domenica 31 luglio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (135)


Due foto del piatto di Namasu

Ugetsu Monogatari 24 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Muou no Rigyo (la carpa nel sogno) ~ 2 ~

Dopo aver sentito quello che hanno detto i suoi discepoli, Kougi ha detto a loro:

“Uno di voi, andate subito a casa di Sig. Taira no Suke e gli dite come seguente:
“”Kougi, miracolosamente è tornato in vita. Signore, adesso voi sta bevendo Sakè e forse il vostro cuoco sta preparando Namasu (un piatto di pesci freschi o verdure, tagliati finemente e messi sottaceto) come lo spuntino per voi. Ma per favore cessate di mangiare e venite subito al nostro tempio. Perché Kougi vuol parlarvi un racconto molto insolito e raro.””
Dicendo cosi, guardate bene attorno di questo signore. Lo stato della sua casa deve essere proprio uguale come quello che ho detto.”

Il messaggero, pensandolo molto strano, è andato a casa del Sig. Suke e gli ha comunicato il messaggio di Kougi, E lui, come gli aveva detto il suo maestro, ha guardato segretamente la situazione della stanza e trovato che il Sig. Suke, il suo fratello e i suoi vassalli bevevano Sakè seduti in cerchio. Poiché questa scena era assolutamente uguale alle parole di Kougi, il messaggero se ne sentiva ancora più strana. Anche tutti della casa di Sig. Suke si sono meravigliati di aver saputo di ciò e Suke è venuto subito al tempio con il suo fratello e i suoi vassalli.

Kougi, alzandosi un po’ la testa, ha ringraziato a loro di averlo visitato appositamente e anche Suke ha espresso le sue congratulazioni per la resurrezione di Kougi. Poi, Kougi ha cominciato a parlare a Suke:

“Avviate un po’ pazienza di ascoltarmi. Voi forse avrete ordinato il pesce al pescatore chiamato Bunshi o no?”

Suke, sorpreso di averlo sentito e ha detto:

“Si, certo ma, come mai voi lo sapete?”

Kougi ha risposto:


“Quando il pescatore Bunshi è entrato nella porta di vostra casa portando il cestino in cui stava un pesce di grandezza un metro, voi stavate giocando Go (il gioco fatto con pedine nere e bianche posate su una scacchiera. Vince chi sistema le proprie pedine su un territorio più vasto di quello dell’avversario.) con il vostro fratello. E un vassallo, seduto fianco di voi, guardava il gioco mangiando una pesca grande. E vedendo il pescatore che ha portato il pesce grande, voi eravate molto contento e gli ha dato tante pesche grandi, e anche Sakè. Poi, il cuoco ha cucinato Namasu con questo pesce. In questi tutti i particolari che ho raccontato, c’è qualche sbaglio o no?”

mercoledì 27 luglio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (134)

la foto delle carpe

il quadro di una carpa


Ugetsu Monogatari 23 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Muou no Rigyo (la carpa nel sogno) ~ 1 ~

Nel decimo secolo, c’era un monaco chiamato Kougi, nel tempio buddista Mii (si trova nella presente provincia Shiga). Poiché dipingeva bene, lui aveva fama di pittore eccellente. Ma lui non dipingeva spesso i soliti oggetti come la statua di Budda, o la montagna, o il fiore, o l’uccello, che gli altri pittori scelgono normalmente. Lui, quando ci aveva il tempo libero, andava sempre al lago Biwa (il lago più grande situato nella provincia Shiga), e comprava i pesci appena pescati dai pescatori, poi li lasciava di nuovo nel lago.  E, guardandoli che nuotavano, li dipingeva. Con il passo dell’età, la sua abilità diventava sempre più destra e precisa.

Un giorno, lui ha sognato che giocava insieme i pesci nel lago, mentre sonnecchiava da un po’ di stanchezza. Appena si è svegliato, lui dipingeva questa scena titolandola “la carpa nel sogno” e l’ha attaccata sulla parete.

