domenica 31 gennaio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (83)



Due foto della scena del banchetto giapponese


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (47)

La storia di Chugoro (4)

Chugoro ha continuato a parlare ancora:

“Quando mi sono svegliato, scosso dalla donna, già stava facendo giorno. Allora, lei mi ha detto:

““Tu, ormai sei il mio marito. Ma, dicendo verità, è successa una cosa che non ti posso rivelare e neanche non devi domandarmene. Perciò, noi dobbiamo tenerla in segreto per qualche tempo. Se tu ci rimanga finché non sorge il sole, affronteremo il rischio della vita noi due. Per carità, quindi, non pesare male di me, se ti faccio tornare alla residenza del tuo padrone. Poi, ci vieni di nuovo sta sera.
Vieni a stesso posto che ci abbiamo incontrato prima volta, d’ora in poi ogni notte. Aspetti là per favore a stessa ora come ieri. Giuro che non ti faccio aspettare lungo tempo.
Tuttavia, non dimenticare mai di tenere il nostro segreto, cioè non rivelare a nessuno la nostra relazione ad ogni modo. Se tu la parli a qualcuno, noi dobbiamo separare per sempre.””

La donna mi ha raccontato cosi.

Allora, io, sentendo che questa è la fatalità mia decisa prima di nascere in questo mondo, ho giurato di comportarmi come lei mi ha voluto.

Dopo di che, attraversando le numerose sale belle e vuote, siamo arrivati all’ingresso. E appena che lei mi ha stretto la mano fortemente, diventava completamente scuro attorno e quando sono rinvenuto, stavo in piedi distrattamente da solo sotto il ponte. E poi, sono tornato alla residenza del mio signore, prima che suonava la campana dei templi.

Prossima notte, all’ora promessa, quando sono andato sotto il ponte, lei già mi aspettava. E mi ha invitato al punto profondo del fiume e siamo passati una notte come l’altra.

Dopo, succedeva la stessa cosa ogni notte. Lei mi aspetterà anche sta sera sicuramente.
Io preferirò a morire, anzi che la faccio scoraggiarsi. Sono talmente innamorato di lei. Perciò, io verrò al ponte sta sera, e chiedo scusa se io sia insistente, ma comunque, non dire a nessuno quello che ti ho raccontato.”

La collega anziano si è sorpreso e ha avuto la paura molto, ascoltandolo. Secondo lui, non c’era niente bugia nella storia che aveva parlato Chugoro. Ma, si trovava qualcosa strana nelle sue parole.

La collega anziano quindi, ha pensato che Chugoro fosse ingannato da qualche spirito malvagio.


Poi lui ha pensato anche, se Chugoro fosse ingannato veramente, dovrebbe avere compassione per lui, anzi che imporgli le sue opinioni. Se lo consigliasse con atteggiamento autoritario, l’avrebbe danneggiato al suo cuore, al contrario…….

mercoledì 27 gennaio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (82)

il candeliere giapponese

Zabuton


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (46)

La storia di Chugoro (3)

Chugoro ha continuato di parlare:

“Io non so perché, ma quando lei mi tocca con la mano, divento molle come un bambino. Proprio come se succeda nel sogno, mi sento paralizzato sia la mano sia i piedi. E alla fine, la donna mette piede nel fiume e poi mi tirava dentro. Per alcuni momenti, mi sembrava che le mie orecchie e la bocca fossero completamente tappate, e tra poco, mi sono accorto che stavo camminando nel posto ben chiaro come il palazzo lusso con lei. Stranamente, non ero bagnato neanche faceva freddo. Era secco, caldo e bello attorno e non ho capito niente come e di dove sono arrivato lì.
La donna, prendendo la mia mano, avanzava. Siamo passati per le numerose sale che erano tanto belle. Poi siamo arrivati alla sala molto grande che sembrava quasi di mille Tatami (la stuoia tipica giapponese, con la grandezza di 180cm x 90cm, e 5cm di spessore circa, imbottito di paglia e coperto di giunco).
Avanti a Tokonoma (una specie d’alcova in casa giapponese che si trova nella sala più importante), sono messe tante candeliere e anche Zabuton (i cuscini per sedersi), quindi mi pareva che ci si terrebbe un banchetto. Ma, non c’era nessun ospite.
La donna mi guidava proprio avanti a Tokonoma, e mi ha detto sedendosi accanto a me:

““Ora, questa è la mia casa, tu non pensi che siamo felici se ci viviamo insieme?””

