domenica 31 ottobre 2021

La serie della letteratura giapponese ~459~

 


Due illustrazioni di Rasetsu


Tsurezure Gusa (81)

 

Riguardo al giorno di “Shakuzetunichi (1)”, non vale la pena nella strada di Yin-Yang. Una volta, la gente non lo evitava, perché lo considerava una specie della superstizione.

 

Tuttavia, recentemente, non so chi l’ha detto, si considera che non vanno bene tutti quanti che succedono a questo giorno. È la cosa proprio sciocca!

 

Se uno faccia qualche cosa scegliendo la giornata buona, va tutto bene? No. Può fallire lo stesso. Fallire in qualche cosa o avere successo in qualche cosa, non c’entra niente il giorno.

 

Perché, questo mondo è sempre mutevole, e non è possibile di esistere l’oggetto visibile, e la cosa che comincia non ha la fine.

 

È molto duro di realizzare l’ambizione e non si esaurisce mai il desiderio. Il cuore umano è sempre incerto. E tutti fenomeni in questo mondo non sono che una illusione. Non c’è niente la cosa che non cambia anche se solo un momento. Ma, la gente che non conosce questa ragione evita il giorno di Shakuzetsunichi.

 

Loro dicono:

 

“Se uno faccia del male al giorno buono, incontrerebbe sempre la cosa infausta. Invece, se uno faccia del bene al giorno male, lui sta sempre nella fortuna.”

 

Il segno fausto o infausto, pero, si decide solo dal carattere umano, mai dal giorno.

 

(1)

 

Il giorno Shakuzetsunichi, una volta fra il popolo, se ne credeva uno dei giorni infausti. Secondo la leggenda, la divinità di Shakuzetsunichi proteggeva la porta d’ovest del Giove. E questa divinità aveva sei diavoli sotto di lei e li faceva proteggere la porta a turno a ogni giorno. E al turno terzo, Rasetsu, il diavolo più cattivo, era di servizio. Questo giorno arriva una volta a sei giorni, quindi, si può dire che 60 giorni in totale in un anno. E il popolo, odiando questo giorno, ha cominciato a evitarlo.

 

E l’autore Kenkou ha provato a criticare questo genere della superstizione.

mercoledì 27 ottobre 2021

La serie della letteratura giapponese ~458~

 


Due foto del ragazzo travestito da Chigo, alla festa attuale


Tsurezure Gusa (80)

 

Un monaco di alta classe, chiamato Dainagon Houin, aveva un servitore giovane chiamato Otozurumaru. Questo ragazzo era intimo con un uomo chiamato Signor Yasura, e frequentava spesso a sua casa. 

 

Un giorno, quando questo ragazzo è tornato al tempio, Houin gli ha chiesto:

 

“Dove sei andato?”

 

Allora il ragazzo ha risposto:

 

“Sono stato a casa del Signor Yasura e adesso tornato qui.”

 

Il padrone quindi, ha domandato ancora:

 

“Quel Signor Yaura, è laico o monaco?”

 

Il ragazzo allora, ha risposto con un po’ di esitazione, giungendo le maniche:

 

“Uhm, come posso dire…Io non so bene, perché non ho visto la sua testa.”

 

Come mai, lui non ha visto la testa?

N.B

 

Nel periodo di Heian, c’era un servitore giovane chiamato Chigo che lavorava nel tempio e anche nella casa del nobile. E nel caso del tempio buddista, il maestro monaco insegnava il Buddismo e la maniera giusta al ragazzo. Di solito questo Chigo era scelto dalla famiglia relativamente buona e anche dalla bellezza. E spesso lui serviva il padrone anche come il partner della sodomia.

 

Nel caso di questa sezione, il contenuto non è ben chiaro, quindi, dal tempo, gli studiosi hanno interpretato con i vari modi. Alcuni dicono che Dainagon Houin era geloso di Signor Yasura, alcuni dicono che questa è la storia per ridere fra le compagnie.

 

Comunque, l’ultima frase “perché non ho visto la sua testa”, si può dire che si contiene l’elemento un po’ erotico.

domenica 24 ottobre 2021

La serie della letteratura giapponese ~457~

 


Due illustrazioni di Nekomata


Tsurezure Gusa (79)

 

Una volta, uno ha detto:

 

“Ho sentito dire che, nei recessi delle montagne, abita un mostro di gatto, chiamato Nekomata, e questo mangia la persona.”

 

Allora l’altro ha detto:

 

“No, no. Non è necessariamente nei recessi delle montagne. Anche in questa zona, quando un gatto s’invecchia, diventa Nekomata e mangia la persona.”

