mercoledì 27 marzo 2019

La serie della letteratura giapponese ~ 205~


Due foto della scacchiera del Go



Makura no Soushi (205)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (204)

Cento cinquantesimo sesto (6)

Io, da quel momento, non vedevo l’ora dell’occasione di vederlo. È l’oziosa curiosità, la riconosco da me!

Lui pero, come mai è riuscito a rispondermi appena che ha sentito la mia domanda? Mi sembra che lui l’attendesse. Nonostante che il suo amico che è stato con lui a quel momento, non s’accorgeva niente. Il sig. Tadanobu quindi, gli ha detto:

“Non ti ricordi di quella poesia che ho recitato all’alba? Forse l’hai dimenticato tutto.”

Allora, il suo amico rideva per primo dicendo, “Ah sì, ah sì”. È l’uomo che non ha tatto veramente!

Cambio discorso.

Fra le ancelle, si usa il gergo della relazione fra l’uomo e la donna, paragonando al gioco di Go (gioco fatto con pedine nere e bianche posate su una scacchiera). Per esempio, quando la relazione è diventata intima, si dice:

“Ho già perdonato Okiishi (nel gioco, quando c’è la differenza dell’abilità fra due, uno meno bravo può mettere prima le due pedine nere o di più, sulla scacchiera)” oppure, “È già finito Yose (il grado ultimo del gioco, cioè si è realizzato l’amore).”

Nel caso dell’uomo, si dice:

“Col suo permesso, metto la pedina sulla scacchiera.”

Parlando così, gli altri non capiscono. E noi, cioè il sig. Tadanobu ed io, parliamo usando questo genere del gergo sotto la condizione dell’intesa solo fra noi due.

Il suo amico Nobukata, ascoltandone, mi chiede seguendo me ostinatamente:

“Di che cosa parlate? Cosa vuol dire?”

Ma, io non glielo dico. Allora, lui ha detto al sig. Tadanobu:

“Sei proprio cattivo a non spiegarmelo. Me lo dici per favore.”

Poiché lui ha chiesto con la maniera di rimprovero, il sig. Tadanobu, non potendo più nasconderlo, glielo ha raccontato tutto, perché è il suo amico dal tempo.

domenica 24 marzo 2019

La serie della letteratura giapponese ~ 204~


Due foto del monte Kazuragi



Makura no Soushi (204)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (203)

Cento cinquantesimo sesto (5)

Il sig. Tadanobu ha detto:

“Che vergogna! Ho recitato quella poesia che mi è venuta immediatamente pensando solo di citare da quella di addio all’alba. Ho perso la faccia veramente! Comunque, mi sono sbagliato di recitare quel genere di poesia senza riflettere, nel posto che ci sono tante donne spiritose così.”
E lui rideva dopo aver ripetuto queste parole. Poi, ha continuato di parlare:

“Per favore, non ne strombazzerete agli altri. Sarò deriso da tutti. Ormai fa chiaro completamente, e non c’è niente l’altra maniera che scappare via per la divinità del monte Kazuragi. (1)”

È andato via.

Io quindi, ne volevo parlargli all’occasione della festa della Via Lattea, ma, poiché lui è diventato il consigliere di Stato, non c’era molta speranza di vederlo a questa festa giusto in tempo.

“Magari, potrò mandargli la lettera….”

Mentre pensavo così, per fortuna, lui si è presentato all’abitazione dell’imperatrice alla notte della festa della Via Lattea. Io quindi, ho gridato nel cuore “Evviva!” e voluto subito di mettere la storia di quella notte dell' aprile all’argomento.

Poi, ho pensato:

“Ma se io glielo parli direttamente, lui si ricorderà subito. Questo non è tanto spassoso. Tuttavia, se io glielo parli improvvisamente, senza nessuna spiegazione, forse lui sarà lasciato in dubbio, non capendo subito di che cosa è.  Allora, io gli rivelerò quella storia dell’aprile solo quel momento.”

E ne ho parlato a lui, ma, lui mi ha risposto subito giustamente senza nessuna esitazione. Era molto bravo!