Lei mi ha domandato cosi, con il sorriso troppo incantevole.

Il suo sorriso era talmente bello che non si troverà mai l’altro nel mondo. Io quindi, sono andato in estasi per lei e non capivo per niente altro. Poi io ho risposo di sì.
A questo momento pero, mi è venuta la storia di Urashima Taro (consultate per favore “Le serie degli antichi racconti giapponesi (1)”) d’improvviso. E ho avuto una idea, che lei potrebbe essere una donna sacra come Otohime. Ma io ho esitato di chiederne direttamente a lei, pensando il suo imbarazzo.
Nel frattempo, sono apparse tante servitrici, portando ogni sorta di ghiottonerie e bevande.
Allora, la donna mi ha detto:

““Se a te non dispiace, facciamo il giuramento del matrimonio adesso. E questo cibo è preparato per la cerimonia.””


Io ho detto di sì e abbiamo fatto il giuramento solido di essere la coppia eterna anche se siamo rinati. Poi, dopo essere finito il banchetto, siamo andati alla sala preparata per noi due.”

domenica 24 gennaio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (81)


Due foto degli uccelli che vivono sulla riva del fiume Edo

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (45)

La storia di Chugoro (2)


Chugoro, ascoltandolo, ha dimostrato molta sorpresa e confusione. E dopo alcuni momenti del silenzio, è sceso nel giardino con passo veloce e disinvolto. Il collega anziano quindi, l’ha seguito da dietro.

Quando sono arrivati in un angolo che non c’era nessun’altro attorno, Chugoro si è fermato e ha cominciato a parlare:

“Ormai io vi dirò tutto, ma per favore non parlate di questa cosa a nessuno. Perché se voi la divulgaste, vi succederebbe una calamità grave.

Circa cinque mesi fa, all’inizio della primavera, ho cominciato a lasciare questa residenza a ogni notte per l’amore mio.

Cioè, una notte, io sono andato a casa dei miei genitori per salutarli e quando stavo tornando da lì, ho visto una donna che è stata sulla riva del fiume, non molto lontano da qua. Dal suo modo di vestire, ho supposto subito che lei fosse di una famiglia di alto rango. Io pero, pensavo anche era un po’ strano di vedere una donna che stava da sola sulla riva del fiume a notte inoltrata.

Ma, pensando che non sia giusto di darle una voce da me, stavo per oltrepassarla. Allora, lei è avanzata risoluta verso me e m’ha tirato la manica. Ed io l’ho trovata molto giovane e bella.

Poi lei mi ha chiesto di accompagnarla fino all’estremità del ponte, perché lei voleva chiedermi qualche cosa.

La sua voce era veramente dolce e tenera e il suo sorriso era carinissimo imparagonabilmente.

Io quindi, camminavo con lei senza meta. Durante la nostra passeggiata, lei mi ha detto di avermi visto diverse volte quando io uscivo fuori e ha avuto un colpo di fulmine per me. E lei mi ha detto:

““Io vorrei stare sempre vicino a voi. Quanto sarei felice se possa sposarvi.””

Io ero veramente perplesso di averla sentito, ma comunque lei era tanto bella.

Quando siamo arrivati all’estremità del ponte, lei mi ha tirato la manica di nuove e noi siamo andati al bordo del fiume.

