domenica 28 febbraio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (91)


Bosco di pino e di bambù


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (55)

La promessa rotta (7)

La mattina seguente, quando il marito è tornato dal castello, ha scoperto il cadavere di sua moglie senza la testa, sdraiata nel mare di sangue nella sua camera. Due guardie pero, stavano ancora dormendo come i ciocchi davanti alla scacchiera.

Loro due, saltati in piedi con un sobbalzo dal grido acuto del loro padrone, non potevano che guardare la scena orribile sul Tatami (la stuoia di giunco) con lo sguardo stupefatto. 

La testa della moglie non si trovava in nessun posto. L’aspetto atroce del collo del cadavere dimostrava che la testa non era tagliata ma strappata, a colpo d’occhio.

La goccia del sangue continuava dalla camera da letto fino al corridoio fuori e le imposte scorrevoli erano sfondate a calci. Il padrone e due vassalli, seguendo la traccia del sangue, sono scesi nel giardino. E loro, camminando sulle zolle erbose, passando sulla sabbia, girando attorno il laghetto in cui era piantata l’iris, sono arrivati sotto il cespuglio di pino e bambù.

Appena girati l’angolo del cespuglio, tre uomini si sono imbattuti nella cosa terrificante. Questa rideva rumorosamente come un pipistrello. Vedendola bene, loro hanno scoperto che la era proprio il fantasma della prima moglie. Il fantasma, una campanella a una mano e la testa al sangue appena strappata all’altra mano, stava in piedi minacciosamente davanti alla tomba di se stesso.

Tre uomini sono rimasti impietriti per alcuni momenti dalla sorpresa, ma fra un po’, un vassallo, recitando il nome di Budda, l’ha abbattuto con un sol colpo di spada. Allora, si sono frantumati il vestito del fantasma, i capelli e anche le ossa improvvisamente e caduti mollemente sulla terra. E fra questi, è rotolata giù una campanella con il suono tintin.

La mano destra senza carne, staccata dal osso, di cui le dita ancora hanno afferrato fortemente la testa insanguinata. Come se un granchio tenesse strettamente il noce caduto sulla terra con la sua chela….

“Che storia pazzesca!”

Io (Koizumi Yakumo, l’autore) ho detto all’amico che mi aveva raccontato questa storia.

“Secondo me, colui che il fantasma si è dovuto vendicare, era il suo marito, ma non la giovane moglie.”

L’amico mi ha risposto:

“Si, tutti penseranno come te. Ma, sai, il cuore della donna è un’altra cosa.”

Davvero! È certo che il mio amico ha ragione.


~ La promessa rotta, fine ~

mercoledì 24 febbraio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (90)

La scacchiera del Go

La scena del gioco del Go


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (54)

La promessa rotta (6)

Due vassalli che scortavano la moglie giovane, erano uomini grandi, coraggiosi e bravi negli arti marziali. Loro hanno raccontato varie storie interessanti per svagarla e lei, sentendo loro scherzi ingenui, poteva essere tranquilla e anche dimenticare quasi tutte le paure che coprivano il suo cuore.

Fra un po’, lei si coricava nel letto e due uomini, stando dietro il paravento nell’angolo della stanza, hanno cominciato a giocare a Go (Il gioco fatto con pedine nere e bianche posate su una scacchiera. Vince chi sistema le proprie pedine su un territorio più vasto di quello dell’avversario. L’origine di questo gioco deriva da una specie della predizione nella Cina antica.).

Poiché loro hanno tentato a parlare a basso per non disturbare la signora, e lei, nel frattempo, ha dormito pacificamente come una bambina.

Tuttavia, verso alle ore due, lei, avendo un incubo, si è svegliata ancora. E si sentiva proprio quel suono della campanella…..

IL suono si avvicinava piano piano, e lei, alzandosi dal letto di scatto negligentemente, ha gridato “ahimè”. Ma, nessuno si muoveva nella stanza, in cui era pieno di silenzio solo come la morte. E questo silenzio diventava man mano più profondo.

Lei quindi, con una certa decisione, è andata al posto dove stavano due uomini pero, loro, davanti alla scacchiera, si guardavano gli occhi senza muoversi. Lei li ha scosso gridando, ma erano rimasti fissi ambedue come ghiacciati.

