martedì 28 luglio 2020

La serie della letteratura giapponese ~ 339~



Due illustrazioni del cavallo nel periodo di Heian




Makura no Soushi (339)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (338)

Duecento novantottesimo (2)

Poi, una delle mie colleghe gli ha detto:
“Questa signora te l’ha data, perché lei ha avuto pietà della tua situazione.”

Allora, l’uomo ha aperto quella carta e detto:

“Cosa mi dona? Quale valore ha quello che mi dà?”

L’ancella gli ha detto:

“Fa silenzio! Basta che tu la leggi.”

L’uomo ha risposto:

“No, no. Purtroppo non ne riesco, perché sono illetterato.”

L’ancella ha detto:

“Allora, fai leggere da qualcuno altro. Noi, comunque, siamo chiamate dall’imperatrice e subito dobbiamo andare alla sua stanza. Ma, tu, che hai ricevuto il regalo talmente carino, non devi affannarti per niente.”

Detto ciò, tutte le ancelle sono andato via scoppiando a ridere fragorosamente,

E quando noi siamo arrivate alla sede dell’imperatrice, la nutrice del fratello dell’imperatrice ha detto:

“Lui già ha fatto vedere quella carta a qualcuno? Se si, quanto si è arrabbiato con noi.”

Le ancelle, ascoltandolo, hanno scoppiato a ridere di nuovo.

L’imperatrice, guardandole, ha detto con il sorriso un po’amaro:

“Voi avete fatto la cosa veramente pazzesca. Che gente siete voi!”

domenica 26 luglio 2020

La serie della letteratura giapponese ~ 338~


Le due illustrazioni del paguro



Makura no Soushi (338)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (337)

Duecento novantottesimo (1)

Un giorno, noi siamo state nella stanza della sorella dell’imperatrice nel palazzo imperiale. Allora, si avvicinava un servitore alla veranda e ha detto quasi piangendo:

“ Ho avuto un grave danno. A chi posso esprimere il mio dolore?”

“Che è successo?” Ha domandato la nutrice del fratello dell’imperatrice a cui è capitato di trovarsi per caso sul posto.

Il servitore ha risposto:

“Ero uscito in brevissimo tempo, ma durante questa mia assenza, mia casa era bruciata e io e la mia famiglia stiamo vivendo adesso nella casa estranea come il paguro che mette la sua groppa nella conchiglia dell’altro mollusco. L’incendio ha avuto origine nel posto dove c’è ammucchiato il foraggio per il cavallo della corte imperiale. E mia casa si trova molto vicino, perciò si è propagata. A questo momento, dormiva ancora mia povera moglie e non si poteva portare via nessuna mobilia. Solo mia moglie è riuscita a sfuggire stentatamente."

Cosi, lui si lamentava in continuazione. E ascoltandolo, la sorella dell'imperatrice rideva molto.

Allora, io ho lanciato a lui una carta su cui c’è scritto una Waka come seguente:

Mimakusawo Moyasubakarino Harunohini Yodonosaenado Nokorazaruramu

La traduzione: Come mai si è bruciata tutta la casa con quello poco fuoco da bruciare il foraggio.

E anche le ancelle, leggendola, rideva molto.

N.B: A noi, popolo moderno, sembra molto strano e crudele la reazione delle ancelle contro la misera situazione del servitore. Ma noi dobbiamo riconoscere il fatto che la sensibilità nostra e quella del periodo di Heian è molto differente. A questo periodo non c’era nessuna concezione del diritto umano neanche quella della democrazia.

E si possono indovinare le due ragioni, perché loro ridevano al lamento del servitore.

Il primo è che, era troppo ridicolo l’accento di parlare di questo uomo umile per le donne nobili.

Il secondo è che, era troppo diverso il mondo da vivere per i nobili e per il ceto popolare.

mercoledì 22 luglio 2020

La serie della letteratura giapponese ~ 337~


Due foto di Kankokukan (riprodotto nell'anno 1992)



Makura no Soushi (337)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (336)

Duecento novantasettesimo (3)

La notte prossima, l’imperatrice era chiamata alla camera da letto dell’imperatore e l’ho seguita. Poi dopo, io ho chiamato la mia servitrice per far accompagnarmi per tornare al mio compartimento privato. Allora, invece della servitrice, è apparso il sig. Korechika e mi ha detto:

“Tu vuoi tornare al tuo compartimento? Allora, io ti accompagnerò.”

Con la gioia, sono uscita fuori lasciandovi la giacca pesante, e ho trovato la luna tanto brillante. Sotto questa luce della luna, il suo vestito si vedeva anche bianco lucente.

E lui mi accompagnava tenendo la mia manica e ha detto:

“Non cadere.”

Come è gentile! E sono molto commossa.