E lei mi ha mormorato di venire con lei, poi voluto di tirarmi nell’acqua. Come voi sapete, quella zona è di acqua molto profonda, perciò ho avuto paura di lei improvvisamente e volevo tornare indietro. Ma la donna, con sorriso splendente, mi ha preso il polso e detto:


““Finche voi state con me, non c’è niente bisogno di aver paura.””

mercoledì 20 gennaio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (80)


L'attuale vista del fiume Edo


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (44)

La storia di Chugoro (1)

C’era una volta, un Hatamoto chiamato il sig. Suzuki. (Hatamoto è un titolo del Samurai nel periodo Edo. Cioè, lui non era il signor feudale, ma un suddito diretto dello Shogun, che era dato il territorio meno di 10000 Koku. Comunque, Hatamoto significa letteralmente “Sotto la Bandiera” ed era originalmente la guardia dello Shogun Tokugawa, che è stato sempre vicino allo Shogun nel campo di guerra. Dopo quando il Giappone è stato messo sotto al regime di Tokugawa Shogunato, questa guardia era promossa al suddito diretto dello Shogun con nome di Hatamoto. Riguardo a Koku invece, consultate per favore “La storia di Samurai (43)”)

La residenza del Sig. Suzuki era situata vicino a un ponte chiamato Nakanohashi, lungo del fiume Edo.  E fra i sudditi suoi, c’era un Ashigaru (la posizione più bassa nella classe di Samurai) chiamato Chugoro, che era bello, giovane e saggio poi simpatico ai tutti.

Lui ci lavorava già quattro o cinque anni e non ha mai commesso un errore. Ma in questi giorni, lui ha cominciato ad uscire ogni notte furtivamente e tornato un po’ prima dell’alba.

Alcuni colleghi ne hanno notato, pero nessuno gli ha osato di chiedere la ragione in faccia all’inizio. Perché nessuno di loro era disturbato dal suo atto e poi, a loro sembrava che lui tenesse qualche segreto speciale.

Tuttavia, col passo del tempo, la sua cera diventava sempre più brutta e anche fisicamente dimostrava una certa debolezza. I suoi colleghi quindi, pensando che la sua situazione era grave, hanno deciso di domandargli il motivo.

E una notte, un collega anziano, chiamando Chugoro accanto, gli ha detto:

“Chugoro, tu lasci ogni notte la residenza e torni all’alba. Noi tutti i colleghi ne già sappiamo. Inoltre, tu sembri che abbia la cera brutta, perciò noi ci preoccupiamo di te internamente, avendo paura che tu faccia compagnie cattive.
Tu, magari mi puoi spiegare la tua situazione? Se no, noi dovremo denunciarti al nostro capo.
Ma, noi siamo colleghi e amici, quindi se tu mi parli francamente la ragione, io non oserò più di complicare il problema.

Comunque, noi vogliamo sapere la tua situazione attuale come amici, oppure tu pensi che questa preoccupazione nostra non sia giusta, secondo te?”

domenica 17 gennaio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (79)


Due esempi del sanscrito


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (43)

La storia di Okame (4)

La madre, dopo aver ascoltato questa storia, si è sorpresa molto. E poi, lei ha visitato subito il monaco del tempio buddista della sua parrocchia e gli ha chiesto di salvare il figlio, raccontandogli tutto quello che le aveva parlato Hachiemon.

Il monaco, anziano che aveva molto vissuto, non dimostrando nessuna sorpresa, le ha detto:

“Non è prima volta per me, di sentire questo genere di storia. Molto probabilmente, io potrò salvarlo. Ma, lui sta adesso nel momento troppo pericoloso. Secondo me, lui ha già la morte dipinta sul viso. Se torni Okame da lui ancora una volta, lui sarebbe spento. Lui non potrà mai vedere la luce.
Comunque, dovrò fare tutto quello che posso fare subito. Tu pero, non devi dirne niente al figlio.
Poi, devo chiederti una fatica di accompagnare tutti i parenti tuoi a questo tempio quanto possibile presto. Perché noi dobbiamo aprire la tomba di Okame, per salvare il tuo figlio.”