Poiché questa pittura era molto bella, lui era sommerso da tanta gente che la voleva. Lui quindi, ha dato a loro solo i schizzi del fiore oppure l’uccello, ma mai quello della carpa, con le parole dello scherzo:

“A voi laici che cacciate o pescate gli animali, che è proibito nel Buddismo, non vorrei dare questo pesce.”

Questa pittura e il suo scherzo hanno avuto la fama tutti i due. 

In un anno, lui si è ammalato e stato al letto per sette giorni. Poi, chiusi i suoi occhi improvvisamente e aveva smesso di respirare. I suoi discepoli e amici, attorniandolo, si sono addolorati della sua morte.

Tuttavia, loro hanno trovato che era ancora un po’ caldo attorno il petto del morto, perciò avendo la speranza della sua resurrezione, hanno passato ancora tre giorni circondando Kougi. Allora, è cominciato a muoversi un po’ la mano e il piede e poi, aperti gli occhi e lui si è alzato con un sospiro lungo e detto:

“Mi pare che siano passati tanti tempi da quando io ero in coma. Quanti giorni saranno?”

I discepoli hanno risposto:


“Maestro, voi avete smesso di respirare tre giorni fa. E noi tutti, pensavamo una volta del funerale per voi, ma, sentendo il vostro seno ancora un po’ caldo, stavamo attorno a voi, con la speranza della resurrezione senza mettervi nella bara.  Ora, visto che siete risuscitato da morte, siamo molto lieti e veramente fortunarti di non avervi seppellito.”

domenica 24 luglio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (133)

Sopra, il tempio dedicato a Mamano Tegona
Sotto, il suo monumento 





Ugetsu Monogatari 22 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Asaji ga Yado (Capanna erbosa) ~ 10 ~

Il vecchio e Katsushiro sono andati insieme al tumulo di Miyagi. Loro due, recitando il nome del Budda Amitaba, vi hanno passato tutta la notte. In un certo momento, il vecchio ha cominciato a raccontare come seguente:

“Nella remota antichità, chissà dove ci fu il mio antenato, c’era una ragazza molto bella chiamata Mamano Tegona, in questo paese. Poiché la sua famiglia era tanto povera, lei indossava il vestito misero di canapa a cui era attaccato solo un colletto blu, spettinava e stava sempre a piedi nudi. Ma la sua faccia era tanto brillante quanto la luna piena e quando lei sorrideva, era veramente bella come se fossero fioriti tanti fiori insieme. Tutti pensavano che lei fosse molto più bella di qualsiasi donna nobile vestita bene.
Perciò non solo gli abitanti del suo villaggio, ma anche gli uomini che erano venuti da Kyoto o dal paese molto lontano, si erano innamorati di lei e chiedevano la sua mano.

Tegona invece, se ne sentiva tanto dolore, e pensato:

““Io non posso scegliere uno fra di loro, allora risponderò a tutti con la mia vita.””

E lei si è suicidata gettandosi nella baia di questo paese.

Tutta la gente, compiangendola di cuore, componeva una Waka per lei e tramandava questa storia ai posteri.

Quando ero giovane, ho ascoltato questo racconto da mia madre provando la tristezza per Tegona, e ora, penso che il cuore di Miyagi sia molto più triste che quello ingenuo di Tegona.”

Parlando cosi, il vecchio aveva le lacrime agli occhi. Da una parte, la tristezza di Katsushiro era cosi grave e profonda come non si poteva esprimere con la parola. E lui, dopo tanti pensieri, ha composto una Waka per esprimere il suo cuore:

Inishieno Mamano Tegonawo Kakubakari Koiteshiaran Mamano Tegonawo

(Traduzione:
Gli uomini che amavano Tegona, dopo la sua morte, saranno stati afflitti proprio come io sono adesso.)