E in via, lui ha recitato di nuovo una altra poesia cinese come seguente:

“Yushinawo Nokorinotukiniiku” (1)

È stupendo!

Lui, mi ha guardato e detto sorridendo:

“T’intenerisci subito di tale cosa.”

Ma come posso frenarmene? Era la esperienza talmente commovente!

(1) La frase integrale di questa poesia è come seguente:

Kajinkotogotoku Sinsyouwo Kazaru Gikyuni Kaneugoku
Yushinawo Zangetsuniiku, Kankokuni Torinaku

La traduzione: Quando si suona la campana della mattina, nel palazzo imperiale, tutte le dame cominciano a truccarsi.
Ma, quando il gallo canta a Kankokukan (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 167~”), il viaggiante continua a camminare in silenzio sotto la luna del mattino.

N.B: Le parole “Zangetsu” e “Nokorinotsuki” sono stessa cosa. La differenza è che, solo quella è il modo di leggere in cinese, invece questa è in giapponese. Poi “Kankokuni” significa alla barriera Kankokukan.

domenica 19 luglio 2020

La serie della letteratura giapponese ~ 336~


Due foto del gallo



Makura no Soushi (336)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (335)

Duecento novantasettesimo (2)

Allora, una ragazzina che serve Osame (una ancella della condizione bassa, che fa i lavoretti vari nel palazzo imperiale) nascondeva un gallo per portare a sua casa appena che fa giorno.

Ma, non so il perché, un cane l’ha trovato e correva dietro a questo. Il gallo quindi, si è rifugiato nel boschetto in giardino e ha cominciato a cantare tanto acutamente quanto fa svegliare tutte le ancelle che dormivano.

E si è svegliato anche l’imperatore e ha chiesto alla gente al fianco:

“Come mai, quello gallo si è rifugiato qui?”

Allora, il sig. Korechika (il fratello dell’imperatrice) ha recitato subito una frase della poesia cinese a voce spiegata come seguente:

“Koe Meiouno Nemuriwo Odorokasu”

(N.B: Questa poesia era composta da Miyako no Yoshika, un poeta famoso della poesia cinese, vissuto nel nono secolo in Giappone. E la poesia integrale è come seguente:

Keijin Akatsukini Tonau  Koe Meiouno Nemuriwo Odorokasu, Fushou Yorunaru Hibiki Antenno Kikinitessu

La traduzione: All’alba, un funzionario che si mette il cappello della forma di cresta fa sapere l’ora di mattina, (N.B: Poiché il gallo canta all’alba, il funzionario che è incaricato di far sapere l’ora della mattina, si metteva questo cappello della forma di cresta e lui era chiamato Keijin, che significa un uomo del gallo) e questa voce fa svegliare il re intelligente. E poi, alla notte tarda, si suona la campana che fa sapere l’ora, e questo suono si trasmette nel cielo scuro fino ad arrivare all’orecchio del popolo.

Quando ho sentito la recitazione di questa poesia, mi sono svegliata perfettamente. Il sig. Korechika è veramente una persona brava per citare la poesia giusta nel tempo giusto!

E l’imperatore e l’imperatrice ambedue, lo ammiravano divertendosene.

Comunque, questa cosa è meravigliosa tutto quanto.

mercoledì 15 luglio 2020

La serie della letteratura giapponese ~ 335~

sopra, il paravento
Sotto, Kichou





Makura no Soushi (335)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (334)

Duecento novantasettesimo (1)
( ~ da 293 a 296 sono saltati~)

Un giorno, Il fratello dell’imperatrice (il sig. Korechika) è venuto nel palazzo imperiale e ha fatto una lezione della poesia cinese all’imperatore. (N.B: A questo momento, il  Sig. Korechika aveva 20 o 21 anni, e l’imperatore aveva 14 o 15anni. E Korechika era l’uomo molto istruito e spesso faceva la lezione all’imperatore.)

Poiché la sua lezione durava lungo come al solito, e le mie colleghe che stavano vicino all’imperatrice con me, pian piano sparivano per dormire all’ombra del paravento o Kichou (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 186~”), solo io ho dovuto starvi sopportando il sonno.

Allora, un funzionario incaricato da far sapere l’ora, ha detto “L’ultimo quarto del toro (circa tre e mezza della mattina, comunque, riguardo al sistema dell’ora in questo periodo di Heian, consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 315~”)” da lontano.

E io, ho parlato da sola senza intenzione:

“Oh, già spunta il giorno!”

Ma il sig. Korechika ne ha sentito e detto:

“Ormai, è passata l’ora da dormire, non è vero?” E non dimostrava niente l’aria di andare al letto.

Io mi pentivo d’aver detto tale cosa, ma, ormai non era possibile di usare sotterfugi, perché non c’era nessuna collega che mi aiutava.

