venerdì 31 agosto 2012

Intervallo (20) La religione ~4~

Sopra, il ritratto di Honen
Sotto, la statua di Shan-dao

Il Buddismo giapponese ha cambiato drasticamente nel periodo Kamakura. Come ho scritto alla sezione di “La religione~2~”, fino al periodo Heian, il Buddismo serviva solo per proteggere la sicurezza dello Stato e della gente di classe privilegiata. Gli uomini che volevano diventare monaci, normalmente dovevano studiare il Buddismo al Monte Hiei, che si trova a nord-est di Kyoto, dove c’erano il tempio buddista Enryakuji e i suoi numerosi templi filiali.
(rigurardo a Enryakuji, ne scriverò di nuovo nell'altra sezione)
Fra quelli che studiavano al Monte Hiei, erano usciti cinque monaci che hanno fondato la nuova setta buddista, cioè sono Honen, Shinran, Eisai, Dogen e Nichiren. Aggiungendo a questi un altro monaco chiamato Ippen, che era il discepolo di terza generazione di Honen, si chiamano sei riformatori del Buddismo nel periodo Kamakura.
Prima di tutto, vorrei scrivere su Honen che era il più anziano fra loro, perciò naturalmente che ha avuto la fatica più severa per fondare la sua dottrina.
Honen nacque nel 1133 come unico figlio nella famiglia celebre di Samurai nel paese Mimasaka (una località nell’attuale provincia Okayama). Lui era nutrito molto amato dai genitori, ma quando aveva 9 anni, era colpito da una tragedia improvvisamente. Suo padre, dall’attacco notturno del nemico, era ammazzato. Prima di morire però, lui ha detto di non vendicarlo a suo figlio. Honen, decidendo di diventare il monaco, era andato al Monte Hiei per studiare il Buddismo all’anno 15.
Lui era talmente bravo e intelligente che era detto “numero uno di sapienza nel monte Hiei”. A quest’època, ma, nel Monte Hiei, tutta la parte amministrativa dei templi era occupata dai figli della famiglia aristocratica ed imperiale, e c’era anche un’atmosfera degenerata. Honen, quindì, si era tormentato sul serio, pensando se fosse giusto o no di rimanere sempre in questo monte.
“Il Buddismo attuale serve solo alla gente scelta e parziale. Allora, il popolo che non ci ha il tempo e la disponibilità di studiarlo, come si salva? Mi pare che piuttosto loro devono essere salvati prima di tutto…”
Domandandosi ripetutamente così, ha letto tanti libri per ottenere la risposta. Alla fine, lui l’ha trovata nel libro intitolato “l’interpretazione del Sutra di Amitayurdhyana” scritto da Shan-dao, in cui c’era scritto che recitare il nome di Budda Amitabha è unica maniera da salvare tutto il popolo.


"Questo significa che non è necessario di fare nessuna pratica ascetica neanche studiare la cosa difficile per salvarsi."

Dopo essere svegliato di questa verità, Honen ha deciso di scendere dal Monte Hiei.

lunedì 27 agosto 2012

Intervallo (19) ~La storia della bell’arte giapponese~3

Sopra, le statue di Amitabha e due Bodhisattva
nel tempio buddista Jyodoji
(fatte da Kaikei)

Sopra, la statua di Unkei
Sotto, la statua di Jizo (fatta da lui)

