di Budda Amitaba


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (38)

Umezu Chubee (2)

Chubee, a questo momento, ha osservato a lungo il bambino per primo. Lui era il bambino veramente bello, appena nato, e stava zitto in braccia di Chubee senza nessuna voce gemente.

Tuttavia, dopo alcuni istanti, a Chubee sembrava che il bambino fosse ingrandito improvvisamente. Chubee, sorpreso molto, l’ha guardato bene di nuovo. Lui pero, era un bambino piccolo come prima e stava sempre zitto.

“È strano! Perché mi pareva che fosse ingrandito?”

Appena pensato cosi, lui ne ha capito la ragione e sentiva un brivido alla schiena.

Il bambino non era ingrandito ma gli pesava di più. Gli sembrava che il bambino pesava circa 2600 o 3000g all’inizio, ma ora, il suo peso stava aumentando tre o quattro volte di più man mano e arrivato fino a più di 19 kg. Il peso del bambino pero, stava aumentando ancora fino a 40 kg, 60 kg e poi 80 kg……

Chubee, a questo momento, si è accorto per primo di essere ammagliato da qualche fantasma.

“Quella donna che ho parlato poco prima, non era l’essere umano neanche questo bambino. Io pero, ho già promesso di tenerlo con lei. I Samurai, devono mantenere il promesso una volta fatto ed io sono Samurai….”

Pensando cosi, Chubee ha continuato di tenere il bambino in sue braccia.

Lui pesava sempre più, fino a 90 kg, 110 kg, 150 kg…..

Se fosse aumentato il suo peso in questa maniera, come sarebbe stato alla fine? Lo era inimmaginabile per Chubee.

“Accidenti! Comunque io non ho paura di niente. Continuerò di tenere questo bambino finché la mia forza non sopporti.”

Lui ha preso la decisione in tal guisa, ma il peso del bambino stava continuando aumentare, fino a 190 kg, 200 kg, 230 kg….

Alla fine, si tramavano tutti i muscoli del suo corpo per la tensione. Il peso del bambino pero, non faceva che aumentare.

“Namu Amida Butsu! Namu Amida Butsu! Namu Amida Butsu!”


Chubee ha cominciato recitare il nome di Budda Amitaba con la voce come se fosse uscita dal viscere. 

(P.S
Namu deriva da “Namas” in sanscrito che significa ammirare Budda con tutta l’anima e corpo, e Amida Butsu vuol dire Budda Amitaba.)

domenica 27 dicembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (73)


Due foto del castello giapponese


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (37)

Umezu Chubee (1)

Umezu Chubee era un giovane Samurai, molto forte e coraggioso. Lui era il seguace del governatore chiamato Tomura Judayu, della zona Yokote nel paese Dewa (il vecchio nome della presente provincia Yamagata e Akita, ambedue). Il castello del governatore era situato sulla collina in Yokote, a cui piede erano allineate le case dei seguaci, formando una piccola città in totale.

Chubee era uno dei servitori che facevano la guardia notturna alla porta. Loro lavoravano a due turni, cioè un gruppo lavorava dal tramonto alla mezzanotte e l’altro dalla mezzanotte all’alba alternativamente.

Una notte, quando Chubee faceva l’ultimo turno, si è imbattuto in uno avvenimento molto strano.

A mezzanotte, quando lui saliva sulla collina per dare il cambio a chi serviva al primo turno, ha visto una donna al settimo angolo della strada che conduceva al castello. Gli sembrava che lei, un bambino fra le braccia, stesse aspettando qualcuno.

Non era un caso di ordinaria di incontrare una donna nel luogo solitario alla notte cosi inoltrata. Lui, in un attimo, si ricordava una leggenda che lo spirito malvagio, trasformandosi in una donna, stregava o ammazzava la gente. Perciò lui sospettava di lei, se fosse l’essere umano veramente o no.

In questo momento, la donna si è avvicinata a lui in fretta, con l’aspetto che gli voleva parlare qualcosa. Invece Chubee ha deciso di ignorarla, anche se lei rivolgesse la parola a lui.

Tuttavia, la donna ha chiamato il nome di Chubee inaspettatamente e detto con la voce molto tenera:

“Scusatemi Signor Umezu, io sono in grave difficoltà stasera. Veramente non so più che fare. Chiedo scusa, ma vi prego di abbracciare questo bambino per pochi momenti.”

Dicendo cosi, lei stendeva il bambino in braccia a lui. Tuttavia, Chubee non ricordava di aver mai visto quella donna. Lui quindi, ha cominciato a dubitare se lei avesse preparato qualche trappola con quella voce dolce.

Chubee pero, era l’uomo molto gentile sin dalla nascita. Perciò, pensando che non era tanto virile se lui rifiutasse la richiesta sua con la paura per lo spirito malvagio, ha ricevuto il bambino senza dire niente.

