mercoledì 28 settembre 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (152)


Due foto dell'ombrello giapponese


Ugetsu Monogatari 41 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Jasei no In (la storia di un uomo attaccato dallo spirito del serpente) ~ 2~


“Io ci sto solo per alcuni momenti, finché non si smetta di piovere. Tu quindi, non devi preoccuparti di me.”

Dicendo cosi, Toyoo si è riposato seduto.

Fra un po’, si sentiva una bella voce di donna da fuori

“Posso stare un momento sotto il tetto di vostra casa?”

Era una donna bellissima, che sembrava molto giovane e nobile. Lei che era tutto bagnata, stando con una serva ancora ragazzina, aveva l’aria tanto imbarazzata, 

Toyoo, essendo colpito da sua bellezza, ha pensato:

“Forse lei ci sarà venuta da Kyoto, magari per vedere il mare, perché io non ho mai visto la donna cosi bella e elegante in questa zona. Ma comunque, è un po’ strano che lei sta senza la scorta. Mi pare che sia pericoloso per la donna uscire solo con una ragazzina.”

E lui, lasciando un po’ di spazio al fianco suo, ha detto:
“Venite qui per favore, forse smetterà di piovere fra un po’.”

“Grazie, allora vi chiedo scusa di stare un momento accanto a voi.”

Dopo aver detto cosi, la donna si è seduta vicino a lui.

Guardandola da vicino, gli sembrava che lei era tanto più bella, quasi come se non fosse l’essere umano di questo mondo. Toyoo quindi, le ha detto in estasi:

“Chiedo scusa, ma, mi pare che voi siate di nobile, venuta da Kyoto. Siete venuta per pregare il tempio oppure per fare una cura termale a Mineno Yu(il nome di un sorgente termale in Wakayama)?
Comunque, come mai siete venuta in questa zona molto squallida?
Ma, di questa zona, un poeta cantava nel vecchio tempo:

Kurushikumo Furikuru Ameka Miwaga Saki Sanono Atarini
Iemo Aranakuni

(Traduzione:
È cominciato a piovere. Malgrado che in questo porto di Sano di Miwaga Saki (Sano e Miwaga Saki si trovano tutti i due nella presente provincia Wakayama), non c’è nessun posto da ripararsi dalla pioggia.)

Io penso che l’atmosfera di questo porto espressa in questa poesia, sia proprio uguale a quella di oggi, non è vero?

Questa casa è veramente modesta, ma è di un uomo che è occupato da mio padre. Perciò per favore accomodatevi senza ritegno.


A proposito, dove voi alloggiate? Se è possibile, io vorrei accompagnarvi, pero sarò troppo indiscreto di proporre questa cosa a voi appena che ho incontrato per primo. Allora, portate magari questo ombrello di ritorno al vostro alloggio.”

domenica 25 settembre 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (151)


Due foto di un tempio scintoista di Shingu


Ugetsu Monogatari 40 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Jasei no In (la storia di un uomo attaccato dallo spirito del serpente) ~ 1~

Non si sa quando, ma comunque, è una storia successa nel vecchissimo tempo.
C’era una volta, un uomo chiamato Ooya no Takesuke, nel porto di Kii (il vecchio nome di una zona nella presente provncia Wakayama). Lui era il padrone di pescherecci e avendo tanti pescatori sotto di lui, passava la vita molto ricca. Lui aveva due figli e una figlia. Il primo figlio, chiamato Taro, era il ragazzo docile e semplice e lavorava sodo. La figlia è sposata con un uomo di Yamato (presente Nara) e vi abitava.

Invece il secondo figlio, chiamato Toyoo, era gentile ma, amando solo la cosa adatta al suo gusto, non voleva lavorare.

Takesuke, preoccupandosene, ha pensato:

“Se io gli doni una parte dei miei beni adesso, sarebbe truffato da qualcuno subito. Se pero, io lo faccia adottare da una famiglia, il risultato sarà ugualmente brutto, considerando il suo carattere. In fine dei conti, ora non potrò che guardarlo con attenzione. In futuro, lo faccio diventare lo studioso o il monaco, se lui vuole. In ogni modo, lui dovrà vivere alle spalle di Taro, per tutta la vita.”

Pensando cosi, Takesuke non ha dato molta importanza di educarlo severamente. 

