mercoledì 6 gennaio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (76)


Due foto del paesaggio di Tosa


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (40)

La storia di Okame (1)

Okame, la figlia del milionario nel paese Tosa (vecchio nome della presente provincia Kouchi), amava molto il suo marito chiamato Hachiemon. Lei aveva 22 anni e lui 25.

Poiché l’amore di Okame era troppo profonda, tutti gli altri pensavano che lei fosse era molto gelosa. Tuttavia, il marito, Hachiemon, non ha mai fatto nessun comportamento da creare qualche dubbio nel cuore di Okame fino ora. Fra di loro, non succedeva mai la lite causata dalla infedeltà dal marito.

Sfortunatamente, Okame non era in buona salute dalla piccola. E due anni dopo dal matrimonio, lei si è ammalata di malattia che imperversava molto nel paese Tosa, e alla fine, il suo stato diventava quasi incurabile.

Comunque, chiunque si è ammalato di questa malattia, non poteva mangiare neanche bere ma solo dormire. E faceva sempre dei brutti sogni, essendo languido. Okame, nonostante che curata bene, si è ridotta sempre più pelle e ossa, e poi lei ha capito infine, che la morte si stava avvicinando a se stessa.

Okame quindi, ha detto al marito:

“Mi dispiace moltissimo d’essere ammalata cosi. Non ho parola da ringraziarti della tua gentilezza, che mi hai dato cure affettuose sia giorno che notte. Sicuramente, non potrò trovare mai l’altro uomo, gentile come te in questo mondo. Perciò, è troppo doloroso dovermi separare da te.
Tu, mio caro, pensa che ci ho ancora meno di 25 anni e tu sei il migliore marito nel mondo per me. Nonostante di ciò, io dovrò morire.
…..
Ma no, non mi dire parole di conforto. Ormai, anche il medico ha abbandonato ogni speranza circa la mia guarigione. Se fosse possibile, volevo vivere almeno due o tre mesi di più. Ma, ho guardato la mia faccia nello specchio poco prima e capito subito che morirò oggi. È proprio oggi!
Allora, io vorrei chiederti un favore speciale, se tu desidera di mandarmi all’altro mondo con molta facilità……”


Dopo aver detto cosi, lei esitava a continuare le parole per un po' di tempo.