Due foto dell'uomo che suona il flauto |
Makura no Soushi (316)
~ Il primo saggio in Giappone,
scritto da Sei Shonagon ~
Il testo (315)
Duecento settantesimo sesto
Quando la luce del sole gioca sul giardino del palazzo imperiale,
oppure a tarda notte, verso l’ora del topo, io immagino che l’imperatore avvia
già dormito, invece si sente la sua voce che chiama Kuroudo (consultate per favore “La serie della
letteratura giapponese ~ 7 ~”) e poi dopo, l’imperatore comincia a suonare il
flauto. È molto suggestivo. Perché, lui è veramente bravo suonatore!
Duecento settantasettesimo (1)
Il signor Minamoto no Narinobu (il
generale di 23 anni) è il nipote dell’ex-imperatore defunto. Lui è bell’uomo e
gentile, e si è innamorato di una figlia del governatore di Iyo (una zona nell’isola
di Shikoku, la presente provincia Ehime). Ma questa figlia ha dovuto andare a
Iyo, seguendo suo padre, e quando lui si congedava da lei, come sarà stato il
dolore dell’addio per lui!
Ho sentito dire che, lui l’ha
visitata alla notte prima della partenza del suo caro, e se n’è andato sotto la
luna che era ancora visibile appena. A quel momento, la sua figura vestita di
Noushi (il vestito normale del nobile) quanto sarà stata bella!
Lui visitava spesso la residenza
dell’imperatrice e a quell’occasione, era abitudine di passare la notte
chiacchierando con noi. Era il tipo che diceva distintamente male o bene delle cose
e delle persone.
Allora, c’era una ancella chiamata Hyoubu.
Lei era una donna molto mediocre e non aveva presenza di spirito. Tuttavia, lei
stessa si credeva molto spiritosa e voleva sempre ficcare naso a tutta la
scena. L’imperatrice quindi, aveva avversione per lei e ogni tanto diceva “importuna”,
ma nessuna non ne ha fatto sapere a lei.
Da una parte, io sono stata con una
amica chiamata Shikibu no Omoto, sia notte sia giorno, quando siamo state nel
palazzo imperiale. E spesso, anche l’imperatore è venuto a vederci.
Una notte, quando noi due abbiamo
dormito in un posto interno, abbiamo sentito una voce che ci chiamava
ripetutamente. Ma noi, pensandola fastidiosa, abbiamo fatto finta di aver
dormito.