domenica 31 maggio 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (15)



Due illustrazioni del drago


La storia di un boscaiolo del bambù (14) 

Ootomo no Miyuki, chiamando tutti quanti dei servitori suoi, ha detto a loro:
“Ho sentito dire che, in un certo posto, ci sia un gioiello che brilla in cinque colori. Questo può essere messo al collo del drago. Voi andate a cercarlo ed io ascolterò qualsiasi desiderio di chi me lo porterà.”

I servitori hanno detto:
“Quello che voi dite è stupendo, ma, non sarà facile di praticarlo. Chi potrà prendere il gioiello dalla colla del drago?”

Ootomo ha detto:
“I servitori, solitamente, devono eseguire l’ordine del padrone, anche se si rischia la vita per realizzare il suo desiderio. È inutile da dire che questo non è l’essere da trovarsi lontano come India oppure Cina. Anzi, il drago normalmente sale al cielo o scende sulla terra o dal mare o dalla montagna di questo paese. Come mai voi ne pensate difficile?”

I servitori hanno detto:
“Se dite cosi, noi non possiamo fare che obbedirvi. Noi andremo a cercarlo eseguendo il vostro ordine, anche se sarà molto duro per noi.”

Ootomo ha detto con sorriso guardandoli:
“Voi, come i servitori miei, siete conosciuti da tutti. Com’è possibile agire contro di me?”

Poi, quando i servitori sono partiti a cercare il gioiello del drago, Ootomo ha fatto preparare tutti i bisogni per loro, come le conserve alimentari, il denaro per comprare il cibo fresco in via, la seta, il cotone e cosi via e detto a loro:
“Io mi manterrò puro, finché voi non ritornerete. Non tornate mai, se non abbiate preso il gioiello.”

mercoledì 27 maggio 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (14)

L'illustrazione di Hinezumi

La scena del divampamento della pelliccia

La storia di un boscaiolo del bambù (13)

Kaguya Hime ha detto al vecchio:
“Io pure, vorrei mettere questa pelliccia nel fuoco. Se non si bruci, io sposerei con quel signore pensandola autentica. Voi dite che non c’è dubbio, perché la roba è talmente preziosa che sembra unica nel mondo.  Io pero, preferisco a provarla nel fuoco.”
Il vecchio, pensando che lei avesse ragione, ha detto a Miushi cosi come aveva parlato Kaguya Hime.

Il ministro Miushi ha risposto:
“Questa pelliccia non si trovava neanche in Cina, ma l’ho ottenuta  stentatamente, cercando in tutti i modi. Credo che non ci sia nessun dubbio. Tuttavia, io non obietterò quello che dice la principessa. Anzi, provate subito a metterla nel fuoco.”

Il vecchio quindi, l’ha messo nel fuoco, allora la pelliccia divampava in un istante ed era bruciata completamente.
Kaguya Hime ha detto dunque:
“Non era la pelliccia di Hinezumi, ma quella d’animale normale. Lo prevedevo io dapprima.”

Il ministro, guardando questa scena, è diventato pallido come il colore dell’erba. D’altra parte, Kaguya Hime era piena di gioia. E lei ha restituito la scatola a Miushi, in cui mettendo una Waka come seguente:
“Se io sapessi che la pelliccia bruciava senza lasciare tracce, non l’avrei messo nel fuoco.”

Il ministro è dovuto andare via.
Il popolo, parlando di ciò, ha domandato tra di loro:

“Poiché il ministro Abe no Miushi ha portato la giacca della pelliccia di Hinezumi, sposa con Kaguya Hime. È vero? Lui già sta nella casa di principessa?”
Allora uno ha risposto:

“Non appena messa nel fuoco, la pelliccia divampava. Perciò la principessa non si sposerà.”

