Tsurezure Gusa (124)
Per esempio, se si versi l’acqua
nel recipiente grande, di cui la parte sotto viene bucata, sgocciolerebbe per
forza anche se sia a poco a poco. E poi, un giorno, non ci sarà più l’acqua nel
recipiente. Così, non ci dovrebbe essere nemmeno un giorno in cui qualcuno non
muore nella città.
Oltre a ciò, il numero dei morti
non dovrebbe essere solo uno o due. Al monte di Toribeno (si trova nella zona
est di Kyoto e nel vecchio tempo era il posto crematorio) e di Funaoka (si
trova nella parte nord di Kyoto, e anche questo era il posto crematorio nel
medioevo) ed altre campagne, non c’è nessun giorno in cui non si portano i tanti
cadaveri.
Perciò, chi vende la bara, non ha
tempo di conservarla in sua casa. L’ della morte visita sia ai giovani sia alla
persona forte, senza il preavviso. E si può dire che è il miracolo di esser
potuto vivere fino ad oggi.
Se uno rifletta bene questo fatto,
lui non potrebbe vivere spensieratamente anche se sia solo pochi minuti.
Pensiamo un po’ il gioco di
Mamakodate (Si mettono le quindici pedine bianche e nere ciascuno su una tavola
e i giocatori portano via la decima pedina da un certo posto e si ripete questo
atto. E quella che è rimasta una ultima vince.), cioè la padina che non è
portata via sembra che sia salvata, ma alla fine, tutte quante sono portate
via. Il mondo umano somiglia a ciò.
Quando il Samurai va alla guerra,
sapendo che lui sta vicino alla morte, dimentica sia la sua casa sia se stesso.
Se un eremita, stando nella capanna
lontano da posti abitati, pensi gli affari altrui della morte, affascinato
dalla bellezza del paesaggio, sarebbe veramente la cosa vana.
Il nemico chiamato la morte sempre insegue fortemente anche alla montagna silenziosa. Lui quindi, sta nello stesso posto come il Samurai che va al fronte, nel punto di stare vicino alla morte.