(1): Secondo la leggenda vecchia, nel monte Kazuragi, situato nella provincia di Nara, abitava una divinità chiamato Hitokotonushi. Questa divinità era incaricata di costruire un ponte di pietra, ma, lui lavorava solo alla notte, perché si vergognava di farsi vedere la sua faccia brutta agli altri sotto la luce del sole.
Tadanobu, ricordandosi di questo aneddoto, ha detto di andare via come quella divinità del monte Kazuragi, perché è diventato all’alba. Ma, lui stesso era bell'uomo secondo Shonagon.

mercoledì 20 marzo 2019

La serie della letteratura giapponese ~ 203~


Due illustrazioni dell'immagine della Vega e l'Altair




La serie della letteratura giapponese ~ 203~


Makura no Soushi (203)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (202)

Cento cinquantesimo sesto (4)

Sarebbe molto bella se uno si ricordi bene la cosa che è passata tanto tempo prima. Soprattutto, nel caso della donna, lei difficilmente la dimentica, ma, l’uomo solitamente non è così. Nel caso dell’uomo, lui facilmente dimentica tutto quello che è passato, anche se sia la poesia composta da lui stesso.

Ma il sig. Tadanobu è bravo davvero!

Le mie colleghe e anche gli amici di Tadanobu pero, si guardavano l’un l’altro con la faccia un po’ sbalordita, non capendo il significato di conversazione fra il sig. Tadanobu e io.  È logico.

Il perché è come seguente:

Verso il primo aprile di questo anno, noi ancelle chiacchieravamo con i tanti nobili vicino al corridoio di Tokaden (il posto dove è stata l’imperatrice), naturalmente tramite l’avvolgibile. Ma, con la notte inoltrata, uno per uno se ne andava, e sono rimasti solo tre uomini cioè il sig. Tadanobu e il suo amico Minamoto no Nobukata, e poi un altro.

Noi, quindi, parlavamo di questo e quello e poi, recitavamo il sutra e poesia. Mentre si divertivamo così, uno ha detto:

“Ormai la notte è finita. Andiamo via.”

Allora, il sig. Tadanobu ha recitato una frase della poesia che si trova in una antologia, come seguente:

“Tsuyuwa Wakareno Namida Narubeshi”

(La traduzione:
La rugiada della mattina, sarà la lacrima d’addio.)

E il sig. Nobukata, appena la sentito, l’ha recitato insieme Tadanobu, con la voce molto sonora e bella.

Io pero, non potendo frenarmi di voler canzonare loro, ho detto:

“Ma che! È troppo presto per la festa della Via Lattea.”

(N.B:

In quella poesia sopradetta, non c’è scritto chi deve dire addio, ma il titolo di poesia è “Questa poesia è composta al giorno 7 di luglio, basando su la leggenda della Vega e l’Altair.”
E questa leggenda deriva da un romanzo scritto in vecchia Cina, cioè una tessitrice brava che tesseva il vestito per l’imperatore. Poiché lei è stata sempre sola, l’imperatore, compatendo il suo stato, ha fatto sposare con un vaccaio. Allora, lei, essendo felice di vivere con lui, ha cominciato a trascurare la tessitura. L’imperatore quindi, se n’è arrabbiato, e ha fatto separare loro a due lati della Via Lattea e ha dato il permesso di incontrare solo una notte all’anno, il 7 di luglio. Allora, questa notte, il vaccaio (l’Altair), passando la Via Lattea, può vedere sua moglie (la Vega) e deve andare via alla mattina prossima. “Addio” in questa poesia quindi, naturalmente rappresenta la tristezza della separazione di loro.

Shonagon sapeva questo aneddoto e anche la poesia, perciò ha preso in giro Tadanobu, dicendo che la poesia che ha recitato lui, era di fuori stagione.

Tadanobu, ricordandosi di ciò, ha risposto a Shonagon di comporre la poesia dell’aprile per la festa della Via Lattea al contrario.)

domenica 17 marzo 2019

La serie della letteratura giapponese ~ 202~

Una foto della Via Lattea



Makura no Soushi (202)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (201)

Cento cinquantesimo sesto (3)

Era già l’autunno. (N.B: in questo periodo di Heian, naturalmente il calendario era quello lunare, e dal luglio al settembre erano considerati l’autunno)  Ma, il vento non si sentiva fresco nemmeno meta di quello dell’estate.  Comunque pero, si sentiva almeno il canto di grillo, forse perché la zona è abbastanza erbosa.

L’imperatrice stava per tornare nel palazzo imperiale il giorno 8 di luglio, perciò la festa della Via Lattea si faceva in questo luogo. Ma mi sembrava che il posto della festa fosse più vicino che normale, forse perché il giardino era un po’ più piccolo di quello nel palazzo imperiale.

Il giorno 6, ci hanno visitato il sig. Fujiwara no Tadanobu (un amico nobile di Shonagon) e i suoi due amici. E noi ancelle parlavamo con loro avvicinando all’avvolgibile. E un momento, ho chiesto al sig. Tadanobu improvvisamente:

“Quale poesia recitate domani?”