Dopo di che, è nata la parola “Aenai” come l’espressione della faccenda deludente.
(N.B

“Aenai” è una parola che significa deluso o fugace, deriva dal negativo del verbo “Au (compiere)”, ma questo “Au” foneticamente è uguale di “incontrare” in giapponese, che significava avere i rapporti intimi fra uomo e donna, nel vecchio tempo.)

domenica 24 maggio 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (13)



Due foto di lapislazzuli

La storia di un boscaiolo del bambù (12)

La scatola, in cui è messa la giacca di pelliccia, è fatta ben colorata intarsiata di vari lapislazzuli. E la giacca stessa è colorata di blu e la punta dei peli brillava d’oro. Si vedeva veramente come il tesoro la cui bellezza era incomparabile. Miushi l’ha apprezzata molto di più la purezza e bellezza anzi che l’incombustibilità.
“È vero che Kaguya Hime l’ha voluta! Sono grato a questa fortuna.”
Dicendo cosi, Miushi l’ha messa nella scatola attaccata di un ramo e si è truccato cautamente. E con l’intenzione di passare la notte con Kaguya Hime, è venuto da lei portando una Waka come seguente:

“Io sono molto felice di poter regalarvi la pelliccia che non si brucia mai dal fuoco, nemmeno dalla fiamma della mia passione per voi. Ormai, la mia manica bagnata di lacrime è asciutta e vi chiedo di indossare questa pelliccia.”
Il vecchio ha ricevuto questo regalo da Miushi alla porta di sua casa e l’ha portata a Kaguya Hime. Lei, guardando la pelliccia, ha detto:

“Si vede la pelliccia bella, ma non si sa se sia quella autentica dell’animale prezioso e raro o no.”
Il vecchio ha risposto:

“Comunque, facciamo entrare il ministro in casa. Questa pelliccia sembra che abbia l’aspetto quasi inesistente in questo mondo. Tu devi considerarla vera. E non affliggerlo tanto.”
 Poi, lui ha chiamato Miushi e fatto sedersi. Allora anche la vecchia, vedendo questa situazione, pensava che la principessa sposasse almeno questa volta. Poiché i genitori adottivi si lamentavano sempre del fatto che Kaguya Hime era nubile, speravano di farla sposare con un uomo nobile. Tuttavia, lei diceva sempre di no, e loro non hanno potuto forzarla. È logico quindi, di sperarne a quest’occasione.  

mercoledì 20 maggio 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (12)

L'illustrazione di Hinezumi


La mappa di Kyushu
(la metà di sopra era il paese Tsukushi)


La storia di un boscaiolo del bambù (11) 

Abe no Miushi, diventato il ministro di destra, era ricco e la sua famiglia prosperava molto.  Poiché lui ha fatto conoscenza con un uomo cinese chiamato Oukei, ha mandato un messaggero Ono no Fusamori, uno di servi suoi, in Cina per consegnargli una lettera di richiesta e soldi.
Oukei, dopo aver letto la lettera, ha risposto:

“La giacca di pelliccia di Hinezumi non si troverà nel nostro paese. Non l’ho vista mai nemmeno io. Se esistesse in questo mondo, forse qualcuno avrebbe portato in Cina. Penso che sia molto difficile di trovarla, ma se caso mai qualche indiano la tenesse, magari qualche uomo ricco avrebbe ottenuto per lo scambio commerciale. Io quindi, chiederò ad alcuni commercianti conoscenti. E se mi sarò convinto che questa non esiste in questo mondo, restituirò i soldi.”
Poi dopo, finalmente, la nave dalla Cina è arrivata al paese Tsukushi (una zona in Kyushu).  Miushi, appena l’ha saputo ha mandato un cavallo che aveva un passo sostenuto da Ono no Fusamori. E lui Fusamori è riuscito a tornare a Kyoto solo fra sette giorni montando a questo cavallo. Lui ha fatto vedere subito la giacca della pelliccia di Hinezumi e poi la lettera incaricato da Oukei, su cui era scritto:

“Io vi mando questa giacca della pelliccia di Hinezumi, che ho potuto ottenere stentatamente dopo aver cercato in tutti i modi. Questa roba è tanto rara quanto si trova difficilmente sia oggi sia nel tempo passato. Invece io ho sentito dire che questa si trova in un tempio d’ovest, che fu portata da un monaco indiano nel passato. Perciò io, con l’aiuto della corte imperiale, sono riuscito a ottenerla con grande difficoltà e ve la mando. I soldi pero, non bastano quelli che mi avete pagato prima. Io quindi, vi chiederò ancora cinquanta Ryo (un’unità del denaro nel passato, un Ryo può equivalere circa a 225g d’argento, ma questo modo dello scambio è fatto riferimento alla età premoderna, quindi non è ben chiaro il sistema del tempo antico, comunque). Se per voi va bene, mi mandate i soldi quando la nave torna in Cina, affidando uno dei membri dell’equipaggio. Se no, mi restituite la giacca di pelliccia.”
“Non è assolutamente il caso di restituire la giacca. I soldi non sono problema per me. Sono veramente soddisfatto.”