Allora, tutti i parenti si sono radunati al tempio. Il monaco, dopo aver ottenuto il permesso d’aprire la tomba da loro, li ha portato al cimitero.

Poi, sotto le istruzioni del monaco, tutti hanno sollevato la pietra della tomba di Okame e tirato fuori la barra.

Quando il coperchio della barra era aperto, tutti i presenti sono rimasti sorpresi. Perché, il cadavere di Okame è stato bello e sorridente come prima della morte nella barra. Non si vedeva nessun’aria della morte in qualsiasi parte del cadavere.

Ma quando loro stavano per prendere il cadavere, la sorpresa si è trasformata nel terrore, perché lo era ancora tiepido e flessibile come se fosse veramente quello umano.

Dopo, il cadavere era portato nella sala principale del tempio. Il monaco quindi, ha scritto alcune lettere sacre in sanscrito al fronte, le mani e piedi di Okame con il pennello. Poi, prima di riseppellire il cadavere, lui ha fatto una preghiera per mandare lo spirito smarrito di Okame in Nirvana.

Dopo di che, Okame non appariva più al lato del suo marito.  E Hachiemon, riprendendo la salute pian piano, si è guarito completamente entro breve tempo.


Tuttavia, non c’è scritto niente se lui avesse mantenuto la promessa che ha fatto con Okame o no, nel testo originale.


           ~ La storia di Okame, fine ~

mercoledì 13 gennaio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (78)


Due foto della campana del tempio


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (42)

La storia di Okame (3)

L’ammalato ha detto:

“Io non ci ho niente da dirvi. La tristezza mia deriva solo dalla morte di mia moglie.”

I genitori gli hanno detto:

“Allora, tu sposi di nuovo magari. Forse la tua situazione potrà cambiare.”

“No, ho promesso di non sposarmi più, con Okame. Non posso rompere questo promesso anche se ci sia qualsiasi ragione.”

Dicendo cosi, lui ne ha rifiutato fortemente.

Dopo di che, lui si era sempre più indebolito. Tutta la famiglia, vedendo la situazione di Hachiemon, già disperava della guarigione sua.

Tuttavia, solo la madre, da qualche tempo, dubitava che il suo figlio nascondesse qualcosa nel seno e un giorno, lei gli ha sollecitato a svelare la vera ragione della malattia, versando la lacrime.

Allora, Hachiemon, non potendo più ignorare la richiesta penosa della madre, ha parlato finalmente:

“Madre, è molto duro da dire questa cosa sia a te sia al padre. Se io dica la verità, forse non la crederebbe nessuno. Comunque, dicendo verità, Okame non sta ancora nell’altro mondo con calma. Per quanto io faccio la preghiera sincera per Okame, lei non può essere tranquilla. Forse andare io stesso all’altro mondo, accanto a lei, sarà la migliore maniera.
Lei torna ogni notte qui e dorme con me. Proprio ogni notte dal giorno funerale! Io quindi, ogni tanto dubito se Okame fosse morta o no, perché la sua faccia è veramente uguale a quella di prima della morte. Solo quando lei mi parla, la sua voce è un po’ più bassa che quella normale. Questa è l’unica differenza.
Okame mi ha chiesto di non dire di ciò a nessuno. Forse lei desidera che io muoio. Io stesso, neanche voglio vivere in questa maniera solitaria. Ma siete voi genitori che mi avete dato tutto quanto sia corpo sia cuore. Perciò, io, come il figlio, devo rispettare molto i genitori. Io quindi, ti ho parlato cosi tutto, pensando che sia qualche devoto per voi.

Si, certo che Okame viene ogni notte da me, quando io sto per sonnecchiare. Poi, all’alba, quando comincia a suonare la campana del tempio, scompare in qualche parte.”

domenica 10 gennaio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (77)


Due foto della cerimonia matrimoniale giapponese



Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (41)

La storia di Okame (2)

Hachiemon ha detto:

“Dimmi quello che vuoi. Farò qualunque cosa in mio potere per te.”