Allora lui, senza nessuna esitazione, ha risposto:

“Quella dell’aprile, composta da Bai Ju-yi.”

Era la risposta molto spiritosa.

(N.B: riguardo a questa domanda e risposta, spiegherò nella prossima sezione)

N.B: riguardo alla festa della Via Lattea

In questo periodo di Heian, alla notte di 7 luglio, si faceva la cerimonia chiamata Kikouden che significa l’avvenimento da chiedere il miglioramento delle varie arte. Questa cerimonia era introdotta dalla Cina e si faceva dal periodo di Nara nel palazzo imperiale e dopo, è diffusa fra il popolo come la festa della Via Lattea.

Comunque, nel periodo di Heian, la festa si teneva come seguente:

Nel giardino del palazzo imperiale, si posavano le quattro tavole, su cui si mettevano i dolci, Sakè, il vaso del fiore, il Koto (la cetra orizzontale) e l’incensiere ecc. La gente, vedendo l’occasione in cui s’incontrano la Vega e l’Altair, pregava il miglioramento d’ogni arte, come la tessitura, poesia e musica.

mercoledì 13 marzo 2019

La serie della letteratura giapponese ~ 201~


Due illustrazioni della clessidra ad acqua


Makura no Soushi (201)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (200)

Cento cinquantesimo sesto (2)

Tokizukasa (Il funzionario che fa sapere l’ora con il tamburo a mano e in questo periodo di Heian, si usava la clessidra ad acqua.) faceva sapere l’ora suonando il tamburo molto vicino da noi e mi sembrava che fosse diverso da quello del solito. (N.B: L'abitazione dell'imperatrice al solito era un'po lontano da qui.)

Ventina delle ancelle giovani quindi, affascinate da quel suono, ci sono andate e salite alla scala alta per vederlo.

Vedendole da sotto, tutte si sono vestite di lutto, cioè il colore grigio tinto da una specie di quercia, ma con Hakama (i pantaloni) solo di rosso, perciò loro figura, sarà un po’ troppo esagerato di dire come se fosse la donna celeste, ma comunque, mi pareva che loro siano scese dal cielo!

Poiché sopra la scala è stretta, alcune giovani che non potevano salirci nonostante che loro aiutavano a far salire le loro colleghe, levano gli occhi in su con la invidia. È divertente!

Alcune ancelle invece, sono andate fino a Saemon no Jin (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 70 ~”) e hanno fatto chiasso. Perciò alcuni funzionari hanno accusato con il tono tanto serio:

“È pazzesco! Loro sono salite alla sedia preparata per i nobili di alta classe, e poi hanno rotto perfino il sgabello per i funzionari.”

Tuttavia, le ancelle se ne fregavano.

Poiché la costruzione era molto vecchia col tetto di tegole, faceva molto caldo. Noi quindi, abbiamo dormito fuori dell’avvolgibile.

A causa della costruzione così vecchia, cadevano lo scolopendra tutto il giorno e anche c’era il grosso vespaio a cui radunavano le tante vespe. Era molto orribile!

I nobili ci hanno visitato ogni giorno e anche notte, e chiacchieravano con noi per tutta la notte. Allora uno di loro ha recitato una poesia come seguente:

“Ani Hakarikiya Daijyoukan no Chi no, ima Yakouno
Niwato narankotowo”

(La traduzione:

Chi lo sapeva che l’ubicazione di Daijyoukan è ormai diventata il luogo delle relazioni sociali di sera?)

Era tanto divertente.

domenica 10 marzo 2019

La serie della letteratura giapponese ~ 200~


Due foto della emerocallide



Makura no Soushi (200)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (199)


Cento cinquantesimo sesto (1)


Quando noi osservavamo il lutto per il defunto padre dell’imperatrice, è tenuta la grande cerimonia di purificazione alla fine del giugno. 

(N.B: Allora, era abitudine di fare la grande cerimonia di purificazione  nel palazzo imperiale due volte all’anno, cioè la fine di giugno e di dicembre)

Perciò, l’imperatrice è dovuta uscire dalla sua abitazione nel palazzo imperiale. (N.B: La persona in lutto, non partecipava a questo genere della cerimonia.) In tale caso, normalmente lei spostava a Shiki no Mizoushi (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 69 ~”), ma a questo giorno, un indovino ha detto che la direzione di questo posto era sfavorevole per lei. L'imperatrice e noi ancelle quindi, abbiamo spostato a una abitazione situata all’angolo est-nord nella ubicazione di Daijyoukan (l’organizzazione suprema degli affari di Stato).

Quella notte faceva caldo umido e buio senza la luna, perciò noi, non capendo bene la situazione, passavamo una notte nervosamente.