Dicendo cosi, Miushi ha inchinato la testa alla direzione di Cina.

domenica 17 maggio 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (11)

L'illustrazione del principe Kurumamochi


Un attore che interpreta la parte del principe

La storia di un boscaiolo del bambù (10) 


Kaguya Hime ha chiamato quegli artigianati che si lamentavano della retribuzione non pagata e li ha fatto sedersi avanti a lei. Poi, lei, dimostrando la sua contentezza, ha dato tanta ricompensa a loro. Gli artigianati quindi, erano messi sulla strada di casa con la soddisfazione.

D’altra parte, il principe Kurumamochi, che aspettava in via, li ha bastonati fino a versarsi il sangue e poi ha levato tutto il premio dato da Kaguya Hime e li ha buttati. Gli artigianati, perduti i premi  e accasciati, se la sono scampati.

Dopo, il principe ha detto:

“Ho fatto una brutta figura. La vergogna più che cosi, non ci sarà alla mia vita. Non solamente mi sono lasciato sfuggire di ottenere la ragazza, ma anche tutti quanti mi disprezzeranno. Che vergogna!”

Ed è entrato nei recessi delle montagne da solo. I suoi servitori e funzionari si sono divisi in gruppi e sono andati alla sua ricerca, ma, può darsi che lui sarà già spento, non l’hanno potuto a trovare.

Dopo di che, i posteri, riferendo a questo fatto che il principe era scomparso per lungo tempo, hanno cominciato a dire “Tama Sakaru”.

(N.B
Tama Sakaru significa disanimato. In giapponese, Tama significa anima, ma foneticamente anche gioiello e Sakaru é "allontanarsi". Si usa quindi, la parola “Tama” come il doppio senso.)

mercoledì 13 maggio 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (10)

L'illustazione del viaggio del principe Kurumamochi


L'immagine del ramo di gioiello

La storia di un boscaiolo del bambù (9)
 
Nel frattempo, sono apparsi sei uomini insieme nel giardino. Uno di loro ha detto porgendo un documento messo su un bastone:
(N.B
Nel vecchio tempo, quando uno deve consegnare un documento alla persona nobile, lui non l’ha fatto direttamente con la mano, ma usato un tipo di bastone di lunghezza 1.5m, a cui punta è attaccato un metallo per pizzicare il documento.)
“Io, che mi chiamo Ayabe no Uchimaro, l’artigiano nella divisione artigianale dello Stato, ho fabbricato l’albero di gioiello con i miei discepoli. L’abbiamo fabbricato smettendo mangiare i cinque cereali e per completarlo, ci volevano più di mille giorni. Questo ci richiedeva sforzi non comuni, ma ciò nonostante, non abbiamo ricevuto ancora nessuna retribuzione. Vorrei chiedervi di pagarmi e anche ai miei discepoli.”
Il vecchio, non capendo quello che loro dicevano, si lasciava in dubbio. Invece il principe è stato molto turbato.
Tuttavia, Kaguya Hime, sentendo la voce degli artigiani nella sua stanza, ha detto subito a loro:
“Fate mi vedere quel documento.”
Sul documento, c’era scritto che il principe, stando insieme gli artigiani dello stato basso per mille giorni nella casa segreta, ha promesso a loro di dare la retribuzione e la posizione ufficiale in compenso di fabbricare il ramo di gioiello.
Gli artigiani hanno continuato a dire:
“Noi quindi, ci siamo venuti pensando che la famiglia di Kaguya Hime possa pagarci magari. Perché lei che dovrebbe diventare la concubina del principe, l’avrà voluto.”
Sentita questa cosa, il viso di Kaguya HIme si è illuminato. Proprio era scomparsa la tristezza che le opprimeva con il tramonto. E lei ha detto al vecchio:
“Io quasi credevo che fosse il vero albero di Hourai. Che bugia stupefacente!
Lo restituite subito al principe.”
Il vecchio ha risposto:
“D’accordo. Io anche l’ho sentito tutto. Glielo restituiamo.”
Kaguya Hime, quindi, con il cuore molto sereno, ha mandato Waka al principe attaccandola sul ramo di gioiello come seguente:
“Prima, io credevo quello che avete raccontato, ma ho trovato il ramo ornamentato con le parole false.”
Il vecchio, sentendosi imbarazzato a ciò che aveva simpatia al principe prima, si è appisolato. Il principe, non riuscendo a star fermo a disagio, vi si sedeva per qualche tempo, e poi è scappato via la sera.

