Due foto di Sakè attuale |
Tsurezure Gusa (76)
Secondo me, quando un padrone offre il
Sakè al suo servitore, deve farne attenzione, perché ho sentito dire un
aneddoto come seguente:
C’era una volta, abitava un uomo a Uji
(una periferia di Kyoto, situata a mezza strada fra Kyoto e Nara). Lui
frequentava sempre un cognato, chiamato Gugakubou, che abitava a Kyoto. Questo
Gugakubou era l’eremita distinto.
Un giorno, poiché l’uomo (abitante a Uji)
ha voluto invitare il suo amico Gugakubou a sua casa, gli ha mandato un cavallo
insieme un servitore da trainare il cavallo.
Allora Gugakubou, pensando alla lunga
strada fino a Kyoto, ha offerto il Sakè per ringraziare questo servitore. E il
servitore, senza ritegno, ha ricevuto il bicchierino molte volte e bevuto con
vigore.
Questo servitore, portando una spada al
fianco, sembrava molto coraggioso. Gugakubou quindi, ritenendolo degno di
fiducia, è partito per Kyoto con lui.
Allora, vicino a Kohata (una zona vicina a
Uji), loro si sono imbattuti in gruppo dei soldati monaci di Nara. Il
servitore, reagendo subito alla situazione, ha tirato la spada e detto:
“Voi, cosa state facendo in questa montagna
cosi deserta e buia? Siete sospetti. Fermatevi.”
Sentendo la sua voce, alcuni dei soldati monaci hanno tirato la spada, e gli altri hanno incoccato una freccia.