“Per favore, lo tenete in braccia finché io non ritorno. Non ci vorrà tanto tempo comunque.” La donna ha detto.

“Ho capito.”


Appena detto cosi Chubee, la donna è andata via a passi felpati, quasi volando. Era talmente veloce e agile che era scomparsa in un momento.

mercoledì 23 dicembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (72)


Due foto della stupa di cinque piani


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (36)

Il diavolo antropofago (4)

Ora, Musou, dopo aver ottenuto l’informazione necessaria per il suo viaggio da quel punto, si è accomiatato dagli abitanti del villaggio. Poi, ha avuto un’ispirazione improvvisa di visitare quel tempio sulla colina. Lui ha voluto verificare se era veramente imbrogliato dal fantasma o no, e ha trovato subito il tempio.

Il padrone vecchio l’ha invitato dentro questa volta.

Quando Musou è entrato nel tempio, il padrone, non si sa perché, inchinandosi rispettosamente, ha gridato ripetutamente:

“Che vergogna! Mi vergogno immensamente! Non so cosa posso fare!”

“Signor monaco, voi mi avete rifiutato ieri sera, ma non è mica necessario di vergognarvene in tale maniera.”  Musou ha detto. “O anzi, per merito di voi che mi ha dato l’informazione di quel villaggio, ho avuto una accoglienza cordiale dagli abitanti. Io vi ringrazio veramente della vostra gentilezza.”

Il padrone ha risposto:

“Io, purtroppo, sono obbligato a non poter offrire l’alloggio a nessuno. Io mi vergogno, pero non perché vi ho rifiutato ieri, ma per il fatto che ho dimostrato la mia vera natura a voi. Sono io che ho divorato il cadavere e le offerte ieri notte avanti a voi. Ormai, non nascondo più niente a voi. Sono proprio il diavolo antropofago. Per carità, ascoltate la mia storia peccaminosa.
Una volta, nel vecchio tempo, ero un monaco in questa campagna solitaria. Allora, non c’era nessun altro monaco che io. Perciò, quando qualcuno era morto, la gente portava il cadavere fino qua normalmente, qualche volta anche dalla parte molto lontana. Io pero, facevo il servizio funebre solo un proforma e sempre pensavo del cibo e vestito offerto dalla gente come il compenso. Per questo mio interesse egoistico, ero rinato come l’antropofago appena morto.
E dopo di che, ogni volta che è morto qualcuno, sono obbligato a mangiarlo, senza poter scegliere il cadavere da mangiare o no, proprio come avete visto ieri notte.
Signor monaco, per favore celebrate il servizio per mandare l’anima perduta ad altro mondo per me. Vi prego di fare la preghiera per spostarmi da questo mondo sporco a quello di assoluto agio e puro.”

Appena detto cosi, è scomparsa subito la figura del padrone.


Quando Musou si è guardato attorno d’un tratto, lui si è trovato inginocchiato da solo, avanti alla stupa vecchia e coperta di muschio di cinque piani, che pareva la tomba del padrone monaco, nell’erbe fitte. 

                                  ~ Il diavolo antropofago, fine ~

domenica 20 dicembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (71)


Due foto della scena del funerale

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (35)

Il diavolo antropofago (3)

Il prossimo giorno, quando tutti sono tornati, Musou li aspettava da solo avanti a casa del capo villaggio. Loro, dopo averlo salutato l’uno dopo l’altro, sono entrati in casa e si guardavano attorno qua e là. Ma nessuno dimostrava la sorpresa, trovando che non c’erano il cadavere e le offerte.

Allora, il padrone giovane ha detto a Musou:

“Ieri notte, avrete visto forse, la cosa spiacevole. Dicendo verità, noi tutti ci preoccupavamo di voi, ma ci siamo tranquillizzati perché voi siete salvo e sano. Se sarà possibile, anche noi volevamo stare con voi, pero come ho detto ieri, siamo obbligati di uscire fuori, lasciando solo il cadavere in casa, quando è morto qualcuno. Se infrangessimo questa regola, dovremmo incorrere in una maledizione necessariamente. Se invece noi seguimmo la regola, basterebbe solo perdere il cadavere e le offerte, e non succederà niente altro. Forse voi avrete capito la ragione ormai, dopo la esperienza d’ieri notte.”

Allora Musou ha raccontato di una grossa figura vaga che era entrata nella camera e divorava il cadavere durante la notte. Tuttavia, nessuno si è sorpresa ascoltando questa storia. E il padrone ha detto a Musou:

“Signor monaco, quello che voi ci avete parlato è proprio uguale alla leggenda che è tramandata in questo villaggio da molto tempo.”