domenica 10 maggio 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (9)



Due immagini della donna celeste

La storia di un boscaiolo del bambù (8) 

Il principe ha continuato:
“Durante il viaggio, mi sono ammalato diverse volte ma non c’era nessuno che mi aiutava. In questa situazione misera, ho dovuto navigare senza meta. Galleggiando cosi sul mare circa per 500 giorni, verso alle otto della mattina, ho potuto vedere appena appena una montagna nel mare.  Io, quindi, andando alla prua quanto possibile avanti, l'ho contemplata. Essa era molto alta e bella.  Io credevo che questa fosse il monte Hourai, ma avendo pure la paura, ne ho girato attorno due tre giorni. Alla fine, ho trovato una donna vestita come quella celeste che camminava portando una ciotola d’argento pieno d’acqua. Io sono sceso dalla nave e le ho chiesto il nome di montagna.

La donna ha detto:
“È il monte Hourai.”

Quando ho sentito la sua risposta, ero in preda alla gioia illimitata. E la donna mi ha chiesto chi ero io. Dopo, lasciando di dirmi il suo nome “Ukanruri” era scomparsa.
Questa montagna pero, mi sembrava troppo difficile da salire. Guardando attorno, si trovavano gli alberi dei fiori mai visti in questo mondo. L’acqua di colore d’oro, argento e lapislazzuli scorreva dalla cima di montagna, su cui era costruito un ponte fatto dai gioielli di vari colori. Attorno di ciò, c’erano gli alberi brillanti. Allora, io ne ho preso uno che forse non sarebbe stato il migliore fra tutti ma, non volendo sbagliarmi a quello che mi aveva detto la principessa, ho portato anche questo fiore. La montagna era tanto interessante quanto non si poteva paragonare a quella di questo mondo. Tuttavia, dopo aver rotto questo ramo, mi sono venuti di nuovo i pensieri alla principessa e ero salito subito alla nave. Questa volta, fortunatamente sono riuscito a tornare fra un po’ di 400 giorni con il vento in poppa.
Questo è forse a grazia del Budda. Io sono tornato a Kyoto da Naniwa ieri e non spogliando neanche il vestito bagnato dal mare, ci sono venuto.”
Il vecchio si era commosso di questo racconto e ha fatto una Waka:

“Neanche il boscaiolo di generazione in generazione non si sarà trovato nella situazione cosi severa.”
Il principe, dopo averla ascoltata, ha detto:

“Io soffrivo per lungo tempo, ma oggi mi sento calmo.”
E poi, ha restituito una Waka:

“Poiché è asciutta la mia manica che era bagnata dall’acqua del mare e lacrime, potrò anche dimenticare molte avversità e sofferenza che ho provato fino ora.”

mercoledì 6 maggio 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (8)



Le navi antiche

La storia di un boscaiolo del bambù (7) 

Il principe Kurumamochi, dicendo che ormai lei non aveva da dire niente, è entrato fino alla veranda al pianoterra. Il vecchio ne ha pensato giusto e detto a Kaguya Hime:
“Quel ramo di gioiello è cosi raro che non si trova in Giappone. Tu, questa volta non potrai rifiutarlo. Il principe è un uomo di buon carattere.”

Kaguya Hime ha detto:
“Sarà dispiacente di rifiutare sempre quello che dice il genitore….”