Okame ha risposto:

“Si, pero forse non sarà piacevole per te quello che penso io.”

E dopo un po’ di silenzio, Okame ha continuato:

“Penso che sia molto duro per te, ancora tanto giovane, di chiedere il mio desiderio, ma questo m’arde come la fiamma. Io quindi, se non telo racconti, non potrei morire in pace. Credo che la mia famiglia ti faccia sposare di nuovo, dopo che io sarò morta. Ma tu, mi puoi promettere di non sposarti di più?”

“Ah, volevi dire solo cosi?” Hachiemon ha detto:

“Il tuo desiderio era per cosi poco? È mica tanto difficile per me. Va bene, ti prometto. Io non prenderò nessuna moglie altra che te.”

“Oh, che gioia!”

Dicendo cosi, Okame si è alzata la metà del corpo.

“Tu non sai, quanto sono felice di aver ascoltato le tue parole….”

Appena detto cosi, Okame ha chinato la testa all’improvviso, ed è morta.

Dunque, dopo la morte di Okame, Si vedeva che ci fosse qualcosa di debole in Hachiemon.

All’inizio, tutti credevano che questo mutamento suo derivasse dalla perdita di moglie e si dicevano:

“È più che giusto che lui è depresso, perché lui era pazzo di Okame.”

Tuttavia, col passo del tempo, lui diventava sempre più pallido. E fisicamente, anche è tanto dimagrito quanto fino a tutto pelle e ossa.

Allora, tutti quanti adiacenti a lui, hanno cominciato ad avere dubbio piano piano del suo mutamento, pensando che il suo stato emaciato non derivasse solo dalla tristezza per la morte di moglie.

Il medico ha detto:

“La condizione di Hachiemon non è solo una semplice malattia. Per ora, non riesco a capire bene quale sia la sua salute, ma comunque, è poco comune. Mi pare che la sua malattia fosse causato dalle preoccupazioni inimmaginabili per me.”


Per questo, i genitori di Hachiemon, preoccupandosi molto, hanno chiesto a loro figlio, se ci fosse qualche cosa che gli faceva venire in mente la ragione di ciò, ma Hachiemon stesso, non ne aveva la minima idea.  

mercoledì 6 gennaio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (76)


Due foto del paesaggio di Tosa


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (40)

La storia di Okame (1)

Okame, la figlia del milionario nel paese Tosa (vecchio nome della presente provincia Kouchi), amava molto il suo marito chiamato Hachiemon. Lei aveva 22 anni e lui 25.

Poiché l’amore di Okame era troppo profonda, tutti gli altri pensavano che lei fosse era molto gelosa. Tuttavia, il marito, Hachiemon, non ha mai fatto nessun comportamento da creare qualche dubbio nel cuore di Okame fino ora. Fra di loro, non succedeva mai la lite causata dalla infedeltà dal marito.

Sfortunatamente, Okame non era in buona salute dalla piccola. E due anni dopo dal matrimonio, lei si è ammalata di malattia che imperversava molto nel paese Tosa, e alla fine, il suo stato diventava quasi incurabile.

Comunque, chiunque si è ammalato di questa malattia, non poteva mangiare neanche bere ma solo dormire. E faceva sempre dei brutti sogni, essendo languido. Okame, nonostante che curata bene, si è ridotta sempre più pelle e ossa, e poi lei ha capito infine, che la morte si stava avvicinando a se stessa.

