mercoledì 28 novembre 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 173~


Due illustrazioni di Wang Huizhi



Makura no Soushi (173)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (172)

Cento trentaduesimo (4)



Il giorno seguente, alla mattina presto, una ancella ha portato una lettera dall’imperatore all’imperatrice.  E questa ancella le ha parlato di quello che era successo al giorno precedente. Allora, l’imperatrice mi ha chiamato e detto:

“È vero? Cosa è proprio quello che è successo ieri?”

Le ho risposto:

“Non so niente. Io, non conoscendo niente, ho risposto a loro solo quello che mi è venuto alla mente per caso. Forse il sig. Yukinari avrà raccontato all’imperatore dicendo bene di me dalla sua decisione.”

“Dicendo bene di te dalla sua decisione?”

Così, l’imperatrice ha ripetuto la mia parola e sorrideva dolcemente.

Il suo carattere è veramente così, cioè, quando chiunque di sue ancelle è apprezzata dai nobili, lei ne trova sempre grande piacere.

(N.B:

La risposta di Shonagon era naturalmente quella di modestia, e l'imperatrice, capendone, sorrideva.)


N.B:

A titolo di informazione, metto sotto la frase della poesia composta sull’aneddoto di Wang Huizhi:

L’autore di questa poesia è un funzionario chiamato Fujiwarano Atsumochi, un letterato in questa epoca di Heian. Allora, poiché era obbligatorio di leggere e scrivere in cinese per i nobili e funzionari, quasi tutti i nobili sapevano la sua poesia.

E il testo originale è come seguente:

“Shin no Kiheisangun Wausiiu Uete Konokimito shosu
Tou no Taishino Hinkaku Hakurakuten AishiteWagatomoto nasu”

La traduzione:

Wausiiu (il nome di Wang Huizhi, che è messo dopo che lui è diventato maggiorenne, cioè nella vecchia Cina, per gli uomini, c’era una abitudine di aggiungere un altro nome commemorando l’adulto, per evitare di essere chiamato il suo vero nome dagli altri), il cavaliere in Jin (il nome della dinastia in Cina, che è durato dall’anno 265~420 dopo Cristo), pianta un bambù e lo chiama questo signore, anche Bai Ju-yi (un poeta famoso vissuto nell’ottavo secolo nella dinastia Tang in Cina), l’insegnante del principe, ha amato molto il bambù e l’ha fatto al suo amico.

Nota di spiegazione dall’autrice di questo blog.

La correzione:

Serie 170 e 171 c’è stato un errore, cioè la poesia non era composta da Wang Huizhi ma da un giapponese chiamato Fujiwara no Atsumochi.

domenica 25 novembre 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 172~





Makura no Soushi (172)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (171)

Cento trentaduesimo (3)

Anche Yukinari ha recitato la stessa frase di quella poesia con i suoi colleghi. Era proprio l’atmosfera molto brillante. Le mie colleghe pure sono venute vicino all’avvolgibile e ciascuna di loro ha parlato con il suo compagno per tutta la notte.

E alla mattina, i nobili sono andati via ancora recitando quella poesia. La loro voce si sentiva finché sono entrati nella porta Emon sinistra.

(N.B: Consultate per favore la figura di sotto che è quella del palazzo imperiale nell’epoca di Heian.
Al palazzo imperiale, c’erano le diverse porte e ci sono stati sei reparti della guardia da difendere queste porte. Emon sinistra era uno di questi di cui il posto di guardia si trovava al luogo della figura di sotto, accanto alla porta Kenshun, una delle porte molto importanti nel palazzo imperiale. E numero era l’abitazione dell’imperatore, che è circondato dalle sale per le sue consorti, dai diversi uffici, e poi dalle varie porte. Numeroinvece, è Shiki no Mizoushi (il sito  dell’imperatrice). Come si vede nella figura, questo è un po’ lontanino dall’abitazione dell’imperatore. Perché, l’imperatrice chiamata Teishi, dopo che è successo l’avvenimento infelice, cioè la morte di suo padre che era grande protettore della sua famiglia, e poi anche il relegamento di suoi fratelli, ha tagliato i suoi capelli da lei stessa, volendo diventare monaca. Ma il suo marito (l’imperatore) l’amava molto, perciò l’ha richiamata al palazzo imperiale. L’imperatrice però, non aveva nessun uomo da fidare in questo momento, e inoltre, i cortigiani di alta classe non l’hanno accolto bene, perché lei ha già tagliato capelli (ma non ha rasato come bonzo, solo fino alla schiena) e solitamente la donna che è una volta diventata monaca, era tanto difficile per lei di stare vicino all’imperatore. Perciò, l’imperatore l’ha fatto stare a questo Shiki no Mizoushi, che non è proprio vicino alla sua abitazione.
Naturalmente, non è che lei è stata sempre qui. Lei è stata a casa paterna normalmente e quando l’imperatore l’ha chiamata, andava a questo sito e secondo la richiesta dell'imperatore, andava proprio all'abitazione dell'imperatore..
Nonostante che lei è stata in avversità così, non perdeva mai il senso dell'umorismo e anche le sue ancelle, capeggiate da Shonagon, erano molto colte e spiritose. Perciò, tanti cortigiani nobili si divertivano visitando spesso il suo sito per parlare con le ancelle.





