mercoledì 30 marzo 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (100)


Due foto della vista col salice

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (64)

La storia di Aoyagi (9)

Dunque, dopo essere sposati, Tomotada e Aoyagi sono vissuti insieme felicemente per cinque anni. Tuttavia, una mattina, Aoyagi emetteva un gemito improvvisamente mentre lei parlava con suo marito. E la sua faccia è diventata pallida a vista d’occhio e il suo colpo viene paralizzato.

Dopo alcuni momenti, lei ha detto con la voce moribonda:

“Chiedo scusa di aver emesso il grido indiscreto. Perché io ho avuto un dolore improvviso..….Senti, io penso che la nostra relazione sia decisa dalla nostra precedente vita. Noi siamo sposati e passati i giorni felici in questo mondo e credo che possa sposare con te ogni volta della reincarnazione. Ma, il nostro rapporto in questa vita è già finito. Io devo dirti addio. Ti prego di recitare il nome di Budda per me, perché io morrò.”

“Non dire assurdità!” Tomotada ha gridato sorpreso:

 “Mi sembra che la tua malattia non sia tanto grave. Riposati un po’ e guarirai subito.”

“No no.” Aoyagi ha risposto:

“Io morrò. Non è una malattia immaginaria. Lo so bene. Ormai, io devo dirti la verità. Scusa, io non sono essere umana. La mia anima è quella d’albero e il mio cuore è anche uguale. La mia vita è proprio quella del salice. E adesso, qualcuno sta tagliando l’origine della mia vita spietatamente. Perciò io devo morire. Ormai è inutile piangere e gridare. Prego, recita il nome di Buda presto, presto! Ohimè…”

Dopo aver parlato cosi, Aoyagi ha gridato ancora una volta e voluto coprire la sua faccia con la manica, inarcando la nuca bella indietro. Proprio a questo momento, la figura di Aoyagi diventava sempre più scialba e andava a fondo finché a Tomotada sembrava che fosse affondata fino al livello del pavimento.

Lui ha voluto sollevarla subito, ma trovato solo il vestito e l’ornamento dei capelli sul Tatami, che era spoglia della sua bella. È sparita Aoyagi completamente.

Dopo di che, Tomotada si è fatto monaco e girava per tutto il Giappone. E ogni volta che visitava il tempio, lui pregava per l’anima di Aoyagi.  

Un giorno, lui passava per caso il paese Echizen in cui abitavano i genitori di Aoyagi. Ma la loro casa non se ne trovava né traccia neanche ombra. Lui pero, ci ha scoperto tre ceppi del salice di cui erano vecchi due e giovane l’altro. Gli pareva che tutti i tre fossero tagliati tanto tempo fa.
Tomotada ha costruito una stele su cui erano incise le frase di Sutra al fianco dei ceppi per consolare l’anima di Aoyagi e i suoi genitori.


             ~ La storia di Aoyagi, fine ~

domenica 27 marzo 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (99)


La varietà dell'abito nuziale


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (63)

La storia di Aoyagi (8)

Il giorno dopo, Tomotada è stato convocato dal signor Hosokawa. Lui quindi, ha pesato che era già scoperta quella lettera e non poteva più evitare di essere punito gravemente.

“Forse il signore mi ordinerà di fare Seppuku (Harakiri), ma se non mi torni Aoyagi, per me sarà inutile vivere in questo mondo da solo. Comunque, se io dovrò morire, ammazzerò il signor Hosokawa prima.”

Pensando cosi, lui si affrettava alla residenza del signor Hosokawa, le due spade cinte alla vita. Entrato nella sala delle udienze, lui ha trovato il signor Hosokawa, seduto sul posto superiore circondato dai tanti vassalli vestiti ufficiali.

Tutta la gente pero, era tanto silenziosa quanto la statua di legno. Tomotada, avanzando un po’ con inchino, si sentiva perfino la difficoltà di respirare, perché il silenzio che copriva la sala gli sembrava come se fosse quello prima della tempesta.

A questo momento, il signor Hosokawa, alzandosi, scendeva dal posto superiore e prendendo la mano di Tomotada, ha cominciato recitare improvvisamente quella poesia che Tomotada aveva mandato a Aoyagi.