Uno che non può esprimere nemmeno un pezzo dei suoi pensieri, potrebbe commuovere i lettori con poche parole più che quello che è abile di farlo invece……

Questa è la storia raccontata da un mercante che frequentava spesso al paese Shimofusa.  


~ fine di Asaji ga Yado (Capanna erbosa) ~

mercoledì 20 luglio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (132)


Due foto dell'orto di gelso


Asaji ga Yado (Capanna erbosa) ~ 9 ~

Ugetsu Monogatari 21 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~


Katsushiro, con un po’ di aspettativa, è andato alla casa indicata dal vicino e ha visto un vecchio che beveva il tè seduto sulla stuoia nel giardino.

“Tu, come mai sei ritornato cosi tardi?!”

Appena visto Katsushiro, il vecchio ha gridato.

Poiché era il vecchio conoscente, Katsushiro, dopo averlo salutato cortesemente, gli ha spiegato tutta la storia successa fino ora da quando era andato a Kyoto. Parlandone, Katsushiro non poteva frenare la lacrima.

Il vecchio ha cominciato a parlare:

“Dopo che tu sei andato via, è cominciata la guerra dall’estate e tutti gli abitanti nel villaggio si sono sparsi ai posti diversi e poi, i giovani anche sono chiamati alle armi per forza. Perciò gli orti di gelso in questa zona sono tanto rovinati quanto abitano soltanto la volpe e il procione. In questa situazione orribile, solo quella donna virtuosa non ha voluto andare via, credendo la tua promessa di tornare fino all’autunno. Anche io, essendo incomodo di camminare per colpa dell’età, sono rimasto a mia casa. Mi sono stato veramente commosso al fatto che è rimasta sola la donna cosi giovane come lei, attorniata dagli esseri terribili. Nel frattempo, l’autunno di promessa è passato e nel prossimo anno, al 10 di agosto, lei era morta. Io, provando pietà molto per lei, ho seppellito il suo cadavere e su questo tumulo ho piazzato, a posto della lapide, un pezzo di legno su cui era attaccata Waka, che lei aveva scritto in punto della morte. Poiché io sono illetterato, non ho potuto annotare la data della sua morte, neanche sapere la maniera da mettere il nome postumo (N.B. In Giappone, dal tempo antico, si aveva abitudine di mettere il nome postumo alla persona morta) per lei.  E cosi, sono passati cinque anni.
Sentendo la tua storia, penso che lei sia tornata a questo mondo per parlarti il suo sentimento represso a lungo covato. Tu, vai di nuovo al suo tumulo e reciti le preghiere cortesi per lei 

domenica 17 luglio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (131)


Due foto del campo di canapa


Ugetsu Monogatari 20 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Asaji ga Yado (Capanna erbosa) ~ 8 ~

Nel vaso da mettere l’acqua, è trovato un pezzo di legno attaccato di una carta su cui c’è scritto una Waka (la poesia giapponese composta di 31 sillabe) scritta da sua moglie come seguente:

“Saritomoni omoukokoroni hakararete yonimokyoumade ikeruinochika.

(Traduzione:

Mio marino non è tornato da me fino al giorno di promessa. Ma, mi è venuta talvolta la speranza del suo ritorno, ed essendo delusa me stessa da questa, ho vissuto, povera me, fino ad oggi.)

Katsushiro, dopo averla letto, per primo ha preso coscienza della morte di sua moglie e sentendosi d’orribile tristezza di colpo, si è accasciato a terra in lacrime.  

Ma comunque, lui non sapiva nemmeno quando lei era morta. Che è vergognoso per il marito!

Lui quindi, è uscito fuori tergendo la lacrima per chiedere qualche notizia di lei a qualcuno.

Prima di tutto, lui ha visitato una casa vicino e chiesto al padrone che era sconosciuto, se lui sapesse alcune notizie di moglie. Questo padrone pero, l’ha replicato con una domanda di chi era.