mercoledì 21 novembre 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 171~


Due foto della vista autunnale dell'ex-palazzo imperiale in Kyoto
(Non c'entre al contenuto di questa sezione)


Makura no Soushi (171)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (170)

Cento trentaduesimo (2)

Il sig. Yukinari ha detto:

“I miei colleghi sono andati via, senza rispondervi. È un gruppo tanto strano! Dicendo la verità, avevamo intenzione di comporre Waka, di quel bambù. Ma alcuni hanno detto: ““Se proprio componiamo Waka, andiamo a Shiki no Mizoushi (il sito dove ci sono l’imperatrice e Shonagon ed le sue colleghe), per farne insieme le ancelle.”” E ci siamo venuti. Ma loro sono andati via appena hanno sentito la vostra risposta citata da uno aneddoto di Wang Huizhi. È ridicolo. Ma comunque, come mai voi potete dire la cosa che le altre non sanno? Da chi l’avete imparato?”

Ho risposto:

“Io non sapevo nemmeno il nome del bambù. Io quindi, ho paura che loro mi abbiano pensato la donna ignorante.”

Lui mi ha risposto:

“Davvero! Voi non dovresti saperlo.”

(N.B:

Shonagon, naturalmente ha fatto finta di non sapere il nome di bambù e anche Yukinari ha risposto solo comportandosi in modo da non contraddirle.)

Dopo di che, mentre noi parlavamo l’argomento un po’ serio, ci sono venuti di nuovo quei nobili, recitando:

“Ho piantato un bambù e lo chiamo questo signore. (È una frase della poesia composta da un funzionario chiamato Fujiwara no Atsumochi basando sull'aneddoto di Wang Huizhi.)” 

E Yukinari ha chiesto a loro:

“Perché voi siete andati via prima? Noi avevamo intenzione di comporre Waka con le ancelle di questo sito. Ma, voi ci avete lascato senza raggiungere il nostro scopo. È tanto strano.”

Allora uno di loro ci ha risposto:

“Per quel trattamento tanto eccellente di signora Shonagon, in quale maniera potevamo rispondere? Se noi facevamo la risposta che non si bilancia con questa, noi tutti perdevamo la faccia! Dopo che siamo tornati nel palazzo, noi eravamo in fermento su la risposta di lei. E anche l’imperatore è venuto a saperlo e se n’è interessato.”

domenica 18 novembre 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 170~

Il bambù Kuretake

il germoglio di questo bambù commestibile




Makura no Soushi (170)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (169)

Cento trentaduesimo (1)

Verso al maggio, alla notte buia senza la luce della luna, sono venuti alcuni nobili dicendo con la voce grande:

“C’è qualche ancella?”

Allora, l’imperatrice mi ha detto:

“Tu vai a intrattenerli. Ma, chi saranno? Sono tanto più rumorosi che al solito.”

Io quindi, ho chiesto avvicinandomi all’avvolgibile:

“Ma, chi sarete? Di chi è la voce così grande e allarmistica?”

La risposta non c’era, invece qualcuno, sollevando un po’ l’avvolgibile, ha messo qualche cosa con il fruscio. Era un bambù chiamato Kuretake (Una specie del bambù, che era arrivata dalla Cina nel vecchio tempo. Il germoglio di questo è commestibile.).

Allora, ho detto:

“Ah, è questo signore (1).”

I nobili, ascoltando la mia risposta, hanno detto:

“Or su, andiamo via subito per raccontare la sua risposta così spiritosa ai tutti i nostri colleghi.”

E tutti sono andati via tranne il sig. Yukinari.