Musou quindi, gli ha domandato:

“A proposito, ho visto un monaco al picco lassù, ma lui non celebra un funerale, quando qualcuno è morto nel villaggio?”

“Oh? Quale monaco avete visto?” Il padrone gli ha chiesto di nuovo.

Musou ha risposto:

“È proprio lui che mi ha insegnato di questo villaggio ieri sera. Io, prima gli ho chiesto una notte d’alloggio nel suo tempio, ma lui mi ha rifiutato e poi, mi ha indicato la strada per venirci.”

La gente che lo ascoltava, si guardava l’un l’altro, sorprendendosi. E dopo un certo momento del silenzio, il padrone ha detto:

“Signor monaco, in quel picco, non si trova nessun monaco, neanche il tempio. In questa zona comunque, non ci dovrebbe essere nemmeno un monaco da molto tempo.”


Musou, dopo averlo ascoltato, non ne parlava più, perché gli sembrava che tutti avessero pensato di lui, come se fosse imbrogliato da qualche fantasma.

mercoledì 16 dicembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (70)


Due foto della scena della cerimonia religiosa
della veglia funebre


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (34)

Il diavolo antropofago (2)

Musou ha risposto:

“Vi ringrazio della vostra gentilezza. Ma mi potevate dire della morte di vostro padre quando ci sono arrivata, allora io, magari, potevo fare il servizio religioso per voi. Sicuro che ero un po’ stanco, pero, non tanto quanto da non riuscire a compiere il servizio buddista come un monaco. Se ne sapessi prima, l’avrei fatto subito…..Ma comunque, lo reciterò il sutra lo stesso, magari dopo che voi andate via e starò accanto al cadavere tutta la notte. Voi avete detto che potrebbe succedere qualche fenomeno strano se io rimani qui, ma io non ho paura niente di fantasma o qualcosa di questo genere. Non vi preoccupate mai di ciò per favore.”

Il padrone giovane, ascoltando le parole tranquille del monaco, ha dimostrato d’essere sereno di cuore, e ringraziato. Dopo, tutti i membri della famiglia e altri partecipanti alla cerimonia religiosa della veglia funebre sono anche venuti a ringraziargli, e poi, il padrone ha detto:

“Allora signor monaco, mi dispiace di lasciarvi da solo qui, ma noi dobbiamo andare via. Secondo la regola del villaggio, nessuno di noi abitanti può rimanere in casa con il cadavere a mezza notte. Mi raccomando, state attento. Se caso mai succeda qualcosa strana, me lo parlate per favore quando ci sarò tornato.”

Fra un po’, sono andati via tutti quanti e Musou è entrato da solo alla camera in cui era lasciato il cadavere. Attorno di questo, si trovavano le offerte normali e la piccola luce. 

Lui, dopo aver recitato il sutra, ha emesso una parola da condurre lo spirito del defunto per non farlo perdersi, con la grande voce.

Dopo di che, lui ha cominciato a fare la meditazione Zen.  Tutto il villaggio era completamente deserto e non si sentiva nemmeno un suono.


Quando la notte era inoltrata e diventata sempre più tranquilla, una figura vaga e grossa è entrata improvvisamente in casa senza nessun rumore. Appena l’ha vista, Musou si sentiva come se fosse legato saldamente ed era rimasto senza parole. 

Allora, questa figura grossa, tenendo il cadavere con le mani, ha cominciato a divorarlo dalla testa fino al vestito del morto come il gatto che mangiava il topo. E dopo aver mangiato il cadavere esaurientemente, ha fatto la stessa cosa anche alle offerte. E poi, è andato via, non si sa dov’è, senza nessun rumore. 

domenica 13 dicembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (69)


Due foto della statua del monaco Musou Kokushi


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (33)

Il diavolo antropofago (1)


Una volta, quando il monaco dello Zen, chiamato Musou Kokushi (vissuto 1276 ~ 1351) viaggiava da solo nel paese Mino (una parte della presente provincia Gifu), si è perso tra i monti. Lui, dopo aver errato qua e là per lungo tempo, ha quasi rinunciato di trovare l’alloggio questa sera. 

A quel momento, lui ha potuto trovare un piccolo tempio buddista sulla collina brillata dall’ultima luce del tramonto. Questo tempio sembrava abbandonata, ma comunque sia, lui vi è arrivato camminando in fretta. Poiché c’è stato un vecchio monaco, Musou Kokushi gli ha chiesto di offrirgli l’alloggio per una notte.

Il vecchio monaco pero, l’ha rifiutato, ma invece di ciò, gli ha indicato un villaggio, situato nel valle vicino, in cui c’era la possibilità di trovare l’alloggio e il pasto.