Katsushiro ha risposto con cortesia:

“Io ero padrone della casa vicino, ma, sono stato per sette anni a Kyoto per il commercio e ci sono tornato ieri sera. Tutta via, mia casa è molto rovinata e disabitata, e forse mia moglie sarà già morta. Ma non sapendo quando e come lei era morta, mi viene la tristezza e il dolore di più forte. Voi mi potete parlare per favore se ne conosciate qualche cosa?”

Il padrone sconosciuto ha detto:

“Mi dispiace molto. Poiché io sto qua da un anno, non conosco niente di vostra moglie, e ho sentito dire che tutti gli ex-abitanti di questo villaggio sono andati via appena successa la guerra e adesso quasi tutti sono nuovi, spostati dall’altro posto. Io pero, so che c’è rimasto solo un signore vecchio e lo vedo ogni tanto alla vostra casa. Mi pare che lui ci venga a pregare per vostra moglie. Forse lui conoscerà qualche cosa.”  

“Allora mi potete indicare dove abita questo signore?”


“Avanzando circa 180 metri da qua, voi troverete un campo di canapa. Questo signore vecchio che è il possessore di ciò, abita nella capanna costruita in un angolo nel campo.”

mercoledì 13 luglio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (130)

La lespedeza

La piuma delle pampas

Ugetsu Monogatari 19 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Asaji ga Yado (Capanna erbosa) ~ 7 ~

Tra la fessura di Shoji (la porta scorrevole costituita da un intelaiatura di legno rivestita di carta bianca traslucida), soffiava il vento tra i pini e Katsushiro è riuscito dormire bene nell’atmosfera fresca. All’alba, poiché si sentiva un po’ freddo perfino nello stato d’animo nel sogno, lui ha provato di cercare a tastoni un’altra coperta e, sentendosi qualche fruscio strano, si è svegliato.

Caduta qualcosa fredda sulla sua faccia, lui ha aperto gli occhi e guardato il soffitto pensando che fosse l’infiltrazione di pioggia. Ma, non c’era il tetto stesso e si vedeva vagamente la luna bianca nel cielo. Sorpreso molto, lui si è guardato attorno e trovato la sua casa tanto rovinata quanto non c’era nemmeno la porta. Qualche parte del pavimento è ceduta e qua e là fra le crepe, sono cresciute le piante come la lespedeza e la piuma delle pampas in tutta la lunghezza, piene di rugiada. Le pareti sono state coperte d’edera e il giardino che era completamente trascurato, solamente era folto di erbacce.

Ma comunque, dove è andata la moglie che è stata al letto con lui?

Lui si è guardato attorno di nuovo, pensando che fosse stregato dalla volpe e ha trovato che era proprio la sua casa cosi come lui aveva costruito a modo piacere suo.

Lui è rimasto sorpreso per alcuni minuti con aria assente non sapendo più che fare. Poi lui ha riflesso su quello che è successo fino ora:

“Mia moglie forse sarà già spenta e questa casa può essere diventata la dimora di volpi e procione. La figura di mia moglie d'ieri anche, penso che qualche diavolo prendesse la forma di lei, oppure proprio la sua anima è tornata da me dall’altro mondo? “

Se fosse giusto o no il suo pensiero, lui non poteva che convincersi della morte di moglie. La sua tristezza era troppo profonda e forte per piangere.

“Solo io che vivo come prima….” Mormorando cosi nel cuore, lui camminava nella casa e ha visto che la sala di letto di cui il pavimento era staccato è ammucchiata di terra per difendersi dalla pioggia.