Il direttore generale di questa grande opera, cioè la produzione di 2 statue di Nioh, era Unkei. Il suo gruppo si chiamava “Kei-ha”, che significa “Il gruppo di Kei”. Perché la maggioranza degli scultori che appartenevano a questo gruppo aveva “Kei” nel loro nome come Unkei, Kaikei e Tankei ecc. (perciò, naturalmente “ha” significa “gruppo”)
La famiglia di Unkei non era il discendente diretto di Jyocho, ma si crede che fosse stata una delle linee collaterali sue. Il padre di Unkei, chiamato Kokei, nonostante che non fosse stato tanto bravo quanto suo figlio come lo scultore, era molto in gamba per riunire gli scultori che lavoravano in Nara e sviluppare l’influenza di questo gruppo. Cioè, lui ha fondato la base di Kei-ha e poi, nel periodo del suo figlio, lo era fiorito. Unkei era non solo il genio come uno scultore ma anche aveva il talento socievole. Infatti, questo gruppo Kei-ha, da questo momento fino al periodo Edo continuava a regnare nel mondo della scultura giapponese come la corrente dominante.
D’altra parte, Kaikei era un discepolo molto bravo di Kokei (quindi, lui era il condiscepolo di Unkei) ed era anche un devoto credente della setta Jyodo del Buddismo. Si trovano ancora adesso tante statue di Budda Amitabha fatte da lui nei numerosi templi del Giappone. Soprattutto, la statua nel tempio Jyodoji la cui foto è messa sopra è veramente uno dei suoi capolavori. Quando i raggi del tramonto penetrano attraverso il muro di legno alla parte posteriore di Budda, l’interno di questo tempio diventa come se fosse un Jyodo (il mondo puro di assoluto agio) interamente. 
Riguardo allo stile di Unkei e Kaikei, si può dire che quello è dinamico e maschile, invece questo è intellettuale e piuttosto statico. Si crede che la statua “a” di Nioh fosse prodotta principalmente da Kaikei, e “hum” era fatta sotto la direzione di Unkei. La statua “a” è messa nello spazio limitato della porta con naturalezza e anche i suoi particolari sono sistemati bene. Invece la statua “hum”, è rappresentata con la posizione un po’ innaturale come se resistesse allo spazio limitato, ma perciò, ci dà una impressione più vigorosa e l’effetto tridimensionale.
Sulla storia della scultura nel periodo Kamakura, si può elencare tre caratteri come seguenti:
(1) Erano rivalutate alcune opere del periodo antico e era in voga di copiarle.
(2) Da un lato, era capitato il movimento di “vedere le cose cosi come sono” e di conseguenza, era nato il realismo.
(2) Il materiale si era diversificato. Cioè, oltre a legno, argilla e bronzo, erano adoperati anche il ferro e la pietra.

Per quanto riguardo al “realismo”, si può vederlo fedelmente sulle opere di Unkei e Kaikei, sopratutto quelle due statue di Nioh sono veramente il caso tipico. Cioè, i muscoli forti di tutto il corpo, il vaso sanguigno elevato sulla fronte e il movimento vivace espresso dal vestito che dondola al vento…
Comunque, non c’è nessun dubbio che queste statue sono grandi capolavori che rappresentano il periodo Kamakura.