Quando Tomotada ha guardato la faccia del signore con sorpresa, ha visto una lacrima dolce negli occhi del signore.  E lui ha detto:

“Tomotada, ormai io so che tu e Aoyagi vi amate molto, io quindi, a posto del signor di Noto, vi perdono di sposare. Vi sposate qui davanti a me. Ci sono già i partecipanti e sono anche preparati i regali del matrimonio.”

Con il cenno del signore, le porte scorrevole della sala lontana erano aperte a un tratto. Allora, Tomotada vi ha trovato Aoyagi, vestita di sposa, circondata dai tanti vassalli che si sono radunati per partecipare alla cerimonia del matrimonio.


Cosi, Aoyagi era tornata da Tomotada. Le nozze erano celebrate con pompa. 

giovedì 24 marzo 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (98)


Due esempi di Kanshi (la poesia in ideogramma)


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (62)

La storia di Aoyagi (7)

Tomotada si affliggeva molto. Lui pero, sapeva la impotenza di se stesso, perché lui non era altro che un messaggio mandato dal paese lontano e attualmente era sotto della protezione del grande Daimyo in Kyoto. Perciò inevitabilmente era impossibile di agire contro questo Daiyo per lui.

E poi, riflettendo bene di quello che aveva fatto, lui si è accorto della sua stupidità. Perché lui è sposato senza il permesso del suo signore, cioè lui ha violato la regola del Samurai. Tuttavia, restava ancora una speranza per lui. Se Aoyagi potesse fuggire dalla residenza del signore Hosokawa…..

Dopo aver pensato ripetutamente, lui ha deciso di mandare la lettera a Aoyagi alla fine. Questo era naturalmente un piano rischioso, perché qualsiasi documento o lettera che arrivava alla residenza, si portava alla mano del signore prima di tutto. Tomotada pero, ha deciso di provare questa avventura.

Allora, lui ha cercato un mezzo per comunicare il suo pensiero alla donna con la poesia Kanshi (una poesia scritta solo in ideogramma) formata solo dai 28 ideogrammi. In questi 28, lui includeva il suo amore profondo e la sua disperanza, come seguente:

Koshi Ooson Kojin o Ou, Ryokuju Namidaotarete Rachuo Uruosu

Koumon Hitotabiiru Fukakikoto Uminogotoshi

Koreniyori Shuro Kore Rojin

(Traduzione:

Quando un giovane nobile ha voluto seguire la donna bella, il pianto le irrorava il vestito. Se una volta lei entrasse nella residenza del signore, che è proprio come il mare profondo, non si potrebbe più portarla fuori.  Ed io mi aggiro solo qua e là attorno con la tristezza.)

domenica 20 marzo 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (97)


Due esempi della resodemza del Samurai
di condizione elevata


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (61)


La storia di Aoyagi (6)


(N.B

Yakumo Koizumi ha scritto:

Il testo originale giapponese si è interrotto proprio in questo punto. Perciò, la parte posteriore è illogica stranamente. Nel testo originale, non c’è scritto più, di madre di Tomotada, né dei genitori di Aoyagi né del signore di Noto.

Questo mi pare che l’autore giapponese, essendosi annoiato di scrivere la storia, si fosse affrettato di finirla quanto possibile presto.  Io quindi, non posso integrare la parte mancante da me stesso, pero dovrò mettere almeno qualche cosa da spiegare per mantenere la storia.

Comunque, mi sembra che, il fatto che Tomotada ha portato Aoyagi a Kyoto, avvia creato un problema. Tuttavia, non c’è scritto niente dove vivevano loro due in Kyoto.)

A proposito, il Samurai era proibito di sposare senza il permesso del suo signore. Tomotada anche, non avrà potuto ottenere il permesso finché non adempiva al suo dovere del messaggero segreto.

E se la situazione fosse proprio cosi, Tomotada, ad ogni modo, si sarebbe preoccupato di causare il catastrofe per motivo della bellezza di Aoyagi che era scorta dagli altri. Poi forse lui avrà avuto la paura che qualcuno poteva rubarla dalla sua mano.