Molto tempo dopo, i due uomini hanno raccontato della storia allora:


“Noi anche abbiamo sentito il suono della campanella. Poi sapevamo chiaramente il fatto che la signora aveva emesso un grido e scosso il nostro corpo. Tuttavia, nonostante che eravamo consapevoli di tutto quello che era successo lì, non riuscivamo a muoverci niente e poi, fra un momento, eravamo assaliti dall’orribile sonno fino a perdere tutti i senti.” 

domenica 21 febbraio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (89)


Due illustrazioni di Samurai



Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (53)

La promessa rotta (5)


Fra un po’, il marito, non battendo nemmeno un ciglio, ha detto silenziosamente:

“Sarà ingiusto di farti andare via, perché tu non sei colpevole. Mi svela la ragione della tua richiesta in modo che io ne possa convincermi. Se io trovo ragionevole di quello che tu dici, posso anche scrivere la lettere del consenso per te.
Comunque pero, io devo sapere la ragione. Se no, io non posso scriverla, perché sono il Samurai, che non voglio offrire occasione alla gente di criticarmi alle spalle.”

(N.B
Nel periodo Edo, nella classe di Samurai, solo il marito aveva il diritto di scrivere la lettera del consenso per il divorzio. Ma la moglie no.)

La moglie, pensando giusto delle parole del marito ormai, ha cominciato a riflettere se fosse giusto di raccontare la storia a lui o no. E alla fine, lei gli ha parlato tutto quanto di quello che era successo le altre notte. Poi, lei ha aggiunto tremando:

“Ora che io ti ho parlato tutto, io sarò ammazzata da quella signora in ogni modo. Sarò ammazzata da lei….”

Il marito, nonostante che un Samurai coraggioso che non credeva niente del fantasma, era un po’ sorpreso di averla ascoltato, ma, gli è venuta in mente subito l’interpretazione plausibile e semplice, e detto:

“Ehi, tu hai paura tanto, ma forse qualcuno ti ha parlato la storia insignificante. Comunque, io non scrivo la lettera del consenso per il divorzio, perché tu mi sembri che abbia sognato male. In ogni caso, mi dispiace che ti sei stata angustiata di questa cosa, durante la mia assenza. Io devo fare il servizio notturno nel castello anche sta sera, ma non ti lascio da sola. Io faccio fare la guardia ai miei due servitori per te. Loro ti scorteranno tutta la notte senz’altro. Ovviamente, sono uomini molto seri e sinceri tutti i due.”


Poiché il marito le ha parlato con molta affezione e gentilezza, lei, sentendosi di vergogna per la mente impaurita di se stessa, ha deciso alla fine di restare in casa del marito.

mercoledì 17 febbraio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (88)


Due illustrazioni del fantasma


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (52)

La promessa rotta (4)

La prossima notte pero, lei, volere o no, non ne ha potuto dubitare più. Verso alle ore due, il cane ha cominciato abbaiare fortemente, poi si sentiva ancora il suono della campanella, avvicinandosi piano piano a lei dal giardino. E lei, come prima, non riusciva ad alzarsi neanche chiamare il servitore, mentre l’ascoltava.

Nel frattempo, è entrato nella sua stanza quel cadavere e ha detto con la voce bassa e rauca:

“Tu, va via! E non devi dire la ragione da lasciare la casa a nessuno. Se tu la racconta a mio marito, io ti farei a pezzi.”

Il fantasma, avvicinatosi proprio al letto della moglie giovane questa volta, ha mormorato guardandola in viso e poi, le ha dimostrato la sua faccia deforme e orribile.

Il giorno dopo, quando il marito è tornato dal castello, la moglie giovane lo ha supplicato abbassando la testa:

“Per pietà, so che sono molto ingrata di dirti cosi, ma, io vorrei tornare a casa dei miei. Ne chiederei il permesso subito, prego!”

Il marito, sorpreso molto perché era un fulmine a ciel sereno per lui, ha controbattuto:

“Hai qualcosa non piacevole con me? Oppure, qualcuno ti ha trattato male durante la mia assenza?”

“No, giammai!” La moglie ha risposto tra i singhiozzi:

“Tutti mi trattano molto bene, ma, io non posso starci ad ogni modo. Ti chiedo favore di consentire ai miei desideri, per carità.”

Il marito, meravigliandosi sempre più, ha detto a voce alta senza intenzione:

“Ehi, mi dispiace se tu non stai bene in questa casa, ma io non capisco perché tu mi chiedi di andare via, se non ci sia nessuno che ti tratta male. Tu me lo chiedi proprio dai tuoi sentimenti?”

Allora lei, contorcendosi dalla tristezza, ha risposto:

“Se tu non me lo permetta, io dovrei morire.”


Il marito è rimasto zitto per alcuni momenti. Lui ha pensato ripetutamente alla ragione della richiesta inaspettata di sua moglie pero, non gli è venuto niente in mente. 

domenica 14 febbraio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (87)


Due foto del cane giapponese


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (51)

La promessa rotta (3)

D’improvviso, ha cominciato ad abbaiare acutamente il cane. Il suo modo d’abbaiare era talmente anormale che sembrava d’essere intimidito da qualcosa strana.