giovedì 23 agosto 2012

Intervallo (18) ~La storia della bell’arte giapponese~2

Sopra, la porta Nandaimon di Todaiji
Sotto, due statue di Nioh

Alla fine del 9° secolo (nel periodo Heian), l’invio del gruppo dei delegati giapponesi per Cina ufficialmente si era arrestato. Dopo di che, il Giappone ha cominciato a seguire la sua linea di condotta. Di conseguenza, è nata una cultura originale che si chiama “lo stile giapponese” nei vari campi.
In questo periodo, era inventata Kana (48 sillabe fonetiche giapponesi), si era diffusa Waka (consultate per favore “La Storia di Genji (5)” oppure “Il tema della storia”) fra la classe aristocratica ed era apparsa la pittura “Yamato E” (significa la pittura tipicamente giapponese). Seguendo a questo corso, come ho menzionato nella sezione “Byodoin”, era entrato in scena uno scultore chiamato Jyocho che ha completato lo stile giapponese sulla scultura della statua di Budda.
Jyocho aveva tre clientele principali. Una di esse era la famiglia del capo di Fujiwara, e altre due erano il tempio buddista Kofukuji che era costruito dalla famiglia Fujiwara come il tempio tutelare di loro in Nara e la corte imperiale. Dopo la sua morte, i suoi figli e discepoli hanno successo l’attività sua, ma alla terza generazione da Jyocho, la sua scuola si era separata in tre gruppi e ognuno ha cominciato a lavorare per la ciascuna clientela summenzionata.
Nel periodo Kamakura, da quelli che lavoravano per il tempio Kofukuji,  era nato il gruppo di Unkei e Kaikei, che erano i due grandi scultori nella storia della bell’arte giapponese. Questa è una cosa che fa veramente època. Loro due hanno lasciato tanti capolavori dappertutto in Giappone, ma soprattutto un paio di statue di Nioh che si trova nella porta Nandaimon di Todaiji è una delle loro opere migliori.
Riguardo alla cultura giapponese, come ho scritto qualche volta, la maggioranza deriva da Cina, includendo quella che fu arrivata dall’Oriente tramite la via della seta, e “Nioh” che si rappresenta quasi sempre in un paio è anche uno di ciò. Nioh significa in giapponese “due Re”, ma naturalmente loro non sono “Re”. Si chiamano cosi abitualmente, magari col rispetto. Il vero nome di Nioh in sanscrito è Vajradhara, che fu originalmente un protettore dei viaggiatori rappresentato nella figura di Èracle con un bastone e il cuoio di leone di Nemea a due mani. E poi, per la civiltà ellenica portata da Alessandro, in Gandhara questo protettore fu rappresentato nella figura d’Èracle con la testa coperta del cuoio di leone.
Quando era arrivato nell’Asia Centrale, però, non c’era più l’immagine di Èracle. E in Giappone, è cominciato a chiamarsi Nioh e come il protettore del Buddismo è stato collocato sempre all’ingresso del tempio.
Una di queste due statue si rappresenta con la bocca aperta e l’altra chiusa. Si chiamano quindi, anche le statue di “a-hum”, perché quando si pronuncia “a”, bisogna aprire la bocca, ma a caso di “hum” si deve chiuderla. “A” è la prima lettera di Sanscrito e “hum” è l’ultima. Perciò queste due statue si mettono sempre all’ingresso per proteggere il Buddismo dall’inizio alla fine del mondo e anche per non far passare nessuno spirito maligno.
La statua di Nioh, ce ne sono tante in Giappone. Fra tutte quante, quelle di Todaiji sono le più famose. Quando era ricostruita la porta Nandaimon di Todaiji in 1203, queste due statue c’erano anche collocate. Loro sono fatte completamente di cipresso giapponese e alla parte occidentale della porta è messa la statua di “a” che ha 8.36m di altezza e 6.9 tonnellate di peso, invece all’est, quella di “hum”, con l’altezza di 8.38m e il peso di 6.89 tonnellate . Siccome era usata la tecnica di parchè, c’impiegavano solo 69 giorni per produrla. Per ogni statua, lavoravano due grandi maestri scultori, 12 o 13 discepoli (chiamati i piccoli scultori) e un po’ più di 10 falegnami. Per l’ossatura fondamentale erano usati 10 pezzi di legno quadro di grossezza circa 45cm, invece per il corpo, il vestito e gli oggetti personali, circa 160 pezzi. E i piccoli pezzi che servivano a riempire la giuntura erano usati circa 3800. Nell’officina, prima di tutto, i falegnami producevano ogni parte seguendo lo standard e poi, gli scultori li riunivano e facevano la rifinitura e la colorazione. Facendo questo tipo della divisione molto esauriente, il lavoro avanzava molto velocemente.

lunedì 20 agosto 2012

Intervallo (17) ~La storia della bell’arte giapponese~1

Sopra, la testa della statua di Budda di bronzo
con il sorriso arcaico (fatta nel settimo secolo)
Sotto, la statua di Asura (una divinità indiana),
una tipica statua di Dakkatsu Kanshitsu (fatta nell'ottavo secolo)

Con “La storia di Samurai (25)”, ho finito a scrivere fino al periodo di Kamakura (storicamente questo periodo si chiama così in Giappone). Si può dire che questo periodo di Kamakura era molto riformativo sulla politica, religione e bell’arte nella nostra storia. Riguardo all’aspetto politico, non ci sarà bisogno di spiegare che significa l’inizio del governo Shogunato. Allora, per completare questo periodo, volendo toccare altri due aspetti, prima di tutto comincerò con la storia della bell’arte.