 

In un tempio buddista nel villaggio, abitava un monaco, e lui, sentendo questa cosa, ha deciso di stare attento quando cammina da solo.

 

E un giorno, lui è andato a casa di un conoscente e ci si divertiva di comporre Waka con gli amici fino a tarda notte. Poi, lui è uscito fuori per tornare a sua casa e camminava nel buio da solo. E quando lui stava per passare la riva di un ruscello, si avvicinava proprio quel Nekomata che lui ha sentito dalla voce, e si gettava quasi fino al suo collo.

 

Il monaco quindi, essendo quasi svenuto, non poteva nemmeno stare in piedi e ha rotolato giù nel ruscello, e gridava:

“Aiuto, aiuto! C’è Nekomata!”

 

Allora, dalle case vicino al ruscello, sono usciti gli uomini con la torcia a mano e loro hanno trovato questo monaco nel ruscello. Loro l’hanno salvato subito, ma gli oggetti come il ventaglio, il pennello e le carte ecc. che teneva il monaco, si sono immersi nell’acqua tutti quanti.

 

Comunque, il monaco, pensando che si è salvato per miracolo, dopo aver ringraziato a tutti, è tornato a sua casa quasi camminando a quattro zampe.

 

Tuttavia, il giorno dopo, lui si è accorto che, quello che gli si gettava non era Nekomata ma il suo cane. Questo cane, trovando il suo padrone nel buio, gli si gettava con gioia.  

mercoledì 20 ottobre 2021

La serie della letteratura giapponese ~456~

 


Due foto della calligrafia di Ono no Michikaze


Tsurezure Gusa (78)

 

C’è un uomo che tiene “Wakan Roueishuu (una antologia della poesia e Waka, giapponese e cinese, compilata nell’undicesimo secolo)” trascritta da Ono no Michikaze(1).

 

Una persona, sentendo di ciò, ha detto a questo uomo:

 

“Riguardo alla storia di questa antologia, secondo me, è un po’ strana. Penso che la sia infondata, perché il compilatore dell’antologia è vissuto dal decimo all’undicesimo secolo. Invece Ono no Michikaze è morto nell’anno 966, proprio lo stesso anno che è nato il compilatore. Perciò, non è possibile che Michikaze trascrive questa antologia. Questo punto mi causa un dubbio.”

 

Allora, quell’uomo ha risposto:

 

“Oh, che è miracoloso! Io dunque, tengo una antologia cosi rara e preziosa!”

 

E lui la tengo sempre più cara.

 

(1)

Ono no Michikaze (894~966) è il famoso calligrafo nel periodo di Heian. Dall’età giovane, è conosciuto come il calligrafo bravo e scriveva la lettera sia alla porta scorrevole sia al paravento nel palazzo imperiale. E quando aveva 66 anni, ha trascritto in bella coppia di tutte le poesie presentate dai diversi poeti avanti all’imperatore e era elogiato da tutti, essendo detto che è reincarnato di Wang Xi-zhi (famosissimo calligrafo cinese, vissuto nel quattro secolo). Il suo stile della calligrafia è molto aulico e quieto, e si può dire che è tipico giapponese staccando dallo stile cinese.

 

E, si può dire quindi, lui ha costruito la base del completamento dello stile classico giapponese. Così, il suo merito nel mondo della calligrafia giapponese è molto grande.

domenica 17 ottobre 2021

La serie della letteratura giapponese ~455~


Due foto della gardenia

 


Tsurezure Gusa (77)

 

Gugakubou è molto sorpreso da questa situazione e ha detto al gruppo dei soldati monaci, giungendo le mani:

 

“Questo servitore è tanto ubriaco quanto uscire di senno. Per favore, perdonatelo.”

 

Allora, il gruppo dei soldati monaci, dopo aver sentito la sua parola, sono andati via deridendolo.

 

Dopo di che, pero, il servitore ha detto al suo padrone con molta furia:

 

“Signor monaco, voi mi avete fatto la cosa spiacevole. Io non sono ubriaco. Anzi, io ho voluto compiere azioni gloriose con la mia spada. Invece voi mi avete fatto perdere la mia spada sguainata apposta!”

 

E ha menato colpi di spada a Gugakubou e lo ha fatto cadere dal cavallo.

 

Poi dopo, lui ha gridato con alta voce:

 

“C’è qui un bandito!”

 

Allora, ci sono arrivati di cora tanti abitanti del villaggio. Il servitore dunque, ha gridato a loro agitando la spada:

 

“Sono io proprio questo bandito.”