Forse lo spettro d’ieri sarà uscito da qua. Pensando cosi, lui si sentiva l’orrore ma, nello stesso tempo, anche il sentimento un po' nostalgico. 

domenica 10 luglio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (129)


Due foto del pino giapponese


Ugetsu Monogatari 18 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Asaji ga Yado (Capanna erbosa) ~ 6 ~

Katsushiro, dopo un po’ di silenzio, ha cominciato a parlare:

“Se io conoscevo che tu stavi bene fino ora, non avrei passato la mia vita all’altro paese per lungo tempo. Dicendo verità, quando sono stato a Kyoto, ho sentito dire che la zona Kanto era coinvolta dalla guerra civile molto grave ed io, volendo ritornarci subito, sono arrivato fino a Kiso, ma, mi sono rubato tutti i miei beni dai banditi. Sono risparmiato stentatamente la mia vita, sai, poi anche la strada per la mia patria era interrotta, ed inoltre, tutti mi dicevano che erano bruciati tutti quanti in questa zona.  Io quindi, ho rinunciato a tornare a mia casa, pensando che non sia possibile più rivederti. E sono andato di nuovo al paese vicino a Kyoto e vivevo grazie all’aiuto degli altri per sette anni. Ma, non so perché, mi è venuta la nostalgia per la mia patria in questi ultimi giorni e ci sono tornato, volendo almeno costruire la tomba per te…Ed io, inaspettatamente ti ho trovata salva e sana! Spero che questa non sia una illusione!”

Lui si è lamentato in continuazione cosi invano. E Miyagi ha detto trattenendosi dal piangere:

“Dopo che tu sei andato via, aspettavo solamente il tuo ritorno. Ma prima dell’autunno, il nostro villaggio è coinvolto dal grave disordine e quasi tutti gli abitanti sono scappati al mare o alla montagna abbandonando la loro casa. C’erano alcuni rimasti, ma, costoro sono tanto cattivi e orrendi quanto la tigre o lupo. E loro, forse avranno pensato che sia buona occasione di sedurmi perché sono da sola, m’hanno corteggiata con parole dolci, ma io, vivevo in castità con la risoluzione di morire se mai succeda il pericolo per la mia fedeltà coniugale. Per questo, ho dovuto fare un’amara esperienza tante volte.
Nel frattempo, è arrivato l’autunno in cui la Via Lattea diventa limpida e s’incontrano la Vega e l’Altair, ma tu non sei ancora ritornato. Dopo, è arrivato l’inverno e poi la primavera, pero, non sentivo nessuna notizia da te.
Io quindi, ho pensato una volta di andare a Kyoto, ma si diceva che, anche se un uomo forte ha difficoltà di passare il posto di controllo, allora, mi domandavo, come mai una donna debole come me, può farlo?  Perciò io, ho vissuto fino ad oggi solitariamente guardando sempre il pino sotto il tetto, e considerando soltanto le volpi e civette come mie amiche in questa casa senza speranza.
Tuttavia, tu sei tornato da me finalmente e ormai non ci ho niente rancore o anzi sono molto lieta. Se io fossi morta prima di rivederti, mi sarebbe tanto dispiaciuta perché tu non mi capiva il cuore.”

Dopo aver detto cosi, lei ha ricominciato a piangere. Katsushiro quindi, ha detto consolandola:

“La notte è inoltrata, parliamo domani.”


Poi, loro due sono andati al letto.

mercoledì 6 luglio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (128)


Due foto del paesaggio dell'erbacce lussureggiati


Ugetsu Monogatari 17 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Asaji ga Yado (Capanna erbosa) ~ 5 ~

Quando Katsushiro ha messo piede nella sua patria, le nuvole cariche di pioggia coprivano il cielo, ma lui avanzava la pianura coperta d’erbacce estive pensando di non dover perdersi la strada perché proprio era la terra dove ha vissuto a lungo. Nel suo paese pero, ormai non c’era più il ponte sul fiume e non si sentiva il suono del passo del cavallo neanche quello dell’essere umano. Inoltre, se per caso si trovava qualche abitazione, era completamente cambiata da quella che lui sapeva prima.