La storia della bell’arte giapponese comincia dalla scultura della statua di Budda. Nel 6° secolo, era apparsa la statua di Budda per la prima volta in Giappone. È considerato che era introdotto il Buddismo da Paekche (il nome di un vecchio paese nella penisola coreana) a Giappone in 538. Allora, la famiglia Soga (grande nobile a quest’època), dopo aver vinto gli anti-buddisti nella guerra civile, ha chiesto al re di Paekche di mandare i monaci, scultori e architetti in Giappone. Cosi, era costruito il tempio buddista Asukadera (che non esiste più ora) in Nara per primo. E poi, quasi nello stesso tempo era costruito anche il tempio Horyuji dal principe Shotoku. (consultate per favore “Il tempio Horyuji” in questo blog) Naturalmente, sia nel tempio Asukadera sia in Horyuji, erano collocate le statue di Budda dello stile molto influenzato da Cina. (come già ho menzionato, in quest’època la Cina era il centro del mondo per gli asiatici, quindi il Giappone e la Corea ambedue erano sempre sotto l’influenza di questa nazione)
Nel 7° secolo, erano fabbricate non solo le statue di legno e bronzo ma anche quelle di argilla. Comunque, mandando ogni tanto il gruppo dei delegati in Cina (consultate per favore “La vita di Kukai”), i giapponesi hanno sviluppato man mano la loro cultura includendo la bell’arte. Come ho scritto nella sezione di Todaiji, il periodo Tempyo era il momento della massima fioritura della bell’arte (soprattutto la scultura) allo stile cinese. In questo periodo, erano prodotte anche tante statue di lacca oltre a quelle succitate. Se ne vedono alcune tipiche molto belle nel tempio buddista Kofukuji ancora adesso.
Questa tecnica si chiama “Dakkatsu Kanshitsu” in giapponese che fu adoperata molto frequentemente nel continente, soprattutto in Corea.  Cambiando, però, dal paese del buddismo a quello del confucianesimo, quasi tutta la statua fatta in questa maniera era perduta in Corea. Infatti, si può dire che solo in Giappone è rimasto questo tipo della statua nella forma perfetta.
Dakkatsu significa l’oggetto cavo come la tigre di cartapesta e Kanshitsu significa la lacca seccata. Il metodo di fabbricazione è come seguente:

(1) Si prepara un modello fatto d’argilla (si chiama il cuore)
(2) Si attacca la stoffa di canapa sovrapponendo tante volte su tutta la parte del cuore con la colla mista di lacca e fecola.
(3) Quando è asciutta la lacca completamente, si fa un taglio nella parte di schiena.
(4) Tramite questo taglio, frantumare il cuore di argilla e toglierlo via tutto quanto.
(5) Rinforzare la figura con alcuni pezzi di legno internamente.
(6) Rifinire la superficie aggiustando la parte delicata come la faccia e le pieghe del vestito con la pasta di lacca mescolata con i polveri di legno e fibre e colorarla.
Dato che questo tipo di statua è molto leggero, era possibile di spostarlo facilmente al posto più sicuro quando succedeva o guerra civile o incendio. Perciò, ne sono rimaste alcune quasi intatte nel tempio Kofukuji. Questo tipo di statua, però, c’impiegava tanto tempo e energia per produrlo. E poi si doveva utilizzare una grande quantità di lacca costosa. Questa tecnica, quindi, era scomparsa alla fine dell’ottavo secolo e nel periodo Heian era diventata molto popolare la statua di legno, invece quella di lacca.

mercoledì 15 agosto 2012

Il fàscino delle città antiche (13)~Byodoin~

Sopra, la statua di Amitabha
Sotto, Hoou do (la sala della fenice orientale)