(1) : Questa risposta di Shonagon deriva da un aneddoto nella vecchia Cina. Cioè, verso nel quarto secolo, c’era un letterato chiamato Wang Huizhi in Cina. Lui era talmente amatore del bambù Kuretake, che l’ha chiamato “questo signore” nella sua vita di eremita. Poiché Shonagon sapeva questo aneddoto, ha detto “questo signore” appena visto il bambù. E i nobili hanno ammirato tanto la sua risposta quanto non hanno potuto dire nemmeno una parola da rispondere a lei e sono andati via subito. Se lei diceva “ah è un bambù”, la sua risposta poteva essere quella banale, invece lei ha detto “ah questo signore” personificando il bambù come se fosse uno dei visitatori. E tutti i nobili ammiravano la sua arguzia.

mercoledì 14 novembre 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 169~





Makura no Soushi (169)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (168)

Cento trentunesimo (3)

Allora, ho detto:

“Che gentilezza! Ho capito bene proprio adesso, che voi avete la simpatia per me. Waka non ha valore niente, se non si apprezza da nessuno, anche se sia composta bene. (N.B: naturalmente, queste parole sono tutto ironia) Invece io, mi sentirò male se qualcuno legga la vostra lettera così brutta, perciò l’ho nascosta completamente in modo che nessuno la possa vedere. Paragonando la benevolenza tra di noi, sarà nello stesso livello, è vero?”

Yukinari mi ha detto ridendo:

“Il vostro detto in tale maniera, è veramente diversa dalle altre donne. Siete proprio unica e io vi apprezzo per questo motivo. Prima, io pensavo che voi esponiate le vostre lagnanze a me, perché ho fatto vedere la vostra lettera ai miei colleghi imprudentemente.”

Io ho risposto con un po’ della spacconata:

“Ma che! Non mi lamenterò mai con voi di quello che avete fatto. Anzi, quasi vorrei ringraziarvi.”

Yukinari ha detto:

“Dunque, anche io vi dirò che sono proprio lieto, perché voi avete nascosto la mia lettera. Se voi la faceste leggere a qualcuno, non so, quanto io porterò rancore verso voi! D’ora in poi, farete sempre così.”

Alcuni giorni dopo, è venuto un nobile chiamato Minamoto no Tsunefusa, e mi ha detto seriamente:

“Il capo di Kuroudo (Yukinari) vi ha apprezzato molto. Nella lettera che lui mi ha mandato, c’è scritto tutto quello che è successo fra voi e lui. Mi sento molto gioia di sapere che è lodata la persona simpatica per me da qualcuno.”

Io gli ho detto:

“Mi trovo proprio lieta delle due cose. Cioè, l’una è il fatto che il sig. Yukinari mi ha lodato, e l’altra è che voi mi contate una fra le persone simpatiche per voi.”

Lui mi ha risposto:

“Ma voi lo dite adesso, come se fosse una novità che io tengo la benevolenza per voi?”

domenica 11 novembre 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 168~


Due foto del monumento della barriera di Ohsaka



Makura no Soushi (168)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (167)

Cento trentunesimo (2)

Allora, Yukinari mi ha risposto subito:

“Mèngchang Jun è riuscito a scappare stentatamente coi i suoi tre mila sudditi appena aperta la porta della barriera. È scritto così nel libro storico. Ma, quello che io vorrei dirvi è la barriera di Ohsaka. (Una barriera doganale costruita al monte Ohsaka, situato nella presente provincia Shiga, nell’anno 646, ed era abolita nell’anno 795. Ma, dopo di che è rimasto questo nome come il tema di Waka, perché Ohsaka significa letteralmente anche un posto dove s’incontrano uomo e donna per passare una notte insieme.)”

Io quindi, ho risposto con Waka:

“Yowokomete Torinosoranewo Hakarutomo
Yoniohsakano Sekiwayurusaji”, a condizione che scriva la frase come seguente:

“A questa barriera di Ohsaka, c’è un doganiere molto severo.”

(La traduzione di Waka di Shonagon:

Anche se un uomo vuole ingannare la donna imitando il canto di gallo prima di fare giorno, la barriera di Kankokukan potrà aprire forse, ma, quella di Ohsaka non si apre mai.)


Allora, Yukinari mi ha risposto subito con Waka come seguente:

“Ohsakawa Hitokoeyasuki Sekinareba
Torinakanunimo Aketematsutoka”

(La traduzione:

Ohsaka è una barriera molto facile da passare, perché ho sentito dire che questa barriera è tenuta sempre aperta senza il canto di gallo.)

Queste tre lettere, il monaco chiamato Ryuen, fratello dell’imperatrice, ne ha presa una, perché l’ha desiderata ardentemente, poi, altre due sono tenute dall’imperatrice.