Lei era assalita da un terrore, come se fosse in un sogno orribile. La campanella suonava certamente nel giardino di sua casa. Lei ha provato di svegliare un servitore, ma, non si sa perché, non ha potuto muoversi neanche far uscire la voce.

Nel frattempo, il suono della campanella si stava avvicinando sempre più a lei, e poi, anche il cane abbaiava più fortemente.

A questo momento, entrava una donna improvvisamente nella sua camera come una ombra. Tuttavia, tutte le imposte scorrevoli erano ben serrate, nemmeno si apriva la porta della sua camera.

La donna ignota si metteva il vestito bianco da indossare il morto e teneva la campanella come un pellegrino. E nella sua faccia non c’era il bulbo oculare, che sembrava proprio un cadavere avvizzito dal tempo. Poi, sul suo viso senza gli occhi, cadevano i capelli in disordine.

La donna, tramite quei capelli disordinati, guardando la giovane moglie fisso con gli occhi senza i bulbi, ha detto con la bocca senza la lingua:

“In questa casa….in questa casa, tu non devi stare. Io sono ancora la moglie in questa casa. Tu, va via! Ma, tu non devi dire la ragione da lasciare la casa a nessuno. Se tu la dica a mio marito, io ti farei a pezzi.”

Appena detto cosi, la fantasma è scomparsa d’un tratto. La giovane moglie è svenuta per lo spavento terribile e restava cosi fino all’alba.

Nonostante di ciò, sotto la luce del sole brillante, lei si domandava se fosse vero o no quello che era successo ieri notte. Ma, non potendo dimenticare quella parola d’avvertimento, non ne raccontava a nessuno, neanche al marito.


L’altro lato, era tanto difficile di pensare solo che avesse sognato male, ad ogni modo.  

mercoledì 10 febbraio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (86)

Sopra, l'illustrazione di un pellegrino
Sotto, la campanella sua


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (50)

La promessa rotta (2)

La moglie era seppellita sotto l’albero nel giardino, che lei aveva amato tanto in vita. Sopra la sua tomba, era costruita una stupa bella su cui è stato inciso il suo nome postumo con lo stemma della famiglia.

Ma, dopo appena un anno dalla morte sua, molti parenti e amici del marito gli ha cominciato a suggerire di risposarsi, dicendo:

“Tu sei ancora giovane. Poi, nonostante che sia l’unico figlio, non hai dei figli. Tu sei Samurai che è obbligato a non interrompere discendenti. Se mai ti succeda qualche avvenimento inatteso prima di nascere il figlio, chi fa il sevizio per i tuoi antenati?” 

Lui, essendo sollecitato persistentemente dagli altri cosi, si è fatto risposare alla fine.

La nuova moglie aveva solo diciassette anni. E lui, provando rimorso contro l’accusa muta della tomba di sua prima moglie in giardino, ha cominciato a pensare con tenerezza alla seconda moglie.

Fino al settimo giorno del matrimonio, non succedeva niente il caso da turbare la felicità di moglie giovane. Al settimo giorno proprio pero, lui era ordinato dal signore di fare il servizio notturno nel castello e ha dovuto lasciare sua moglie da sola nella casa. Questa notte, la giovane moglie, non sapendo perché, si sentiva una certa ansia e non poteva essere calma. Lei ha provato a dormire, ma avendo una vaga paura, non ha potuto prendere sonno.

Poi, stranamente, le pareva che ci fosse un’aria deprimente attorno. È veramente l’aria pesante simile a quella prima di essere minacciata dalla tempesta.

Nel frattempo, verso alle ore due di notte, lei ha sentito per caso un suono che tintinnava una campanella fuori. Le sembrava quello che suonava un pellegrino. Ma lei ha pensato molto strano, che passava un pellegrino in questa zona residenziale a notte cosi inoltrata.

Dopo alcuni momenti, quel suono è cominciato a sentirsi da molto più vicino a lei.

“Che strano! Può essere che è venuto il pellegrino a mia casa? Ma come mai questo pellegrino è potuto venirci dalla parte posteriore della casa in cui non c’è la strada da passare?”

Lei si domandava cosi ansiosamente.

domenica 7 febbraio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (85)


Due foto dei fiori di pruno giapponese

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (49)

La promessa rotta (1)

“Io non ho paura di morire.”

La moglie ha detto appena prima di spirare:

“Ma mi preoccupo di solo una cosa. Cioè, io voglio sapere chi potrebbe venire da te come la seconda moglie.”

Il marito disperato ha detto:

“Oh no! Io non prenderò mai la nuova sposa, non c’è nessuna donna che ti potrà sostituire.”

“Tu puoi dirlo sotto giuramento davanti a dio?”

La moglie gli ha domandato con il sorriso triste.