Byodoin è il tempio buddista che si trova nella città di Uji. Riguardo a questo tempio, ho già presentato un po’ nel video. Ma questo volta, vorrei scrivere più dettagliatamente.
Il tempio Byodoin fu una volta la villa di Fujiwara no Michinaga (Ricorderete? Era il grande nobile e il padrone di Murasaki Shikibu) e dopo quando morì Michinaga, suo figlio Yorimichi l’ha cambiata al tempio in 1052.
Allora, si credeva che arrivasse il mondo di Mappou, duemila anni dopo la morte di Budda Sakya-muni. Mappou significa il declino dell’insegnamento di Budda e si può dire che è una specie dell’escatologia. La gente di quest’època credeva che l’anno 1052 fosse l’ingresso per Mappou. Per il grande nobile come Fujiwara, anche se avesse ottenuto tutta la prosperità e sontuosità in questo mondo, non aveva senso se non fosse salvata nell’altro mondo. Perciò, Yorimichi ha costruito il tempio buddista chiamato Byodoin, che significa il tempio della parità. Perché tutti sono pari avanti a Budda.
All’inizio, era collocata la statua di Vairocana e un anno dopo, era costruita la sala di Amitabha. Siccome erano messi due Hoou (fenice orientale) sul tetto, questa sala viene chiamata “Hoou do (la sala di Hoou)” in posterità.
In principio, questo Byodoin era il tempio maestoso che consisteva di 30 costruzioni. Ma, erano bruciate quasi tutte per le guerre civili e ne sono rimasti fino adesso solo tre includendo Hoou do, che era salvata dalla guerra per il suo posizionamento topografico. Cioè, dall’indagine archeologica recente, è scoperto che questa sala fu costruita sul laghetto ed è considerata la costruzione sull’acqua più vecchia in Giappone. Adesso, però, essendo cambiata la configurazione, non è più così.
In Hoou do, è collocata la statua di Amitabha seduta di circa 2.5m d’altezza e poi sulle pareti circostanti sono messi i rilievi di 52 forme di Bodhisattva. La statua di Amitabha è unica esistente che si può confermare come l’opera dello scultore Jyocho.
Jyocho, vissuto in 11° secolo, era la persona che ha completato “lo stile giapponese” ed era il primo scultore di libero professionista. Prima d’ora, tutti gli scultori erano impiegati statali, però Jyocho ha scelto la strada d’essere indipendente e, tenendo tanti discepoli nel suo studio, ha trattato bene i vari ordini. Si può dire che lui era il grande imprenditore, produttore e artista da considerare come una montagna gigante.
Fino a questo momento, la statua di Budda era fatta da solo un albero. Infatti, ci voleva sempre un albero grande e anche un esperto che era abile di lavorare dalla prima alla fine coerentemente senza sbagliare. Inoltre, la statua fatta da solo un albero aveva un difetto di incrinarsi facilmente.
Quindì, Jyocho ha inventato la maniera “Yosegi Tsukuri (una specie di parché)”, che è caratterizzata come seguenti:
(1) Non è necessario di cercare un albero grande.
(2) Dato che tanti scultori producono un pezzo della statua ciascuno e li riuniscono alla fine, il lavoro è molto efficiente.
(3) Perciò, la finitura è sempre omogenea e invariabile.

A questa època, come summenzionato, si credeva che stesse avvicinandosi il mondo di Mappou. Quindì, i ricchi come la famiglia imperiale e nobile, hanno fatto a gara a ordinare la produzione della statua di Budda che era creduta come la testimonianza della fede. C’era anche un imperatore che ha ordinato più di 6000 statue!

Siccome Jyocho, tenendo circa 100 scultori (discepoli), ha adoperato la maniera della produzione in serie, c’è anche uno scultore contemporaneo che lo considera “Henry Ford nel periodo Heian”.
Riguardo all’automobile, ce ne sono tanti tipi come leggero, medio, grande e di prima categoria. Non ce ne sarà molta differenza di funzionalità, perciò secondo il potere economico del cliente, si decide il tipo da scegliere. Insomma, si potrebbe dire che la statua di Amitabha nel tempio Byodoin è l’automobile della qualità superiore.
Questa statua di Amitabha seduta è considerata “lo standard di Jyocho” poiché ha una certa regola alla proporzione tra testa, braccia e corpo, che è molto adatta al gusto dei giapponesi. Quindì, dopo di che, è risultato di trovare tante statue di Budda fatte su questo standard dappertutto in Giappone. Ancora adesso, vive lo standard di Jyocho (naturalmente si trovano alcuni piccoli cambiamenti, però). Questo è veramente un miracolo, perché normalmente uno stile non dura perfino a mille anni dopo nel campo dell’arte.

mercoledì 8 agosto 2012

La storia di Samurai (25)