Ma l’imperatore già sonnecchiava appoggiandosi alla colonna e il sig. Korechika, vedendolo, ha detto all’imperatrice:

 “Guardatelo, è già alba, ma l’imperatore sta dormendo. È giusto?”

Allora, l’imperatrice ha detto:

“È vero, è vero.” E sorrideva. Tuttavia, l’imperatore continuava a dormire senza accorgerne.

domenica 12 luglio 2020

La serie della letteratura giapponese ~ 334~


Due foto della località Ono di Kyoto



Makura no Soushi (334)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (333)

Duecento novantaduesimo

La madre del segretario generale nel ufficio del principe ereditario, è la famosa compositrice di Waka. Una volta, lei ha partecipato alla cerimonia buddista, chiamata Hokke Hakkou (1) in un tempio buddista.

E il giorno prossimo, lei ha tenuto una festa della musica e la poesia nella sua villa situata a Ono (il nome della località nord-est in Kyoto). A questa occasione, lei ha composto una Waka come seguente:

Takigikoru Kotowakinounitsukinishiwo Izaononoewa
Kokonikutasamu (2)

È veramente eccellente questa Waka!

Comunque, questa storia non è che ero presente alla festa ma me ne ha fatto sapere un mio conoscente.

(1) Hokke significa Saddharmapundarika-sutra, che è uno di sutra molto importanti nel Buddismo. Quando fu introdotto questo sutra dall’India a Cina, i vari monaci hanno tradotto in cinese, e adesso ne sono rimasti tre. Fra questi, è più diffuso quello che era tradotto da Kumarajiva (vissuto da circa 350 a circa 409 dopo Cristo) in otto ruoli. E anche in Giappone, questo Hokke sutra, tradotto da Kumarajiva è diventato molto popolare. E nel periodo di Heian, si teneva spesso la cerimonia di leggere e di fare la lezione di questo sutra dal monaco, o in un tempio, o nella corte imperiale, o in casa di un nobile di alta classe.

E Hakko significa otto corsi. Cioè, vuol dire che, la cerimonia da leggere e fare la lezione di questo sutra dividendo in otto volte, cioè due volte (la mattina e la sera) a quattro giorni.

E il significato di Waka suddetta è come seguente:

Takigikoku Kotowakinounitsukinishiwo : È già finito di raccogliere la legna.
Izaononoewa Kokonikutasamu: Orsu, buttiamo via il manico di Ono (significa “scure”).

Questa Waka deriva da un aneddoto in Jataka (l’antologia della narrazione di Buda nella sua precedente esistenza, cioè quando fu ancora un monaco che faceva le pratiche ascetiche.) Secondo questo aneddoto, Gautama (il cognome di Budda) si è impadronito del contenuto di Hokke sutra, raccogliendo la legna, cogliendo la verdura e attingendo acqua (cioè facendo tanto lavoro). E dopo che aveva imparato tutto di Hokke sutra, non era necessario più usare la scure per Budda.

La madre del segretario generale quindi, ha composto questa Waka, paragonando questa cerimonia un po’ faticosa, all’addestramento di Budda (cioè raccogliere la legna ecc.,) come seguente:

“La cerimonia seria è già finita, e godiamo ora la festa della musica e della poesia, ormai la scure non è più necessaria per noi.”

E così, lei ha fatto il gioco delle parole con la scure (Ono) e il nome della località Ono dove c'era la sua villa.

mercoledì 8 luglio 2020

La serie della letteratura giapponese ~ 333~



Tre foto di Urabon



Makura no Soushi (333)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (332)

Duecento novantunesimo

Ho sentito dire che, c’era un funzionario di Emonfu (uno di sei dipartimenti militari, che faceva la guardia della porta del palazzo imperiale e anche accompagnava all’imperatore quando lui usciva), che si vergognava molto di suo padre, perché era di condizione umile.

E questo uomo, una volta, è stato al paese Iyo (la presente provincia Ehime) con la sua famiglia e in via del ritorno a Kyoto, si dice che lui ha buttato il suo padre nel mare.

La gente, sapendo questa storia, si è sorpresa e si parlava di crudeltà e di terrore del cuore umano.

Ma al giorno 15 di luglio (1) lui ha preparato tutte le cose necessarie per celebrare la funzione commemorativa per suo padre defunto.

Allora, un monaco di alta classe, guardandolo, ha recitato una Waka come seguente:

Watatumini Oyaoshiirete Kononushino Bonsurumiruzo
Awarenarikeru

(La traduzione: L’uomo che ha buttato il suo padre nel mare, sta preparando per la cerimonia di Bon (2) per suo padre. È veramente la cosa misera di vederlo.)

È interessante!