Era veramente il piccolo villaggio, consistito di dodici o tredici case. Musou era accolto cortesemente nella casa del capo villaggio, a cui radunavano quaranta o cinquanta uomini. A Musou era offerta una piccola camera isolata e anche il pasto. Era ancora all’inizio della serata, ma poiché lui era tanto stanco, si è coricato subito sul letto.

A mezzanotte pero, lui ha sentito il pianto di qualcuno nella stanza vicina. Proprio da questo pianto, lui era svegliato.

Fra un momento, è aperta la porta scorrevole della camera di Musou e entrato un uomo giovane con la lampada portabile. Lui, inchinandosi riverentemente fino al pavimento, ha detto:


“Signor monaco, vi chiedo perdono di dire questo, ma devo parlarlo per forza. Io sono il padrone di questa casa da oggi, cioè fino a ieri, ero non è altro che il primo figlio. Voi siete venuto tanto gentilmente a trovarci e sembra che siete molto stanco, quindi non osavo a dirvi prima. Ma, dicendo verità, è morto mio padre alcune ore fa. Tanti uomini che voi avete visto in questa casa, sono venuti per la cerimonia religiosa della veglia funebre da tutta la parte nel villaggio. D’ora, noi tutti quanti dobbiamo andare all’altro villaggio che dista circa un Ri (l’unità della distanza nel vecchio tempo, circa 3.9km) da qui. Questo è l’usanza del villaggio da molto tempo. Noi non dobbiamo stare nel villaggio quando qualcuno è morto. Perciò, noi, dopo aver pregato facendo un’offerta, usciamo fuori tutti quanti lasciandoci solo il cadavere. Tuttavia, succede sempre il fenomeno strano sul cadavere lasciato da solo. Io vi direi quindi, di venire con noi all’altro villaggio.  Riguardo all’alloggio, se ne troverà facilmente anche là. Ma voi siete il monaco, quindi, non avrete nessuna paura di fantasma o mostro e via. Allora, se per voi va bene, potete anche rimanere in questa casa con il cadavere. È molto modesta mia casa, ma accomodatevi per favore. Comunque, se voi non siate il monaco, io vi chiederei di venire con noi ad ogni costo….”.

mercoledì 9 dicembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (68)


Due templi scintoisti giapponesi


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (32)

La ragazza nello specchio (5)


Matsumura quindi, ha deciso di trattare lo specchio antico come lo spirito santo e portare rispetto a questo. Lui l’ha fatto lucidare a un servitore di nuovo e dipingerlo con argento e metterlo nella scatola di legno pregiato.

Poi, l’ha collocato nella sala purificata, che erano già cacciati via il crimine e la sporcizia, pregando la divinità.

Allora, la notte dello stesso giorno, quando Matsumura è stato nel suo studio da solo, è apparsa inaspettatamente quella donna chiamata Yayoi di nuovo.

A questo momento, si vedeva che lei era più bella e carina dell’altra notte. La sua bellezza era talmente brillante che la luna d’estate apparsa dalla nuvola bianca e pura. Lei si è inchinata prima a Matsumura cortesemente e ha cominciato a parlare con quella voce cristallina:

“Grazie a voi, sono riuscita a uscire dal pozzo solitario. Sta sera, sono venuta per ringraziarvi. Come voi avete già capito, io sono lo spirito dello specchio. All’origine, sono venuta al Giappone da Kudara (il paese situato nella penisola coreana da quattro a sette secolo) nel periodo dell’imperatrice Saimei (vissuta dall’anno 594 a 661) e stata nel palazzo imperiale per lungo tempo. Dopo di che pero, nel periodo dell’imperatore Saga (vissuto 786 ~ 842), ero spostata alla famiglia Fujiwara, tramite la principessa Kamo (figlia dell’imperatore Saga), e vi sono stata per lungo tempo come il tesoro di famiglia fino a quando ero seppellita in quel pozzo. Poi, per la colpa della guerra civile durata, sono stata abbandonata nel pozzo, essendo dimenticata da tutti per molti anni. A quel momento, il padrone del pozzo era il drago velenoso, che abitò in questa zona quando fu stato ancore il lago. Ma quando era prosciugato questo lago per l’ordine dell’imperatore, su cui era costruita l’abitazione, il drago ha deciso di abitare in quel pozzo. Io, da quando ero caduta nel pozzo, dovevo servirlo per forza e ingannavo e ammazzavo tanti uomini, essendo forzata dal potere magico del drago. Questa volta pero, fortunatamente il drago era cacciato via per sempre da Kyoto, grazie alle divinità.
A proposito, io sono venuta per chiedervi l’altro favore. Dicendo verità, lo Shogun Yoshimasa è un discendente della famiglia Fujiwara, il mio vecchio padrone. Perciò, m’offrite a lui per favore. Questo è il mio ultimo desiderio. Se voi m’ascoltate, la vostra sorte diventerà molto buona. Poi a parte di ciò, voi siete sull’orlo di grave pericolo adesso. A questa casa, sarete entro domani, non di più. Perché la casa sarà distrutta dopo.”