Sopra, le rovine del tempio Toshoji
Sotto, il posto dove Takatoki si era suicidato


Sopra, il tempio Rengeji
Hojyo, avendo coscienza dello stato di crisi di questa situazione, ha mandato a Hoki i due gruppi delle truppe il cui comandante era Nagoshi Takaie e Ashikaga Takauji ciascuno. Loro passavano sulle due strade diverse per la destinazione, ma l’arma di Nagoshi ha incontrato i nemici in via e ha combattuto contro loro. Siccome il capo era morto su questo campo di battaglia, tutti gli altri soldati dovevano ritirarsi. Allora, come è andato l’altro gruppo guidato da Ashikaga Takauji?

La famiglia Ashikaga era discendente di Minamoto. Loro, avendo la sede principale a Shimotsuke (attuale provincia Tochigi, vicino a Tokyo), erano la grande famiglia che possedeva 35 proprietà fondiarie in totale dappertutto in Giappone. Punto di vista della loro nàscita, Ashikaga non sarebbe dovuto stare sotto Hojyo. Infatti, a Takauji sembrava che questo invio di truppe potesse essere una buona occasione di far cadere Hojyo. Lui (Takauji), furtivamente scambiando le lettere con Godaigo, ha reclutato i soldati dalle sue proprietà per tutta la strada. Cosi, alla fine, lui ha inalberato arditamente lo stendardo della rivolta contro il governo di Hojyo.
Tandai di Rokuhara, essendo sbalordito di questa notizia, si era messo subito in stato di combattere. Kyoto, allora era diventata il campo di guerra, ma con l’invasione delle altre truppe di Godaigo, Tandai ha deciso di ritornare una volta a Kamakura per riorganizzare la condizione.
Ma, quasi tutti di loro erano ammazzati in via e quando erano arrivati nel tempio buddista Rengeji (si trova nella città Maibara, della provincia Shiga, vicina a Kyoto) c’erano rimasti solo 700 cavalieri. Era molto sicuro che fosse pieno di nemici davanti a loro. Il capo Tandai ha dovuto prendere la decisione di suicidarsi.
Si dice che si erano suicidati più di 430 persone in questo momento. La scena di ciò era talmente orribile che il giardino del tempio fosse diventato il laghetto di sangue…..

A proposito, il soprintendente di questo tempio, mettendo il loro nome su un registro, pregava per 48 giorni per consolare la loro anima. Questo registro è ancora rimasto in questo tempio.

Cosi, Godaigo era accolto a Kyoto e diventato di nuovo l’imperatore.

D’altra parte, a Kamakura era successa la stessa cosa. Cioè, il governo era attaccato dalle truppe di Nitta Yoshisada (era anche un discendente di Minamoto) e le persone principali di Hojyo erano morte sul campo di battaglia uno dopo l’altro. Shikken Takatoki e i suoi seguaci erano rifugiati nel tempio buddista Toshoji e anche loro, riconoscendo la sconfitta, si erano suicidati tutti quanti. Cosi, al 22 di maggio in 1333, il governo di Kamakura si era estinto.

domenica 5 agosto 2012

La storia di Samurai (24)

Sopra, il tempio buddista Kasagi
Sotto, due foto delle isole di Oki


Godaigo, però non ha imparato la lezione. Dopo essere caduto dal trono, ha assunto i vari elementi bravi attorno a lui includendo anche alcuni Akuto. Kusunoki Masashige, uno dei più famosi personaggi storici in Giappone, era uno di loro. Per quanto riguardo a Masashige, nonostante che sia ben conosciuto fra noi, non sappiamo esattamente la sua genealogia. Ma è sicuro che lui fosse nato in Kawachi (una zona nella provincia di Osaka), in cui ha sviluppato gradualmente il potere facendo l’attività come Akuto. Naturalmente lui era considerato il nemico dal governo di Kamakura, ma Godaigo ha osato di attirarlo dalla sua parte. Nello stesso tempo, Godaigo era riuscito di far parteggiare il potere del tempio Enryakuji nel monte Hiei tramite il soprintendente Sonun che era uno di suoi figli.