Okame quindi, ha detto al marito:

“Mi dispiace moltissimo d’essere ammalata cosi. Non ho parola da ringraziarti della tua gentilezza, che mi hai dato cure affettuose sia giorno che notte. Sicuramente, non potrò trovare mai l’altro uomo, gentile come te in questo mondo. Perciò, è troppo doloroso dovermi separare da te.
Tu, mio caro, pensa che ci ho ancora meno di 25 anni e tu sei il migliore marito nel mondo per me. Nonostante di ciò, io dovrò morire.
…..
Ma no, non mi dire parole di conforto. Ormai, anche il medico ha abbandonato ogni speranza circa la mia guarigione. Se fosse possibile, volevo vivere almeno due o tre mesi di più. Ma, ho guardato la mia faccia nello specchio poco prima e capito subito che morirò oggi. È proprio oggi!
Allora, io vorrei chiederti un favore speciale, se tu desidera di mandarmi all’altro mondo con molta facilità……”


Dopo aver detto cosi, lei esitava a continuare le parole per un po' di tempo. 

domenica 3 gennaio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (75)


Due foto del tempietto della divinità custode

Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (39)

Umezu Chubee (3)

Quando Chubee ha recitato il nome di Budda Amitaba tre volte, lui si è sentito improvvisamente di essere alleggerito quel peso quasi insopportabile.

Lui, sentendosi come se fosse imbrogliato dalla volpe, è rimasto immobile a lungo con aria assente. Il bambino, non si sa dov’è, scomparve senza che lui se ne accorgesse.

A questo momento, quella donna strana è tornata da lui correndo con la velocità come prima. E Chubee si è accorto prima volta che lei era bellissima. Lei, sudando alla fronte, portava a tracolla una fascia con lena, come se avesse compiuto il grande lavoro.

Poi, lei ha detto con la voce solenne:

“Chubee, tanto gentile, tu hai lavorato bene per me. Sono la divinità custode di questa zona. Stasera, una dei devoti miei è venuta da me per chiedere aiuto per il suo parto difficile. Ma, poiché io non sono abile d’aiutarla da solo, ho contato su di te, forte e coraggioso.
Quel bambino che tu tenevi in braccia, dicendo verità, era ancore il feto e quando tu sentivi che lui diventava sempre più pesante, era proprio il momento più difficile e doloroso per la donna che stava partorendo. E quando tu sentivi che non potevi più sopportare, era il momento che stava in crisi la vita della donna e tutta la famiglia sua piangeva. Allora, tu recitavi tre volte il nome di Budda Amitaba, e questo mi ha aiutato bene per farla partorire senza nessun dolore di più. È nato il bambino salvo e sano.
Io restituirò un favore sufficiente a te. Per il Samurai, niente è più utile della forza. D’ora in poi quindi, non solo te ma anche i tuoi discendenti in lungo futuro, avranno la grande forza straordinaria per il mio favore.”

Dopo aver promesso cosi, la figura della divinità è scomparsa come per incanto.

Umezu Chubee, pensando che succedesse la cosa molto strana, è andato direttamente al castello e quando ha finito il suo compito all’alba, lui si è pulito alla faccia e mano per pregare il sole del mattino come al solito.

Tuttavia, quando lui stava per torcere l’asciugamano suo, con la sua sorpresa, è ridotto a pezzetti, nonostante che era ancora molto nuova.

Lui, sorprendendosi, ha provato di torcere i pezzetti riuniti di nuovo, si è strappato come se fosse fatto di carta. Lui quini, ha provato ancora una volta, ma il risultato era sempre stesso.

D’ora in poi, quando lui ha afferrato qualcosa fatta di rame o ferro, si è frantumata subito anche questa come se fosse fatta di terra. Allora, Chubee si è accorto per primo che si fosse verificato il promesso della divinità custode. Lui quindi, dopo di che, ha capito che doveva essere molto attento quando toccava qual cosa.

A proposito, quando lui è tornato a casa, ha domandato alla sua famiglia se conoscesse o no, che qualcuna ha partorito un bambino nel suo paesino. E lui ha saputo che è nato un bambino proprio a stessa ora in cui gli succedesse il fenomeno strano, e anche l’aspetto del parto era uguale allo stato che gli ha raccontato la divinità.

E tutti i suoi figli hanno ereditato la forza del padre e poi, anche alcuni dei suoi discendenti erano forti straordinariamente e quando questa storia era scritta, loro abitavano nel paese Dewa.


        ~Umezu Chubee, fine ~