Appena ha detto cosi, Yayoi era scomparsa come per incanto.

Matsumura, grazie a lei, si è salvato per un pelo. Il giorno dopo, lui ha spostato la sua famiglia e beni all’altro quartiere. E quasi nel stesso tempo, la zona in cui abitava lui era assalita dalla tempesta molto più grave che prima. E il diluvio causato dalla tempesta ha trascinato via la sua casa senza lasciare tracce.

Fra alcuni giorni, Matsumura, per la gentilezza di signor Hosokawa, era concesso un’udienza allo Shogun e gli ha offerto quello specchio antico, con la lettera scritta dell’origine e la storia.

Dopo di che, la predizione di Yayoi si è avverata. Lo Shogun, lodando molto questa offerta, ha dato a Matsumura non solamente tanti regali preziosi ma anche i soldi sufficienti da riparare la costruzione del tempio scintoista Ookouchi Daimyoujin.


                  ~ La ragazza nello specchio, fine ~

domenica 6 dicembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (67)


Due foto dello specchio antico


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (31)

La ragazza nello specchio (4)

La donna continuava a parlare:

“Questa volta pero, la divinità del sole, dopo aver parlato con tante altre divinità, ha deciso di spostare quel drago al lago Torii no Ike, situato nel paese Shinano (la presente provincia Nagano) e ha assicurato che il drago non tonerà più alla città di Kyoto. Poiché oggi questo è partito via dal pozzo, sono riuscita ad uscire da lì anche io, per chiedere l’aiuto a voi. Ormai nel pozzo, l'acqua non è rimasta quasi niente, perché il drago è andato via. Perciò vi chiedo un favore di far frugare a qualcuno nel pozzo per trovare me stessa. Per favore, salvatemi quanto possibile presto. Allora, io vi dimostrerò sicuramente la mia gratitudine con una certa maniera.”

Dopo aver detto cosi, la donna è scomparsa improvvisamente nel buio di tempesta furiosa.

Questa si è calmata prima dell’alba. Il giorno prossimo era talmente sereno che non si trovava nemmeno una nuvola.

Matsumura ha chiamato dei operai dal primo mattino e fatto a frugare il pozzo, che si è seccato completamente come aveva detto quella donna. Il lavoro degli operai quindi, era molto facile.

E loro vi hanno trovato un pettine e ornamento per i capelli allo stile molto antico e poi, anche uno specchio dalla forma singolare, ma non è trovato nessun cadavere sia della donna sia dell’animale.

Matsumura, pensando di questo fatto, ha avuto una idea che potesse trovare la chiave per risolvere il mistero in questo specchio. Perché, lo specchio antico di questo genere è stato considerato che fosse un essere misterioso in cui era nascosto qualche spirito, ciascuno. Poi, lo spirito dello specchio è stato sempre quello di donna dal tempo.

Comunque, lo specchio, che si vedeva veramente antico, era arrugginito molto. Perciò lui ha ordinato ai servitori di togliere la ruggine da questo e di lucidarlo con tanta cura.   
Allora, è trovato che lo specchio era molto bello e pregiato di lavorazione mirabile.

Al dietro, erano incise alcune lettere sopra il disegno bellissimo. Le lettere erano quasi impossibili da leggere eccetto solo “il giorno tre, marzo”.

Il marzo, secondo il modo di dire nel vecchio tempo, significava anche “Yayoi” e il 3 nel marzo è veramente il giorno della festa per le donne ancora oggi.


Matsumura, ricordandosi che quella donna nel pozzo si chiamava Yayoi, ha capito proprio che lei era lo spirito dello specchio antico. 

mercoledì 2 dicembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (66)


Due illustrazioni del drago

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (30)

La ragazza nello specchio (3)

Circa fra una settimana, la zona di Kyoto è stata soggetta a rovesci torrenziali circoscritti accompagnati dal vento e fulmine, e finalmente è finita la grave e lunga siccità. Il suono del tuono orrendo ha fatto tremare tutta la città di Kyoto come se fosse il terremoto. 

Sono stati durati per tre giorni e notte la forte pioggia, fulmine e tuono. Il livello d’acqua del fiume di Kamo (il fiume principale di Kyoto) è talmente salito di che la piena ha travolto i tanti ponti quanto mai successo.

Proprio alla notte terza della forte pioggia, qualcuno bussava la porta della casa di Matsumura, verso all’ore due. E poi, si sentiva la voce di una donna che chiedeva di aprirla.