A proposito, questo tempio Enryakuji occupa una posizione molto particolare nella storia giapponese. Ne scriverò più dettagliatamente all’altra occasione. Quindì, adesso tenete presenti che questo tempio aveva il grande potere a quest’època non solo come il tempio buddista ma anche come l’organizzazione militare dei monaci soldati.

Questo movimento di Godaigo, era denunciato segretamente a Kamakura e il governo di Hojyo ha mandato subito l’arma consistita d’oltre 200000 soldati a Kyoto. Godaigo, che è stato nel tempio Kasagi nella periferia di Kyoto, era arrestato ed era esiliato a una isola di Oki (si trova nell’attuale provincia Shimane vicina a Yamaguchi) e altri suoi sostenitori erano ammazzati oppure esiliati. Così, sembrava che la sommossa fosse calmata. Ma non era vero. Quel principe soprintendente del tempio Enryakuji, lasciando questo posto, furtivamente è andato al monte Yoshino in Nara. Lui, da lì, ordinando di seguirlo ai potenti locali, è riuscito a organizzare l’arma consistita di Akuto e gli uomini indigeni.
Dall’altra parte, Kusunoki Masashige, svolgendo la strategia molto originale, stava per prendere possesso della zona Tennouji (la parte meridionale di Osaka). In risposta a questo movimento, è cominciato a estendersi la rivolta contro il governo dappertutto.
Godaigo, appena ha saputo questa situazione era scappato da Oki furtivamente e era andato nella direzione del paese Hoki (attuale provincia Tottori) dove c'era un suo sostenitore degno di fiducia. E poi loro (Godaigo e il suo sostenitore), combattendo contro il governatore di Oki, l'hanno vinto. Tanti Samurai vicini che osservavano le circostanze erano anche accorsi a parteggiare per Godaigo.

giovedì 2 agosto 2012

La storia di Samurai (23)

Sopra, il ritratto di Godaigo
Sotto, quello di Hojyo Takatoki

In questo periodo, a causa dell’antagonismo dei due fratelli principi, la corte imperiale era divisa in due gruppi. Per non aggravare il conflitto più di cosi, i due gruppi hanno deciso di far succedere il proprio principe al trono alternativamente in futuro. Pero, la situazione era difficilmente migliorata. Ciò nonostante, erano nate alcune riforme politiche anche qui nel campo della causa, dell’amministrazione del personale e della consultazione.
In questo momento era apparso l’imperatore Godaigo che aveva già 31 anni. Allora, questa età era anormalmente vecchia come il nuovo imperatore.  Comunque, lui ha praticato la politica molto attivamente. Si era impegnato soprattutto nella riforma dell’amministrazione del personale nel tribunale giudiziario.
D’altra parte, il governo di Kamakura aveva alcuni problemi seri. L'uno più grave fra questi era il dilagare di Akuto e del pirata. Akuto significa il gruppo della canaglia. Ma questa denominazione deriva solo dal punto di vista del governo. Questo gruppo della canaglia consisteva dei funzionari armati in Shoen e anche di Gokenin. Loro hanno derubato spesso il tributo annuale e i beni da Shoen e hanno combattuto contro l’arma del governo risolutamente. Perciò, era troppo difficile di sterminarli per il governo.
Infatti, i Gokenin che erano molto scontenti della politica del governo Hojyo diventavano Akuto in successione.
Due anni prima che Godaigo era salito al trono, a Kamakura, Hojyo Takatoki di 14 anni era diventato Shikken. Questo Takatoki era l’ultimo Shikken al governo di Kamakura e un uomo molto incapace. Si vedeva dappertutto in Giappone, il movimento degli scontenti contro il governo ma Takatoki non era abile di reprimerli.
Godaigo, da qualche tempo, provava una collera violenta per la maniera di Hojyo che metteva becco fino al caso del trono. Finalmente, al settembre nell’anno 1324, Godaigo ha progettato di ammazzare Tandai (consultate “La Storia di Samurai ~19~”) di Rokuhara, attirando i monaci soldati dei templi di Nara e i Samurai attorno a lui dalla sua parte. Ma questo progetto, essendo saputo subito da Tandai, era crollato fin troppo facilmente.