“Sì, certo. Io sono il Samurai che ha una sola parola.”

Il marito, dicendo cosi, accarezzava il viso pallido di sua moglie.

“Allora, tu puoi seppellirmi nel giardino di questa casa?  Proprio vicino al bosco di pruno, che si trova nell’angolo del giardino? Io ne volevo chiederti da molto tempo, pero, non l'ho potuto dire. Perché io pensavo che, se ti risposi, la nuova moglie non vorrebbe vedere il tumulo mio ogni giorno al posto tanto vicino. Ma, tu hai giurato di non sposarti più, perciò ti ho parlato il mio desiderio onestamente. Ah, se tu mi seppellisca in questo giardino davvero, io potrei sentire la tua voce ogni tanto e poi, vedere anche i fiori a primavera.”

“Naturalmente io farò tutto come tu vuoi. Ma tu non devi dire adesso del sotterramento. La tua salute non è ancora molto cattiva.”

“Ma no! Ormai, io sto veramente male. Forse morirò entro sta mattina. Comunque, tu mi seppellisci nel giardino sicuramente?”

“Non ti preoccupare. Stai calma. Io costruirò una tomba bella sotto il pruno che abbiamo piantato noi due.”

“Poi ti chiedo un’altra cosa, cioè puoi darmi la campanella piccola?”

“Cosa? Hai detto la campanella?”

“Sì, ti chiedo di metterla nella barra per me. Proprio la campanella cosi piccola come tiene un pellegrinaggio. Puoi metterla?”

“Sì, certo. Vuoi qualcosa altra?”

La moglie ha detto:

“Io non voglio più niente altro. Tu, caro mio, sei stato sempre molto gentile per me. Ormai, io potrò andare in Nirvana senza nessuna preoccupazione.”

Dopo alcuni momenti, lei ha chiuso gli occhi, poi è morta. Il suo viso era talmente bello che un bambino stava dormendo pacificamente. E su questo, si vedeva anche un sorriso fioco.

mercoledì 3 febbraio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (84)

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (48)

La storia di Chugoro (5)

Il collega anziano, pensando cosi, ha detto a Chugoro con una certa gentilezza:

“Io, comunque, non dirò a nessuno questa cosa finché tu sia salvo e sano. Tu vai a vedere quella signora…Ma, stai attento! Perché, mi pare che tu sia ingannato da qualche spirito malvagio.”

Chugoro, ha risposto solo con un sorriso al consiglio del collega e andato via gioiosamente.

Tuttavia, dopo alcuni tempi, lui è tornato con aria abbattuta.

L’anziano gli ha domandato:

“Come è andato? Tu l’hai incontrata?”

Chugoro ha risposto:

“No, lei non c’era. È prima volta che lei non mi aspettava al solito posto. Forse lei non vorrà vedermi mai più. Ho comitato un grave errore d’aver svelato il segreto all’altra persona. Sono veramente sciocco che ho mancato a una promessa.”

Il suo collega gli ha consolato ripetutamente, ma era inutile.

Dopo di che, Chugoro, sdraiatosi, non parlava più. Nel frattempo, il suo corpo è cominciato a tremare come se fosse contratto una malattia febbrile. E quando la campana del tempio ha cominciato a suonare all’alba, lui ha voluto alzarsi d’improvviso, ma, è caduto esausto per il pavimento. Sembrava che sia molto strano il suo aspetto. Poiché al suo collega pareva che lui è contratto una malattia mortale, era chiamato subito un medico.

“Che strano!” Il medico ha gridato visitandolo:

“Nel suo corpo, non c’è il sangue. Si trova solo l’acqua. Sarà troppo difficile di scampare alla morte per lui. È veramente la persona sfortunata.”

Dopo, il medico ha fatto del suo meglio di salvarlo, ma non ha potuto avere effetto. Chugoro è spento al tramonto.

Allora, il collega anziano ha raccontato la storia di Chugoro al medico.

“Oh, anche io la immaginavo.” Il medico ha detto:

“È logico che non ho potuto salvarlo con la qualsiasi medicina. Ma, lui non è il primo uomo che ha  perso la vita per quella donna.”

“Ma, chi è costei? Di dove è apparsa?” Il collega gli ha domandato:

“Potrebbe essere una specie di volpe?.....”

“Oh no, quello che si trova nel fiume da molto tempo. È l’amatore del sangue dell'uomo giovane.”

“Allora forse un serpente oppure un drago femminile?”

“No no, se voi guardiate sotto il ponte di quel fiume al giorno, lo trovereste subito. È un animale molto grottesco.”

“Che tipo d’animale sarà?”

“È un rospo. È il rospo grosso e brutto.” 

                                     
                                     ~ La storia di Chugoro, fine ~



una volpe

un rospo