 

Allora gli abitanti del villaggio hanno fatto una ferita a lui unendo le forze e lo hanno legato.

 

D’altra parte, il cavallo, essendo macchiato di sangue di Gugakubou, ha corso fino a casa del suo padrone, cioè l’uomo di Uji. E questo uomo è molto sorpreso vedendo l’aspetto del cavallo, e ha mandato subito i suoi servitori per sapere la situazione.   

 

Questi servitori hanno cercato il cavallerizzo e trovato questo che si è coricato, emettendo un gemito, nella pianura piena di gardenie e lo hanno portato in casa.

 

Gugakubou è riuscito a scappare alla morte stentatamente, ma, poverino, è diventato handicappato a causa della ferita alla schiena.

mercoledì 13 ottobre 2021

La serie della letteratura giapponese ~454~

 


Due foto di Sakè attuale



Tsurezure Gusa (76)

 

Secondo me, quando un padrone offre il Sakè al suo servitore, deve farne attenzione, perché ho sentito dire un aneddoto come seguente:

 

C’era una volta, abitava un uomo a Uji (una periferia di Kyoto, situata a mezza strada fra Kyoto e Nara). Lui frequentava sempre un cognato, chiamato Gugakubou, che abitava a Kyoto. Questo Gugakubou era l’eremita distinto.

 

Un giorno, poiché l’uomo (abitante a Uji) ha voluto invitare il suo amico Gugakubou a sua casa, gli ha mandato un cavallo insieme un servitore da trainare il cavallo.

 

Allora Gugakubou, pensando alla lunga strada fino a Kyoto, ha offerto il Sakè per ringraziare questo servitore. E il servitore, senza ritegno, ha ricevuto il bicchierino molte volte e bevuto con vigore. 

 

Questo servitore, portando una spada al fianco, sembrava molto coraggioso. Gugakubou quindi, ritenendolo degno di fiducia, è partito per Kyoto con lui.

 

Allora, vicino a Kohata (una zona vicina a Uji), loro si sono imbattuti in gruppo dei soldati monaci di Nara. Il servitore, reagendo subito alla situazione, ha tirato la spada e detto:

 

“Voi, cosa state facendo in questa montagna cosi deserta e buia? Siete sospetti. Fermatevi.”

 

Sentendo la sua voce, alcuni dei soldati monaci hanno tirato la spada, e gli altri hanno incoccato una freccia.

domenica 10 ottobre 2021

La serie della letteratura giapponese ~453~

 


Due foto del tempio buddista Miidera


Tsurezure Gusa (75)

 

Una volta, c’era un nobile, chiamato Taira no Koretsugu, che è dotato per la poesia e Waka. Lui si è applicato a studiare sia la letteratura sia il Buddismo, per tutta la vita. Lui recitava sempre il sutra e abitava con un monaco chiamato En-i, nel tempio buddista Miidera (1) e loro due imparavano insieme il Buddismo da un maestro monaco.

 

E quando questo tempio Miidera è bruciato, lui ha detto a En-i, come seguente:

 

“Fino ora, ti chiamavo il monaco del tempio (Miidera), ma ormai lo è distrutto dal fuoco. Allora, d’ora in poi, ti chiamerò solo il monaco.”

 

È la parola spiritosa.

 

(1) Il tempio buddista Miidera è fondato nel settimo secolo e poi, man mano è declinato. E nel periodo Heian, al nono secolo, è restaurato da un monaco, chiamato Enchin. Lui, quando aveva 15 anni, entrava nel tempio buddista Enryakuji, nel monte Hiei (consultate per favore l’etichetta “Enryakuji”), ci studiava il Buddismo accanitamente. E dopo aver passato all’esame ufficiale per diventare il monaco, a 20 anni, chiudendosi nel monte, è continuato a dedicarsi a pratiche ascetiche per 10 anni.

 

Poi, lui è andato in Cina e ci ha studiato il Buddismo girando per i vari luoghi per 5 anni. E lui  è tornato in Giappone portando tanti testi buddisti.

 

Dopo di che, lui, abitando nel tempio buddista Enryakuji, ha restaurato il tempio buddista Miidera ed è designato il capo di questo tempio. E due anni dopo, lui ha assunto anche l’incarico di soprintendente del tempio Enryakuji.

 

Ma, dopo la sua morte, Enryakuji e Miidera hanno ripetuto la lotta per l’autenticità della loro setta e spesso incendiavano la costruzione dell’altro. E al caso menzionato in questa sezione, il tempio Miidera è bruciato dai monaci del tempio Enryakuji.