Matsumura, ricordandosi dell’esperienza strana successa intorno al pozzo, è stato molto cauto. Perciò, lui ha proibito rigidamente di risponderla a tutti i servitori ed è andato all’ingresso se stesso.

“Chi è che ci chiama là?”

Allora, la voce di donna ha risposto
:
“Chiedo scusa, mi chiamo Yayoi. Signor Matsumura, io ci sono venuta perché ci ho da dirvi per forza. Mi fate il favore di aprire questa porta.”

Matsumura, quindi, l’ha aperta solo metà con molta attenzione e lui ha visto la faccia bella proprio uguale a quella che gli sorrideva dal fondo del pozzo. Tuttavia, questa sera, lei era tanto depressa piuttosto che sorridente.

“Tu non puoi entrare dentro la casa.”

Matsumura le ha detto con la voce minacciosa.

“Tu non sei l'essere umano, ma qualcosa nel pozzo. Perché tu ammazzi la gente con quella maniera malvagia?”

Allora la donna nel pozzo ha detto con la voce cristallina:

 “Io volevo proprio dirvi di ciò. All’inizio, io non avevo niente il cuore cattivo per voi umanità. Ma in quel pozzo, abitava il drago velenoso da molto tempo, che è il padrone del pozzo. Il fatto che non si seccava mai l’acqua è dovuto a questo drago. Io, tanti tempi fa, ero caduta nel pozzo a colpa mia e dopo di che, dovevo servire sempre al drago. Questo, con il suo potere magico, mi ha forzato di illudere e ammazzare la gente, perché voleva succhiare il sangue fresco dell’uomo. ”

domenica 29 novembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (65)


Due foto dell'insieme per il trucco nel vecchio tempo

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (29)

La ragazza nello specchio (2)

Per questo motivo, veniva tanta gente al giardino di Matsumura per prendere l’acqua da dappertutto in Kyoto, durante l’estate caldissima. Matsumura, non facendo mai un viso accigliato, li ha fatto prendere tanta acqua quanto volevano. Ma l’acqua, per quanto tutti prendevano quanto volevano, non era mai esaurita.

Un giorno pero, era scoperto il cadavere di un uomo giovane nel pozzo, che ci veniva prendere l’acqua ogni giorno. Tutti hanno cercato la ragione che lui si è buttato nel pozzo, ma nessuno ne aveva la minima idea.

In questo momento, Matsumura, ricordandosi della storia strana su questo pozzo, ha avuto un dubbio per primo, se ci fosse nascosto un rancore segreto o no.

Comunque sia, lui ha dovuto costruire subito un recinto attorno al pozzo.

Lui quindi, prima di tutto, è andato a vederne la situazione. E quando lui ha guardato dentro il pozzo, si è sorpreso vedendo che qualcosa si è mossa sotto l’acqua. Questo movimento è successo improvvisamente e fermato subito.

Appena che l’ha visto, lui ha notato una figura della donna giovane che appariva chiaramente sulla superficie dell’acqua. Lei sembrava che si stesse truccando, perché lui ha potuto vedere l’aspetto della donna che si metteva il rossetto come le sue tasche.

All’inizio, si vedeva solo il suo profilo, ma in un certo momento, lei rivolgeva la faccia verso lui e sorrideva. Appena l’ha vista, Matsumura si sentiva un sentimento vago ma misterioso nel petto, ed è assalito dalle vertigini come se si fosse ubriacato. Nello stesso tempo, si è fatto buio intorno improvvisamente. In questo buio, si vedeva solo la faccia bianca e bella della donna, chiara come la luce della luna.

Vedendola, sembrava che la sua bellezza aumentasse sempre più. E a Matsumura, pareva che quella faccia lo tirasse al fondo di buio con forza.

Lui, con tutte le forze ormai, ha ripreso se stesso stentatamente ed era assorto in chiudere gli occhi strettamente.   

Fra alcuni minuti, quando lui ha aperto gli occhi di nuovo, quella faccia strana, non si sa quando è avvenuto, era scomparsa e attorno di lui era ben sereno come prima.

Matsumura, essendo rinvenuto, ha sobbalzato molto, perché si è sporto dal pozzo anche lui inaspettatamente e stava quasi per caderci.  

Se caso mai, quelle vertigini duravano un po’ di più, oppure se durava un po’ di più la seduzione di quella faccia, Matsumura, molto probabilmente, non poteva più guardare il sole brillante di questo mondo.

Matsumura, tornato subito a sua casa, ha detto severamente a tutti di non avvicinarsi mai al pozzo nemmeno prendere l’acqua di là.