Perciò, Tomotada ha nascosto Aoyagi nel luogo segreto in modo che evitasse gli sguardi della gente. Ma un giorno, sfortunatamente, un vassallo del Signor Hosokawa ha visto Aoyogi per caso e capito la relazione di lei e Tomotada. E lui ne ha fatto sapere subito al suo Signore.

Allora, il Signor Hosokawa era giovane e gli piacevano le donne. Lui quindi, appena saputo di Aoyagi, ha ordinato severamente ai vassalli di portarla nella sua residenza. Poi Aoyagi c’era portata subito per forza.

mercoledì 16 marzo 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (96)

Sopra, Koban, la moneta d'oro
Sotto la varietà di moneta nel periodo Edo




Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (60)

La storia di Aoyagi (5)

Prima dell’aurora, è cessata la bufera. Il sole bello del mattino sorgeva dal cielo dell’est, in cui non si trovava nessuna nuvola. Anche se Aoyagi riusciva a nascondere la luce del sole con la sua manica, Tomotada non ha potuto più rimanerci. Lui pero, ha trovato troppo difficoltà di separarsi da lei.
Quando era tutto pronto per la partenza, lui ha detto di nuovo ai genitori:

“Vi ringrazio di cuore di avermi ospitato bene. Forse sarei molto seccante di chiedere questa cosa ripetutamente per voi ma, io vi chiedo ancora di farmi sposare con la vostra figlia.
Ormai, a me troppo dispiace da dire addio a vostra figlia. Penso che anche la signorina voglia venire con me. Io quindi, la porterò adesso a Kyoto con me, se per voi va bene.
Se voi mene perdonate, siete proprio i miei genitori. E vi tratterrò avendo molte premura per voi. Comunque sia, io vorrei offrirvi questi danari, chiedo scusa molto pochi, in segno di miei ringraziamenti.”

Dopo aver parlato cosi, Tomotada porgeva un pacco dei denari avanti al vecchio genitore. Tuttavia, lui, glielo respingendo quietamente, ha detto:

“Siete tanto gentile, signore. Ma per noi non serviranno niente questi soldi. Invece voi dovrete ancora continuare il viaggio lungo nel freddo e senz’altro voi ne avrete bisogno. L’altra parte, in questa montagna non c’è niente da comprare anche se noi vogliamo. Riguardo alla mia figlia, la accompagnerete per favore. Lei è già la vostra. Non vi preoccupate di noi. È sufficiente per noi che voi avete detto di sposare con lei. Siamo felici di aver ascoltato questa parola da voi e non vogliamo più niente altro. Dato che siamo poveri e campagnoli, non possiamo preparare il vestito neanche far portare il dono di fidanzamento a lei. Inoltre, siamo già invecchiati e forse nel futuro vicino, dovremo separarci dalla figlia. Pensando cosi, noi siamo felice senza pari, se voi poterete adesso nostra figlia.”

Tomotada pero, ha chiesto di ricevere i danari ripetutamente ai vecchi, pero, loro hanno rifiutato ogni volta. E Tomotada ha capito che loro erano proprio indifferente al denaro.

Dopo di che, Tomotada, facendo Aoyagi salire sul cavallo, si è accomiatato ai vecchi con le parole della gratitudine.


“Signore, al contrario, siamo noi che dovevamo ringraziarvi. Siamo sicuri che voi siete gentile con nostra figlia. Perciò noi non ci preoccupiamo niente di lei.”

domenica 13 marzo 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (95)


Due esempi di Waka, scritta in semicorsivo


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (59)

La storia di Aoyagi (4)

Allora, la ragazza ha risposto subito con sua Waka:

“Izuruhino Honomekuirowo Wagasodeni Tsutsumabaasumo Kimiyatomaran”

(Traduzione:

Se io possa avvolgere il sole del mattino con la mia manica, voi potete stare con noi anche domani?)

Tomotada ha saputo che la sua parola viene capita tutto da lei. E lui era contentissimo di aver ricevuto Waka cosi bella da lei e nello stesso tempo, si è sorpreso di nuoto della sua alta educazione.