E Toyoo frequentava a Abeno Yumimaro, il sacerdote del tempio shintoista di Shingu, per studiare le cose.

Un giorno di fine settembre, quando Toyoo stava per lasciare la casa del sacerdote, è cominciato a piovere improvvisamente, nonostante che era tanto serena la mattina. Toyoo quindi, prendendo una ombrella in prestito dal sacerdote, è uscito fuori. Ma, poiché pioveva sempre più forte, lui si è fermato avanti a casa di un pescatore per ripararsi dalla pioggia.

Quando lui ha bussato la porta, il vecchio padrone è apparso e detto:

“Ma guarda chi si vede, il secondo figlio del signor Ooya! Mi sento imbarazzato di trovarvi in questa modesta casa! Comunque, sedetevi per favore su qui.”


Dicendo cosi, il vecchio ha offerto un cuscino a Toyoo dopo averlo spolverato.

mercoledì 21 settembre 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (150)


Due foto della luna nel cielo


Ugetsu Monogatari 39 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Kibitsu no Kama (la pentola del tempio scintoista Kibitsu) ~ 12~

Shotaro ha risposto:

“Finalmente il mio compito da rinchiudermi in casa è terminato. Mi dispiaceva che non ho potuto vederti fino ora. Allora, io vengo da te per parlare tante cose che mi è accumulata nel cuore. Alzati.”

Hikoroku, l’uomo irriflessivo di natura, ha detto subito:

“Va bene. Ci vieni.”

Dicendo cosi, lui stava per aprire la porta di sua casa, ma, prima di aprirla metà, ha sentito un grido orribile da casa di Shotaro. Poiché questo grido era talmente orrendo da rizzare i suoi capelli, Hikoroku è caduto battendo il sedere suo malgrado. Ma, pensando subito che fosse successa qual cosa malaugurata a Shotaro, è uscito fuori con la scure a mano.

L’esterno pero, era ancora buio, nonostante che Shotaro aveva creduto che la notte fosse finita.

La luna stava nel cielo di cui luce era vaga e il vento del primo inverno portava l’aria fredda.

Hikoroku ha guardato dentro la casa di Shotaro, di cui la porta era lasciata aperta, ma non si è trovata nessuna figura umana. Lui ha cercato sia interno sia esterno di casa, pero, non ha potuto trovare nemmeno l’ombra.

Lui, tremando dal sentimento terribile, ha frugato qua e là di nuovo con la luce a mano e trovato lo stagno di sangue sotto la parete vicino alla porta. Tuttavia, non c’era il cadavere né un pezzetto d’osa. Guardando attorno più attentamente, ha notato un pezzo dei capelli umani sospeso dalla gronda e non si trovava nessun’altro.

Era troppo orrendo e deplorevole da esprimere questa scena in parole. All’alba, Hikoroku ha provato di cercare Shotaro alla montagna e pianura vicino dalla sua abitazione, ma, è stato inutile.

Questa notizia è arrivata alle due famiglie Kasada e Izawa, e loro hanno dovuto capire che la predizione dalla pentola nel tempio scintoista Kibitsu era purtroppo avverata.

Il popolo quindi, ha tramandato questa storia ai posteri dicendo che la volontà divina è proprio da rispettare.


                     ~  fine di “Kibitsu no Kama” ~

domenica 18 settembre 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (149)


Due foto del pino caduto dal vento


Ugetsu Monogatari 38 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Kibitsu no Kama (la pentola del tempio scintoista Kibitsu) ~ 11~

Poiché la notte è finita fra un po’, Shotaro si è sentito di aver ravvivato con il senso di sicurezza e andato subito a casa di Hikoroku. Lui, dopo aver sentito quello che era successo a Shotaro durante la notte, ha ammirato l’abilità dell’esorcista la cui predizione era avverata. Anche lui quindi, aspettava la mezzanotte questa volta non andando al letto.

Il vento soffiava talmente forte che faceva quasi cadere il pino e anche pioveva dirottamente. Shotaro e Hikoroku, tremando con il presentimento infausto, passavano la notte dando una voce tra di loro attraverso la parete.

Verso alle due, è apparsa una ombra rossa alla finestra di casa di Shotaro e detto:

“Che è odioso! Si trova anche qui il talismano.”

Questa voce era cosi orribile come Shotaro si è svenuto per la paura da far rizzare i capelli. 