E il prossimo giorno, lui ha delimitato con il recinto il pozzo rigorosamente.  

mercoledì 25 novembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (64)

L'illustrazione dello Shogun Ashikaga Yoshimasa

Il pozzo vecchio


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (28)

La ragazza nello specchio (1)


Era il periodo in cui lo Shogun Ashikaga Yoshimasa (consultate per favore “La storia di Samurai (33) e (34)”) governava il Giappone. Il tempio scintoista Ookouchi Daimyoujin, situato nel paese Ise (si trova nella presente provincia Mie) era distrutto quasi completamente.

Tuttavia, il governatore di questo paese, chiamato Kitabatake, non aveva sufficientemente i soldi da riparare a causa del prolungarsi della guerra civile e delle altre cause.

Allora il sacerdote di questo tempio, chiamato Matsumura Hyougo, è andato al signor Hosokawa, il grande Daimyo e assistente numero uno dello Shogun, per chiedere l’aiuto.

Il signor Hosokawa l’ha trattato con ospitalità e promesso di mettere al corrente lo Shogun di questo problema.

Per riparare il tempio scintoista o buddista pero, in ogni caso, ci voleva tanto tempo per avere il permesso ufficiale e la sovvenzione governativa, perché l’autorità ne ha dovuto fare un’inchiesta molto dettagliata.

Hosokawa quindi, ha consigliato a Matsumura di fermarsi a Kyoto fino ad avere il permesso dallo Shogun. Matsumura, pensandolo logico, è tornato una volta al suo paese e ci è venuto di nuovo con la sua famiglia. E loro hanno trovato una casa in affitto nella zona di Kyogoku (una parte nella città di Kyoto).

Questa casa era tanto grande che aveva le stanze numerose e magnifica, ma è stata rimasta vuota per lungo tempo.

Secondo la voce della gente, era proprio una casa in cui succedeva la cosa malaugurata, perché alcuni fra la successione degli abitanti, senza motivo, erano morti buttandosi nel pozzo vecchio situato alla direzione est-nord nel giardino.

Ma Matsumura era il sacerdote che serviva alla divinità, perciò non aveva nessuna paura degli spiriti maligni, l’anima cattiva ed altre cose di questo genere.

La famiglia di Matsumura quindi, dopo aver spostato a questa casa, passava i giorni piacevoli.
All’estate di quest’anno, il popolo ha subito i gravi danni della siccità. Non solo a Kyoto ma anche ad altre quattro zone centrali del Giappone, cioè il paese Yamato, Kawachi, Izumi e Settsu (si trovano nella presente provincia Osaka, Nara, Hyogo) non pioveva nemmeno una goccia per alcun mesi e tutti i fiumi e pozzi si sono seccati perfettamente.

Ciò nonostante, solo il pozzo della casa di Matsumura è stato strapieno d’acqua sempre. Quest’acqua pura e bluastra sembrava che sgorgasse dalla fontana, non si sa dov’è, in qualche parte sotterranea.

domenica 22 novembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (63)


I due esempi della scrittura in giapponese nel tempo vecchio


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (27)

Il segreto seppellito (3)

“Beh, come vuoi farmi?”

Il monaco pensava.

All’improvviso, lui ha avuto una idea che poteva essere nascosta qualche cosa sotto la carta attaccata all’interno del cassetto. Lui quindi, ha cominciato a staccare la carta del primo cassetto, ma non si è trovato niente. E ha ripetuto la stessa cosa al secondo e terzo, pero pure non c’era niente.

Tuttavia, lui ha trovato una lettera nel cassetto più sotto.

“Oh, sarà questa che ti ha dato la preoccupazione?”

Quando il monaco ha domandato cosi, la ombra di Osono, guardandolo quietamente, ha fatto cadere lo sguardo su quella lettera vagamente.

“Vuoi farmi bruciarla?”

Il monaco le ha chiesto.

Allora, Osono, avanti a lui, ha abbassato la testa silenziosamente.

“Ho capito. Non ti preoccupare. Ora io torno al tempio e la brucerò subito.”

Il monaco ha promesso dicendo cosi. Allora, la illusione di Osono, sorridendo, è scomparsa.

Quando il monaco è sceso dal primo piano, già albeggiava. E lui ha detto a tutte le presone della famiglia di Nagaraya, che aspettavano con una certa ansia:

“Non vi preoccupate, Osono non apparirà mai più.”

Come aveva detto il monaco, dopo di che, la figura di Osono non si faceva vedere più.

La lettera era bruciata completamente, che era quella di amore mandata da un uomo quando Osono è stata a Kyoto per imparare la buona maniera.

Ma, chi conosceva il contenuto di ciò era solo il monaco. E quando lui è morto, anche il segreto della lettera era messo a tacere per sempre.