(1) Nel vecchio tempo, in Cina si è tenuta una cerimonia buddista per salvare l’anima perduta sofferente al giorno 15 di luglio. Questa cerimonia che si chiama Urabon (Ullambana in sanscrito) è introdotta in Giappone, ed era mischiata con la festa tradizionale giapponese dell’anima, è diventata la cerimonia buddista commemorativa per gli antenati. E a questo giorno, la gente accende il fuoco per accogliere l’anima perduta degli antenati, le offre il cibo e fa recitare il sutra al monaco. E poi, quando è finita la cerimonia, si accende di nuovo il fuoco per salutare la anima che torna all’altro mondo. Questo tipo dell’avvenimento si fa ancora oggigiorno, ma è diverso un po’ ad ogni località e anche la giornata cambia. Cioè, in alcune località si fa dal 13 al 15 di agosto, ma anche ci sono tante località in cui si fa in luglio.

Comunque, nel periodo di Heian, questa cerimonia si teneva al 15 di luglio, e poi, Bon di (2) è l’abbreviazione di Urabon.

domenica 5 luglio 2020

La serie della letteratura giapponese ~ 332~


Due foto delle tuffatrici attuali



Makura no Soushi (332)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (331)

Duecento novantesimo (2)

La nave in cui sono salita, è ben fatta con il cancello a grata aperta e si trova abbastanza alta dalla superfice dell’acqua. Perciò, sembra che io stia nella casa piccola e non ho molta paura. Ma, guardando le altre navi, divento un po’ pallida, perché, da lontano, si vedono proprio come quelle di foglia sparse sul mare.

Nel porto, in tutte le navi che sono andate alla fonda, si accende la luce e questa scena è molto suggestiva.

Alla mattina, alcuni, forse saranno i pescatori, stanno remando la barca. Poiché questa è piccola, mi fa provare una vaga tristezza. In Waka, spesso si paragona la traccia dell’onda dopo aver passato la nave alla fugacità, perché, si spegne subito.

Secondo me, per la persona dell’alta classe, sarà meglio di non viaggiare con la nave. Naturalmente, anche ci sarà qualche pericolo per il viaggio sulla terra, ma, comunque almeno c’è una cosa sicura che i piedi sono attaccati alla terra!

Nel mare, non si sa che cosa può succedere. Soprattutto, per le pescatrice, se il fune attaccato a loro vita si tagli, cosa faranno? Per non parlare dell’uomo, ma nel caso della donna, quanto si sentirà sola!

Si vedono invece, sempre gli uomini che ramano la barca tenendo quel fune e cantando ottimisticamente. E quando la donna segna tirando il fune, l’uomo lo solleva. E la donna sollevata, tenendo il bordo, tira un respiro profondo, facendo il suono acuto.

Questo suono è tanto malinconico quanto fa venire le lacrime alla gente attorno. Ciò nonostante, l’uomo che fa tuffarla, che cosa sta pensando? Io non capisco niente il suo cuore.

mercoledì 1 luglio 2020

La serie della letteratura giapponese ~ 331~


Due foto della nave nel periodo di Heian



Makura no Soushi (331)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (330)


Duecento ottantanovesimo
Quelli che s’imitano con naturalezza: il sbadiglio e i bambini

Duecento novantesimo (1)

Le cose di cui non si fidano:

La persona di condizione umile.

La persona che è considerata cattiva. Ma, la persona cattiva sembra che sia più schietta di quella buona.

Il viaggio marittimo.

Quando la giornata è radiosa e la superficie del mare è calma, se si vedano le ragazze giovani carine e gli uomini giovani che remano cantando, è molto piacevole.

Ma, se tiri il vento forte improvvisamente, la situazione cambierebbe subito. A questo momento, il mare è mossa, e questo fa paura a tutti, e fino ad arrivare al porto di ancoraggio, la gente è in grande ansietà. La condizione del mare cambia spesso in attimo così.

Secondo me, è veramente terribile di andare qua e là con la nave. Anche se viaggiare con la nave sul fiume, il cui fonale non è tanto profondo, sembra che sia insicuro. Ancor di meno sicuro, il mare! Perché non si sa quanto sarà la profondità e dove c’è la fine.  

Nel caso della nave che è caricata tanta roba, la superfice dell’acqua è orribilmente vicina, ma i marinai corrono qua e là e cariano i legni gettando. Mi pare che loro non abbiano paura di affondare la nave per il superamento del peso. È la scena veramente orribile!

Loro stanno brattando vicino a poppa. Io invece, sto nella parte interna, che è più sicura. Ma, mi viene la vertigine solo guardando colui che sta a poppa.


Anche la fune che è attaccata al remo, si vede debole. Se si rompa questa, come sarà? Lui cadrà subito nel mare e questa fune non servirà a salvarlo, perché non è tanto robusta.