All’alba, lui ha raccontato a Hikoroku la storia terribile che aveva sperimentato e al cader del giorno, non pregava che finire la notte.  In questa maniera, lui viveva per alcuni dieci giorni pensandoli più lunghi da mille.

Quel fantasma, girando per sua casa o stando sopra il tetto ogni notte, gridava. Questa voce, piena di arrabbia, diventava sempre più spaventosa.

Cosi, è arrivata finalmente ultima notte quarantaduesima. Shotaro, pensando che bastava ancora solo una notte di pazienza, passava la notte con la cautela più rigorosa.

Quando è spuntata l’alba, lui ha chiamato subito Hikoroku, sentendosi di aver svegliato dal sogno lungo.

Hikoroku ha detto avvicinandosi alla parete:


“Che è successo?”

mercoledì 14 settembre 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (148)


Due esempi delle lettere antiche cinese 


Ugetsu Monogatari 37 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Kibitsu no Kama (la pentola del tempio scintoista Kibitsu) ~ 10~

L’esorcista ha continuato a parlare:

“La vostra vita sarà in crisi sta sera o domani mattina. Questa fantasma ha lasciato questo mondo sette giorni fa, quindi, voi dovrete rimanere chiuso in casa per 42 giorni chiudendo la porta bene.

(N.B
Nel Buddismo, si considera che, quando una persona è morta, la sua anima è ancora rimasta in questo mondo per 49 giorni. E se siano passati questi giorni, l’anima è andata all’altro mondo passando il fiume Stige.)

Se voi mantenete il mio insegnamento, potreste avere la possibilità di vivere per un pelo. Ma, se voi lo rompiate anche se un momento, non potrete sfuggire alla morte.”

E dopo di che, l’esorcista, prendendo il pennello, ha scritto le lettere strane, che sembravano quelle antiche cinese, sulle tutte le parti del corpo di Shotaro, cioè dalla schiena fino alle membra.  

Poi lui ha detto, dando tanti talismani su cui erano scritte le lettere in vermiglio a Shotaro:

“Attaccate questi talismani su tutte le porte e rivolgere ferventi suppliche a Divinità e Budda. Non dovrete agire contrariamente a questo insegnamento. Se no, voi andrete in rovina.”

Quando ha sentito queste parole, Shotaro ha avuto paura ma nello stesso tempo, era soddisfatto pensando che aveva trovato una strada per vivere.  Lui quindi, è tornato subito a casa e ha cominciato la vita della reclusione, dopo aver attaccato i talismani tutte le porte e finestre.

Alla notte, si sentiva una voce orribile da fuori della porta, dicendo:

“Che è odioso! Si trova qui i talismani sacri.”

Poi, non si sentiva più nessuna voce. Shotaro terrorizzava e si lamentava perché gli sembrava che la notte fosse troppo lunga questa volta.

domenica 11 settembre 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (147)


Due foto dei vari talismani


Ugetsu Monogatari 36 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Kibitsu no Kama (la pentola del tempio scintoista Kibitsu) ~ 9 ~

Allora, la padrona, spostando un po’ il paravento, ha detto:

“Era da molto che non ti vedevo. Ti faccio capire quanto mi devi pagare per il trattamento crudele che m'avevi dato fino ora.”

Shotaro l’ha guardata con molta sorpresa e capito che era proprio sua moglie Isora, lasciata nella patria. Lei, con la faccia pallida e gli occhi spaventosi, lo guardava severamente indicandolo con il dito scarno.

Shotaro è svenuto per l'orrore, gridando “Ahime!”.
Nel frattempo, quando lui ha ripreso conoscenza e guardato attorno socchiudendo gli occhi, si è accorto che stava in un cenotafio dentro il cimitero. E vicino a lui, non si vedeva che una statua di Budda, molto invecchiata.

Shotaro si è alzato subito e tornato a casa contando sul lontano urlato del cane e ha parlato tutto quello che gli era successo a Hikoroku.

Allora Hikoroku ha detto:

“Ma che cosa dici! Forse tu sei stato ingannato dalla volpe. Quando uno è depresso al cuore, facilmente si prende possesso degli spiriti maligni. Secondo me, non va bene per te di stare nella tristezza cosi per lungo tempo. Io ti consiglio di calmare il cuore indebolito, pregando la divinità e Budda. Ho sentito dire che, nel villaggio poco lontano da qua, c’è un esorcista molto bravo. Andiamoci a purificarti e prendiamo da lui un talismano per cacciare via il demonio.”