Lui quindi, ha pensato che non poteva trovare mai altra ragazza tanto bella e intelligente quanto lei nel mondo e neanche poteva sognare di sposare con questo genere della ragazza.

A questo momento, gli pareva d’udire la voce nel suo cuore, gridando:

“Tu prendi questa fortuna che il dio ti ha dato.”

In altre parole, lui si è incantato alla ragazza. E Tomotada ha detto d’improvviso ai suoi genitori vecchi senza preliminari:

“Per favore, mi fate sposare con la vostra figlia.”

E poi, lui si è presentato il suo nome e anche famiglia spiegando la sua posizione come Samurai e il suo dovere. Lui bruciava talmente tanto dalla voglia di sposarla.

La vecchia coppia, sentendosi di un onore e gratitudine per quello che ha detto Tomotada, ha abbassato la testa e poi, dopo alcuni momenti dell’esitazione, ha risposto:

“Signore, voi sarete senz’altro il Samurai di condizione elevata e forse farete la carriera ancora di più in futuro. Noi quindi, non sappiamo la parola giusta da ringraziarvi, perché ci sentiamo un grande onore che non meritiamo. Nostra figlia, come la vedete, è una campagnola che è cresciuta in questa zona montuosa e non ha studiato niente. Veramente non sarà degna di sposare con il Samurai come voi.

Tuttavia, se per voi va bene questo tipo della donna che non conosce niente le buone maniere, noi possiamo farla servire a voi. Noi la lasciamo alla vostra mano. Vi raccomando nostra figlia.” 

mercoledì 9 marzo 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (94)


Due foto del parevento giapponese

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (58)

La storia di Aoyagi (3)

Quando la ragazza ha steso un po’ il suo collo avanti per servire il Sakè a Tomotada, lui si è sorpreso molto di aver notato di nuovo la sua bellezza, mai visto finora. Poi anche lui ha ammirato il suo comportamento molto elegante.

A questo momento, la vecchia gli ha chiesto scusa dicendo:

“Signore, mia unica figlia Aoyagi è cresciuta in questa zona talmente montuosa e lontana da posti abitati. Perciò non conosce bene la maniera giusta come la donna educata. Vene chiedo perdono.”

Tomotada ha risposto interrompendola:

“No, no! Io mi sento tanto felice di stare vicino a una ragazza cosi bella come lei.”

E lui ha continuato a osservarla a lungo finché lei diventava rossa per pudore. Tuttavia, lui non ha potuto ancora staccare i suoi occhi da lei. La vecchia, guardando che lui non toccava niente il cibo sul tavolino, ha detto:

“Signore, avrete freddo molto, perché siete stato lungo tempo fuori. Il nostro piatto è povero e forse non sarà piacevole per voi, ma vi prego, vene servite. E naturalmente anche il Sakè.”

Tomotada quindi, ha mangiato e bevuto tanto in modo che la coppia vecchia fosse contenta.

Ma, l’aspetto della ragazza timida e graziosa lo attirava sempre più.

Tomotada ha cominciato a parlare con lei. Il modo di parlare della ragazza allora, era tanto bello quanto il suo viso.

(Sarà sicuro che lei è cresciuta in montagna, ma, mi sembra che lei non sia la solita campagnola. Penso che i suoi genitori saranno stati di origine nobile, perché si vede una certa nobiltà da tutto ciò che lei si comporta.)

Tomotada ha pensato cosi, e non potendo resistere la gioia che gli è venuta nel cuore, ha composto improvvisamente una Waka per lei.

“Tazunetsuru Hanakatotekoso Hiwokurase Akenuninadoka Akanesasuran”

(Traduzione:

Già scende la sera mentre io cercavo il fiore bello. Adesso non è ancora sorto il sole del mattino, ma come mai voi siete arrossita?)

domenica 6 marzo 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (93)


Il Sakè riscaldato a bagnomaria su Irori


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (57)

La storia di Aoyagi (2)

Durante il suo percorso di patimento, Tomotada ha trovato inaspettatamente una capanna sotto il salice. Lui, incoraggiando il cavallo esausto, è riuscito ad arrivare stentatamente a questa capanna e ha bussato fortemente la porta chiusa.