 

Comunque, il tempio Miidera è bruciato diverse volte, ma, ogni volta di ciò, è ricostruito. E ancora adesso, dimostra la sua bella forma vicino al lago Biwa (il lago più grande in Giappone). Soprattutto, nella primavera, è conosciuto per la bellezza del fiore di ciliegio, invece nell’autunno, dell’acero rosso.

mercoledì 6 ottobre 2021

La serie della letteratura giapponese ~452~

 


Due foto del cavallo giapponese



Tsurezure Gusa (74)

 

Il cuore umano non è sempre diritto e onesto. Perciò, non è che non c’è niente la falsità nel mondo. Ma, non dovrebbe essere falso tutto quanto. Ci deve essere la persona molto onesta, anche se sia a caso raro. Perfino la persona non è tanto onesta, invidia la intelligenza dello altro e vuole diventare come lui. Questo è la cosa normale.

 

Tuttavia, la persona estremamente imbecille, vedendo per caso una persona molto saggia, la odia. E parla male di lei, come seguente:

 

“Quella persona, volendo ottenere il grande guadagno, non può essere contento del poco profitto. E desidera avere la fama, salvando le apparenze.” Lui accusa così, perché il suo cuore è assolutamente diverso dall’atto di quella che è intelligente.

 

Dal suo detto, si capisce il fatto come seguente:

Questa persona è sciocca di natura e non riesce mai a elevarsi. Non è abile nemmeno di salvare le apparenze e non può neppure attenersi da ottenere il poco profitto. Per nessun motivo, non riesce a imitare la persona saggia.

 

Se uno corri sulla strada, dicendo d’imitare il pazzo, lui non è altro che è un vero pazzo. E se lui ammazzi qualcuno, dicendo d’imitare il malvagio, lui non è altro che è un vero malvagio.

 

Se un cavallo voglia diventare come “Ji” (1), si può dire che questo cavallo è lo stesso genere di “Ji”. E se un governatore prenda Shun (2) come modello, si può dire che lui appartiene a Shun. Anche se sia falso, se uno prenda il sapiente come modello, si può dire che lui è sapiente.

 

N.B:

 

(1) Ji è il cavallo buono in vecchia Cina, che è considerato di correre circa 4000km in un giorno.

 

(2) Shun è un imperatore leggendario in vecchia Cina, che è considerato molto sacro e saggio.

domenica 3 ottobre 2021

La serie della letteratura giapponese ~451~

 

Sopre, il tempio buddista Ninnaji
Sotto, l'illustrazione del monaco Fa-Hien al monumento del re Asoka



Tsurezure Gusa (73)

 

Una storia di un monaco cinese chiamato Fa-Hien:

Lui, Fa-Hien, vissuto 337~422 in Cina, è andato in India dopo il viaggio molto lungo e duro. Lui si è fatto monaco quando era molto giovane e a venti anni, era dato il comandamento buddista (N.B : Ci sono 250 comandamenti per gli uomini invece per le donne 348) e era perdonato di entrare in Samgha (il gruppo dei monaci, in cui si radunano 3~5 persone per fare l’allenamento ascetico insieme).

 

Lui ha fatto le pratiche ascetiche e anche studiato molto il Buddismo. Ma, man mano che lo studiava, si rendeva perfettamente conto delle lacune della preparazione del comandamento in Cina.

 

Perciò lui ha deciso di andare in India, per approfondire la sua conoscenza sul comandamento e ci è arrivato dopo sei anni dalla partenza con i suoi colleghi. E poi loro hanno girato per i resti buddisti e dopo sono andati fino a Sri Lanka. E dopo aver ottenuto tanti sutra e le scritture del Buddismo, solo lui Fa-Hien è riuscito a tornare in Cina, via mare, all’anno 413.

 

E l’aneddoto che avvolge lui, dice che lui era triste per la nostalgia, guardando il suo ventaglio portato dalla Cina, e quando è stato malato, ha voluto mangiare il cibo del suo paese natio.

 

Un mio conoscente, sapendo questo aneddoto, ha detto:

 

“Ma, è strano! La persona che è tanto virtuosa come lui, perché ha dimostrato l’aspetto così timido nel paese straniero?”

 

Tuttavia, il monaco Kouyu del tempio buddista Ninnaji, ha detto:

 

“No, no. Secondo me, il monaco Fa-Hien, quanto è dolce e pieno di umanità!”

 

Questa opinione non è proprio quella della persona che ha abbandonato il mondo. Ma, mi sembra che il monaco Kouyu sia la persona tanto riservata.