E loro due sono andati a questo esorcista e gli hanno raccontato tutti i particolari successi fino ora a Shotaro.

L’esorcista, dopo aver letto la sorte di Shotaro, ha detto:


“La disgrazia sta già dietro di te. La situazione è molto grave. Questo spettro vendicativo ha rubato la vita della donna prima, ma ancora non potendo cancellare il rancore, sta attentando alla vita tua questa volta.”

mercoledì 7 settembre 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (146)



Tre foto di Chigaidana


Ugetsu Monogatari 35 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Kibitsu no Kama (la pentola del tempio scintoista Kibitsu) ~ 8 ~

La donna ha risposto:

“La casa della signora è vicina da dove voi passate sempre. Anche lei si sarà sentita insicura adesso, perché ha perso una persona degna di fiducia. Io quindi, vi raccomando di visitarla ogni tanto.”

Poi, ha cominciato a camminare mettendosi alla testa di lui.

Duecento metri avanzati, c’era un sentiero stretto. Camminandovi ancora cento metri, si è trovata una piccola casa col tetto coperto da rami di bambù nel bosco buio.

La porta di bambù era smorta e anche il giardino sembrava che fosse abbandonato sotto la luna al primo quarto. E attraverso la finestra di carta, filtrava la poca luce.

“Aspettate un attimo.”

Dicendo cosi, la donna è entrata dentro. Shotaro, stando fianco al pozzo vecchio, coperto di muschio, ha sbirciato la situazione di dentro casa. Fra Fusuma (la porta di carta scorrevole) un po’ aperta, il fioco lume scintillava dal vento e sotto questa, Chigaidana (lo scaffale con i ripiani di livello diverso, come si vede nelle foto di sopra) raccato nero splendeva con l’aspetto elegante e bello.

A questo momento, la donna è uscita da casa e detto:

“Io ho parlato alla signora quello che mi avete detto, allora lei è contenta e vuole parlare con voi tramite un paravento. Per favore, entrate dentro.”

Shotaro quindi, accompagnato dalla donna, è entrato in casa girando per il giardino. Nel salotto, c’era un paravento da cui si vedeva solo un pezzo dell’orlo di Kimono. Lui ha detto pensando che ci stava la signora:


“Ho sentito dire che voi avete perso il vostro marito e poi per peggiorare la situazione, vi siete ammalata. Anche io ho perso mia moglie pochi giorni fa e sto provando lo stesso dolore con voi. Allora ho avuto l’audacia di visitarvi cosi improvvisamente, volendo almeno condividere la nostra tristezza col parlare il sentimento di noi ognuno.” 

domenica 4 settembre 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (145)


Due foto della pianura giapponese


Ugetsu Monogatari 34 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Kibitsu no Kama (la pentola del tempio scintoista Kibitsu) ~ 7 ~

La donna giovane si è rivolta e ha detto con le lacrime agli occhi:

“Voi ci venite ogni sera un po’ prima di me, è vero? Forse voi avete perduto una persona molto cara…Vi compiango.”

Shotaro ha risposto:

“È veramente come avete detto. Ho perduto mia moglie circa dieci giorni fa e sono lasciato da solo in questo mondo. Io quindi, ci vengo ogni sera per consolare il mio cuore triste e solitario. Forse anche voi ci venite per la stessa ragione come me?”

“No, questa tomba che io prego è del mio padrone. Poiché la signora, rimasta da sola, si è ammalata per il dolore e la tristezza, io vengo qui a posto di lei.”

Shotaro ha detto:

“Io capisco bene la situazione della signora. A proposito, se per voi va bene, posso chiedere come era la personalità del vostro padrone e dove abitate?”

La donna ha risposto:

“Il mio padrone è d’origine nobile in questa regione, ma, ha perso la posizione e il territorio per la falsa accusa e dopo, abitava in un angolo di questo suolo selvatico. Questa tragedia è successa a causa della signora che è troppo bella, perché la sua bellezza è conosciuta da tutti.”

Shotaro, ascoltando questa storia, è attirato un po’ l’interesse e ha detto:

 “Dunque, la signora abita vicino da qui? Se è possibile, vorrei visitarla per condividere il dolore intrattenendomi con lei. Volete accompagnarmi a sua casa?”