Allora, era aperta la porta e apparsa una donna vecchia. Lei, guardando l’uomo giovane e bello, ha detto con la voce gentile:

“Oh, oh, mi spiace tanto di vedere il Samurai cosi giovane che viaggia da solo nella bufera….Su, entrate dentro per favore.”

Tomotada, sceso dal cavallo e dopo aver portato il suo cavallo nel deposito situato dietro la capanna, è entrato dentro.

Nella capanna, c’erano un vecchio e una ragazza che si riscaldavano fianco a Irori (focolare incassato nel pavimento della stanza) e loro due hanno invitato Tomotada vicino al focolare con una certa gentilezza.

Dopo, la coppia vecchia, riscaldando il Sakè (una volta, era usanza di riscaldare il Sakè a bagnomaria fino alla stessa temperatura umana, prima di bere) e preparando il pasto, hanno chiesto a Tomotada la situazione del suo viaggio.

Nel frattempo, la ragazza giovane si è nascosta dietro il paravento. Il suo vestito era molto povero e anche i suoi capelli erano un po’ disordinati, ma, la sua apparenza era molto graziosa.

Tomotada, sorpreso dalla sua bellezza, e si domandava dentro di sé, perché si trovava una ragazza tanto bella come lei, in questa capanna cosi povera e lontana da posti abitati.   

Il vecchio gli ha detto:

“Signore, è molto lontano da qui all’altro villaggio e poi, la tormenta e il vento sono orribili. Penso che sia troppo rischioso se voi partiate adesso. Mia capanna, come lo vedete, è molto povera e non siamo in grado di offrirvi qualche trattamento buono. Ma, se per voi va bene, alloggiate qui per favore. Noi ci occupiamo anche bene del vostro cavallo.”

Tomotada ha ricevuto con piacere questa proposta simpatica e onesta.

Dicendo verità, Tomotada era molto felice nel cuore di aver avuto l’occasione da poter guardare bene quella ragazza.


Dopo alcuni momenti, era messo un tavolino da pranzo, su cui erano preparati i vari piatti modesti ma premuri avanti a Tomotada. E anche la ragazza è apparsa dal paravento. Lei si è cambiata d’abito sempre povero pero pulito e tessuto a mano, e poi anche i suoi capelli erano pettinati e scesi a lungo. 

mercoledì 2 marzo 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (92)


Due foto della presente penisola Noto


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (56)

La storia di Aoyagi (1)

Al quindicesimo secolo, c’era un Samurai giovane, chiamato Tomotada, il vassallo del Signor Hatakeyama, che era il Daimyou del paese Noto (la parte nord nella presente provincia Isikawa).

Tomotada, nato nel paese Echizen (una parte nella presente provincia Fukui), ha servito come il paggio dall’infanzia al Signore di Noto e poi fatto addestramento degli arti marziali sotto la direzione del Signore.

Quado lui è diventato maggiorenne, si è impadronito di non solo gli arti marziali ma anche quelle letterarie ed è stato favorito molto dal Signore.

E poiché lui era generoso e simpatico di natura, è stato amato e rispettato da tutti gli amici.

Quanto lui aveva venti anni, era inviato come il messaggero segreto al grande Daimyo in Kyoto, chiamato Hosokawa Masamoto, il parente del Signor Hatakeyama.

In via per Kyoto, lui era perdonato di passare da Echizen in cui stava la sua madre vedova.

Lui è partito da Noto, nel periodo molto freddo. Era coperto tutto dalla neve sia la montagna sia la pianura. Il cavallo a cui lui saliva era forte e buono ma, ciò nonostante, tendeva a ritardare il percorso per colpa della strada brutta. Dato che lui avanzava verso il paese montuoso, c’erano poche case lungo la strada e la distanza fra due villaggi era lontanissima.

Proprio al secondo giorno del viaggio, lui, nonostante che faceva correre molto rapidamente il suo cavallo, non riusciva ad arrivare all’alloggio fino a notte inoltrata.

Tomotada si è sentito un po’ insicuro e non sapeva che fare.


È ragionevole, perché è cominciata una forte tormenta con il vento freddissimo e anche il cavallo sembrava molto stanco.