La mattina prossima, guardando attorno, ho trovato che la forma dell’abitazione era bassa e piatta, e un po’ bizzarra, che è simile allo stile cinese. Non c’era il cancello con grata che si trova nell’edificio normale e circondata solo con avvolgibile di listelli di bambù per tutta la parte. Ma questa cosa ci attirava la curiosità piuttosto, e noi ancelle siamo scese nel giardino per giocare.

Nel giardino, era piantata una erba chiamata Kanzou (una specie della emerocallide, che si vede nella foto di sopra) pienamente. Questa pianta fioriva profusamente con la tonalità di colore ben chiaro. E mi pareva che questo fosse molto adatto per il giardino dell’ufficio così cerimonioso.

mercoledì 6 marzo 2019

La serie della letteratura giapponese ~ 199~



Tre illustrazioni del carro trainato dal bue



Makura no Soushi (199)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (198)

Cento cinquanta quinto (3)

Le cose irritanti (3)

Quando devo uscire per l’impegno improvviso, non c’è il carro (trainato dal bue), perché l’altra già l’ha preso dicendo “Te lo restituirò subito”. Durante l’attesa, mi sento irritante. E quando sento il suono del carro da fuori, tiro un sospiro di sollievo pensando che è tornata finalmente. Ma, è passato via!  Questo è insopportabile per me. Soprattutto, quando voglio uscire per vedere la processione, qualcuno mi dice:

“La processione è già andata via forse.”, è veramente deplorevole!

Quando si trova la difficoltà di uscire la placenta, dopo il parto.

Quando vado a vedere la processiono oppure a pregare il tempio, una mia conoscente vuole venire con me. Perciò, io vado a sua casa con il carro e l’aspetto. Tuttavia, ci vuole tanto tempo finché lei esca. In questo caso, mi sento irritante pensando che la processione può essere già passata e quasi mi viene voglia di andarci subito, lasciandola in casa.

Quando accendo il carbone per la necessità improvvisa, mi sembra che ci voglia più tempo del solito finché accenda.

Quando non posso comporre la Waka bene, nonostante che devo risponderla alla mittente subito, è scocciante.  Nel caso che il mittente è l’amante, forse non sarà necessario di affrettarmene tanto. Ma comunque, anche questo dipende al caso. Ogni tanto, c’è il caso da affrettarmi. Soprattutto, nel caso di scambiare la Waka con la mittente di solito, se io ritarda di rispondere, perderei la faccia, perché penso che la sveltezza sia uno dei fattori importanti fra noi.

Quando sto a letto per la malattia, ho paura della fantasma. 

(N.B: In questa epoca , la gente credeva che la malattia viene causata dalla fantasma.) 

E mi sento scocciante finché sorga l’alba.

domenica 3 marzo 2019

La serie della letteratura giapponese ~ 198~


Due foto della processione che si fa ancora adesso



Makura no Soushi (198)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (197)

Cento cinquanta quinto (2)

Le cose irritanti (2)

Nel caso che sono ritardata per vedere la processione. Quando ci sono arrivata, la processione è già andata via e solo ho potuto vedere il bastone bianco di un capo della scorta che sta dietro alla processione. Allora, è tanto spiacente quanto mi viene la voglia di scendere dal mio carro e di tornare ai piedi.

Nel caso che passa una persona che non voglio presentarmi davanti a lei, mi nascondo al fondo allontanando l’avvolgibile, ma devo suggerire le parole alla mia collega giovane che la intrattiene. (N.B: Poiché Shonagon era eloquente, le sue colleghe (soprattutto giovani) spesso le hanno chiesto l’aiuto quando hanno bisogno di intrattenere qualcuno abbastanza importante.)

Quando è nato il bambino che tutti aspettavano, e per lui si fa la festa del cinquantesimo giorno e centesimo giorno dalla nascita, ma comunque, non vediamo l’ora che lui cresca.

Nel caso che faccio passare il filo per la cruna dell’ago sotto la luce troppo debole, soprattutto quando ho bisogno di cucire il vestito in fretta, è veramente irritante. Io quindi, spesso chiedo a una mia conoscente di aiutarmi, cioè io schiaccio la parte dove c’è la cruna, e lei cerca di farcelo passare. In questo caso, anche lei lo fa affrettatamente, perciò trova la difficoltà di più. Allora, io, perdendo la pazienza alla fine, le dico “Basta!”.

Tuttavia lei, non mi dando orecchio, insiste di farlo passare e non ne riesce. In questo caso, quasi mi viene l’odio per lei.