Dopo, quando Yukinari ha visitato la nostra residenza, mi ha detto:

“A mia Waka di Ohsaka che vi ho mandata, per quanto siate buona compositrice di Waka, non avrete potuto rispondermi. Forse voi siete stata sopraffatta da quella mia. Siete un po’ negligente, davvero? Comunque, tutti i miei colleghi hanno visto la vostra lettera.”

mercoledì 7 novembre 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 167~


Due foto del gallo giapponese



Makura no Soushi (167)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (166)

Cento trentunesimo (1)

Una notte, il sig. Yukinari, il capo di Kuroudo (quello che ha avuto questa posizione dopo il sig.Tadanobu), è venuto a Shiki no Mizoushi (la residenza nel territorio del palazzo imperiale, in cui è stata l’imperatrice quando lei era chiamata dall’imperatore, se no, lei è stata normalmente nella sua propria casa) e lui faceva una chiacchierata con me.

Poiché la notte è inoltrata, lui è andato via dopo avermi detto:

“Domani, l’imperatore si chiude dentro l’avvolgibile per Monoimi (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 24 ~”), perciò io devo tornare per servire vicino a Sua Maestà prima dell’ora toro. (N.B: in questo periodo Heian, l’ora si contava seguendo ai dodici segni zodiacali, cioè topo, toro, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, pecora, scimmia, gallo, cane, cinghiale. E l’ora del toro è dalle due alle quattro di notte, cioè verso l’ora tre. E in questo periodo, l’ora tre di notte era veramente il momento del cambiamento del giorno, in altre parole, il giorno nuovo cominciava alle tre di notte. E, quelli che servivano Monoimi dell’imperatore, hanno dovuto entrare nella residenza dell’imperatore prima che cominciava il giorno di Monoimi.)”

La mattina seguente, lui mi ha mandato una lettera scritta su una carta tanto pregiata quanto si usava dall’imperatore come seguente:

“Ieri sera, ho dovuto lasciarvi presto. Mi dispiace molto, perché volevo parlare con voi, per tutta la notte, se è possibile. Ma il canto del gallo mi ha sollecitato, purtroppo.”

Che bella la sua calligrafia!

E ho risposto:

“Il canto del gallo che voi avete menzionato, vuol dire quello finto che ha fatto cantare Mèngchang Jun?”

(N.B:
Mèngchang Jun è un politico cinese vissuto verso all’anno 300 di avanti Cristo. Lui era al servizio del re di Shin, ma, poiché lui era troppo bravo, il re ha avuto un dubbio se un giorno lui avrebbe voluto rubare il suo paese e ha mandato gli inseguitori per afferrarlo. Mèngchang Jun, quindi, è scappato e in via di tornare alla sua patria, trovato che la barriera doganale chiamato Kankokukan era ancora chiusa. Gli inseguitori invece si sono avvicinati, però, la barriera si apre alla mattina quando si sente il canto del gallo che fa sapere l’arrivo della mattina. Perciò lui, ha fatto fare il canto del gallo finto a un servitore suo e la sua comitiva è riuscita a passare la barriera senza problema.)

domenica 4 novembre 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 166~


Due foto della luna di autunno



Makura no Soushi (166)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (165)

Cento trentèsimo (2)

Il signor Tadanobu, un giorno mi ha chiamato e detto:

“Come mai voi non volete approfondire la nostra relazione? Sono certo che voi avete la simpatia con me, però, mi pare che siate un po’ distaccata sempre da me. Siamo vecchi amici e noi siamo uomo e donna. Perciò, è un po’ strano il vostro atteggiamento così indifferente contro me. Nel futuro vicino, io lascerò la posizione del capo di Kuroudo, (N.B: l’uomo che si occupava una volta a questa posizione, quasi sempre dopo faceva la buona carriera fino al consigliere oppure anche al ministro), quindi, ovviamente non potrò venirci spesso come adesso. Allora, cosa rimane dentro me, come il ricordo di voi?”

Io gli ho risposto:

“Secondo me, non è mica necessario di spiegarne. Forse non sarà tanto difficile per me, di approfondire il nostro rapporto, ma, se ci saremo innamorati da uomo e donna, io non potrò più lodarvi in pubblico. Questo mi dispiace. Io, sempre dico del bene di voi anche avanti all’imperatore e io lo faccio sempre intendendone il mio ruolo. Se noi siamo una volta innamorati, proverei un po’ esitazione di osare dirlo. Perciò, basta che noi abbiamo la simpatia tra di noi, io penso così, ma non siete d’accordo?”

Il signor Tadanobu ha detto:

“Ma, non sono d’accordo. Dove c’è male per una donna di dire del bene dell’uomo innamorato? Ci saranno tanti esempi in questo mondo.”

Ho risposto:

“Se io lodi l’uomo troppo caro, nel caso della donna sarà uguale, quando ascolto qualche calunnia di lui o lei, anche se poco, perderò tutta la calma. Non vorrei diventare così.”

Lui ha detto:

“Ma che! È troppo deplorevole per me.”

Questa storia era anche il ricordo tanto carino per me.