Lui quindi, non riusciva a distinguere nemmeno la sua casa. Nel frattempo, trenta o quaranta metri avanti, lui ha potuto vedere stentatamente un pino spaccato dal fulmine sotto la poca luce della stella fra le nuvole.

Katsushiro, pensando con gioia che era proprio il segno di sua casa, se n’è avvicinato e l’ha trovata. Per migliorare la situazione, lui si è convinto che ci abitava qualcuno perché filtrava la luce fra gli spiragli della porta vecchia.

“Ma va! Può essere mia moglie? Oppure sta qualcuno sconosciuto?”

Domandosi cosi, lui si è schiarito la gola per far sapere la sua visita con tanta aspettazione. Dentro casa, sembrava che qualcuno si muovesse, poi si sentiva una voce di chiedere di chi era.

Questa voce era proprio di sua moglie, anche se era abbastanza invecchiata. Katsushiro, non potendo frenare l’impazienza, ha detto:

“Sono io, Katsushiro. Ma tu, abiti da sola salva e sana fino ora in questa condizione brutta? È strano!”

Appena sentito la voce del marito, la moglie ha aperto la porta. Il suo aspetto pero, era invecchiato, sporco e nero, e aveva gli occhi incavati e i capelli spettinati. A Katsushiro, non sembrava che questa donna fosse identica alla sua moglie una volta bellissima.


Lei, dopo averlo visto, piangeva solamente a calde lacrime senza nessuna parola. Anche Katsushiro, essendo rimasto sconvolto, non riusciva a dire niente per alcuni minuti. 

domenica 3 luglio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (127)

La mappa del paese Ohmi

Una foto del lago di Biwa in Ohmi

Ugetsu Monogatari 16 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Asaji ga Yado (Capanna erbosa) ~ 4 ~

In questa situazione, lui ha pensato, non sarà possibile tornare a casa nemmeno mandare una lettera. Forse la moglie non sarà viva ormai e anche la casa sarà bruciata…..

Pensando cosi, lui ha deciso di ritornare a Kyoto. E quando lui è arrivato al paese Ohmi (il vecchio nome della presente provincia Shiga, vicino a Kyoto) ha contratto una malattia che provocava forte febbre. Katsushiro quindi, ricordandosi che c’era la casa paterna di moglie di Sasabe, l’ha visitata. Il padrone, chiamato Kahe, l’ha accettato gentilmente e chiamato subito il medico per lui.

Essendo curato da questa famiglie, Katsushiro è guarito pian piano, ma, poiché non era tanto sicuro sui suoi piedi, vi è rimasto fino al nuovo anno.

Nel frattempo, lui, essendo amato per la sua natura onesta e sincera, ha avuto dei amici in questo paese. Lui quindi, vi passava per sette anni in un batter d’occhi ogni tanto visitando Sasabe a Kyoto.

Nell’anno 1461, Kyoto e i suoi dintorni erano regnati di nuovo dal disordine per la lotta intestina di una grande famiglia chiamata Hatakeyama e per peggiorare la situazione erano diffuse le malattie contagiose.  Erano trovati i cadaveri qua e là sulla strada e la gente tremava d’ansia pensando dell’arrivo del fine mondo.

A questo momento, anche Katsushiro ha dovuto riflettere di nuovo sul modo di vivere fino ora di se stesso.

“Io sono andato in rovina ormai e non ci ho nemmeno il lavoro. Come mai sto vivendo nel paese talmente lontano dalla mia patria, appoggiandomi agli altri? Veramente mi trovo ingrato con mia moglie, perché sto passando qui per lungo tempo invano, non sapendo neanche lei fosse viva o morta.  Anche se mia moglie non ci sarà più in questo mondo, io dovrò costruire almeno la sua tomba. Questo può essere il minimo dover del marito.”


Pensando cosi, lui si è accomiatato dai tutti che erano gentili, e tornato finalmente al suo paese dopo il viaggio di dieci giorni.