 ~ Il segreto seppellito, fine ~

mercoledì 18 novembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (62)


Due foto dell'armadio giapponese


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (26)

Il segreto seppellito (2)


Un giorno, la suocera è andata al tempio buddista che la famiglia Nagaraya aveva la relazione profonda portandovi regolarmente l’offerta e ha raccontato il problema attuale al monaco. Questo tempio apparteneva alla setta dello Zen e il monaco, chiamato Daigen Oshou (Daigen è il suo nome buddista e Oshou è il titolo ufficiale del monaco buddista), che era la persoa di grandi virtù.

Lui ha detto:

“Certamente ci sarà qualcosa che si attacca la tua nuora o nell’armadio o attorno di ciò.”

La suocera ha risposto:

“Noi abbiamo già cercato dentro esaurientemente ma, non abbiamo trovato niente.”

Il monaco ha detto:

“Allora, stasera ci vengo io. Dopo aver fatto la sorveglianza, escogitiamo qualche mezzo per risolvere. Comunque, quando ci sarò io, lasciatemi solo. Nessuno entri finché io chiamo.”

Alla sera, quando il monaco è venuto a Nagaraya, la stanza del primo piano era già ben sistemata. Lui, sedutovi, recitava il sutra da solo ma, non succedeva niente fino alla mezzanotte.

Tuttavia, alla mezzanotte propria, la figura di Osono è apparsa avanti all’armadio vagamente. Lei, con l’aspetto preoccupante, fissava gli occhi all’armadio.

Il monaco stava recitando il sutra adatto in tale situazione interamente per alcuni tempi e frattempo, ha detto chiamando il nome postumo di Osono:

“Ci sono venuto per salvarti. Si vede che ci sarà qualcosa che sta a cuore a te. La potrò trovare io magari?”


L’ombra di Osono sembrava di rispondere muovendo la testa leggermente. Il monaco quindi, alzantosi, ha tirato il cassetto primo ma era vuoto. Poi lui ha fatto stessa cosa successivamente al secondo, terzo e quarto, e nonostante che aveva frugato in tutti i cassetti cautamente, non vi ha trovato niente, ma, Osono lo fissava come sempre. 

domenica 15 novembre 2015

Le serie degli antichi racconti giapponesi (61)


L'acconciatura della donna nel vecchio tempo
e i suoi ornamenti per i capelli


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (25)

Il segreto seppellito (1)


C’era una volta, un mercante ricco chiamato Inamuraya Gensuke nel paese Tanba (situato nella confine fra la presente provincia Hyogo e Kyoto). Lui aveva una figlia chiamata Osono. Poiché lei era tanto bella e saggia, a Gensuke dispiaceva di educarla sotto l’istruttore rustico. Lui quindi, facendo accompagnare una persona seria a lei, l’ha mandata a Kyoto per far studiare la formazione raffinata cosi come le donne di Kyoto imparavano al solito.

Dopo essere finita la formazione di un certo livello, Osono si è sposata con un mercante chiamata Nagaraya, conoscente di Gensuke, e viveva felicemente più o meno per quattro anni. Era nato anche un bambino. Tuttavia, Osono era morta di una malattia dopo quattro anni del matrimonio.

E la notte del suo funerale, il figlio ha raccontato a suo padre che aveva visto sua madre che gli sorrideva nella stanza del secondo piano. Lei pero, non gli diceva niente, perciò lui è scappato via per il terrore.

 Il marito e la suocera di Osono, con alcuni servitori quindi, sono andati a vedere la situazione della stanza del secondo piano, che era usata da Osono quando era viva, e hanno trovato veramente la figura di Osono sotto la luce della candela dedicata all’altare buddista. Erano sorpresi molto vedendola proprio avanti al suo armadio. In questo, erano messi i vestiti, pettine ed ornamenti per i capelli di Osono. La figura di Osono, se ne vedeva dal collo alla schiena chiaramente, ma, la parte sotto di fianchi si è sfumata piano piano coma l’ombra vaga.

Questa era proprio uguale alle spoglie appena morta di Osono e per di più era trasparente tutta la figura, come se fosse l’ombra che si specchiava sull’acqua.

Tutti sono usciti dalla stanza terrorizzati, e dopo, la suocera ha detto:

“La donna, generalmente ama le mercerie sue. Osono anche teneva conto di ciò. Forse lei sarà tornata qui per rivederle. Ho sentito dire che, se non se le ripongano nel tempio buddista, il defunto ritornerebbe in questo mondo. Io penso quindi, se noi riponiamo le sue mercerie nel tempio, la sua anima potrebbe calmarsi.”

La famiglia di Nagaraya, dopo aver parlato fra di loro, ha portato tutte le robe di Osono al tempio.
Tuttavia, la notte, Osono appariva di nuovo nella stanza sua e fissava gli occhi sull’armadio. La prossima notte, e anche dopo, cioè ogni notte Osono è tornata.


Perciò, l’abitazione di Nagaraya è diventata la casa del terrore alla fine.