Dicendo cosi pero, lei era irritata nel cuore con il principe che aveva portato inaspettatamente l’oggetto molto difficile da ottenere.
D’altra parte, il vecchio, preparando il letto, ha detto al principe:

“Dove voi avete trovato quel ramo?  È veramente bello e tanto magnifico!”
Il principe ha detto:

“Tre anni fa, verso il 10 febbraio, sono partito dal porto di Naniwa con la nave. Nel mare
illimitatamente grande, mi sentivo insicuro perché non sapevo neanche la direzione da andare.
Tuttavia, non trovando il senso di vita se non potevo realizzare il mio desiderio, io ho fatto il viaggio
affidando al vento senza meta. Se io perdessi mia vita in via del viaggio, non avrei potuto fare niente.
Io quindi, sperando di trovare l’isola Hourai un giorno finche vivo, ho continuato a viaggiare per
mare. Una volta, la mia nave affogava per poco dal mare tempestoso, una volta, era trascinata dal
vento forte a un paese sconosciuto in cui c’erano gli esseri orribili come diavoli che ci volevano
ammazzare. Una volta, essendoci completamente smarriti, avviamo quasi naufragato. Una volta,
consumato il cibo, eravamo forzati a mangiare la radice dell’erba. Una volta, era apparso un mostro
enigmatico che ci ha voluto a divorare. Una volta, ci siamo salvati grazie alle conchiglie del mare.”

domenica 3 maggio 2015

La serie degli antichi racconti giapponesi (7)



Due immagini del monte Hourai


La storia di un boscaiolo del bambù (6)
 
Il principe Kurumamochi, che era l’uomo intrigante, ha chiesto la vacanza alla corte imperiale dicendo di andare al paese Tsukushi per fare una cura termale. Poi alla famiglia di Kaguya Hime lui ha detto di andare a prendere il ramo del gioiello tramite un servitore. Tutti i servitori suoi quindi, sono venuti a salutare fino al porto Naniwa dove lui partiva. Il principe, volendo partire quanto possibile segretamente, non ha portato tanti seguiti, perciò altri suoi servitori sono tornati a Kyoto dopo averlo salutato.
Lui, facendo cosi a credere ai tutti di essere partito, era tornato indietro di nascosto fra tre giorni con la nave. E come aveva già programmato, lui ha chiamato sei saldatori eccellenti in una casa circondata da tre recinti che era costruita nel luogo isolato. E poi, chiudendosi anche lui stesso in questa casa, ha sperperava il denaro per fabbricare il ramo di gioiello come se fosse il fumo da levarsi simultaneamente nei villaggi di sedici terreni che lui possedeva.

Il principe, dopo aver verificato il ramo di gioiello fatto da sei saldatori cosi come Kaguya Hime aveva detto, è andato di nuoto al porto di Naniwa. Poi, lui ha fatto sapere al suo palazzo dicendo:
“Sono tornato adesso con la nave.”

E lui stesso, facendo finta di essere doloroso e stanco molto, si è fermato al porto. Tanti suoi servitori quindi, sono venuti a prenderlo e hanno portato la cassa coperta con la stoffa attentamente, in cui era collocato il ramo di gioiello.
Dopo di che, la gente ha messo in giro dicendo che il principe Kurumamochi è tornato a Kyoto con il fiore di Udumbara (un albero di famiglia di gelso, e nel Buddismo si dice che fiorisce una volta ogni tre mila anni).

Kaguya Hime, quando ha sentito di ciò, era sopraffatta dal dolore pensando che fosse vinta dal principe.
Nel frattempo, si sentiva la voce di dire la visita del principe dalla porta. Il vecchio allora, ha accolto il principe che stava ancora nell’abbigliamento da viaggio.

Il principe gli ha detto:
“Io ho portato quel ramo di gioiello a rischio e pericolo della mia vita. E per favore fatelo vedere a Kaguya Hime.”

Il vecchio quindi, l’ha portato a Kaguya Hime. Kaguya Hime l’ha guardato e trovato una poesia attaccata sul ramo come seguente:
“Io non tornavo mai a Kyoto senza questo ramo di gioiello, anche se io morirò….”

Lei non si è commossa tanto di ramo neanche di questa poesia, ma, il vecchio le ha detto:
“Questo principe ha portato il ramo di gioiello cosi come tu gli avevi chiesto. Ormai penso che non potrai più fare delle obiezioni contro lui. Il principe ci ha visitato nell’abbigliamento da viaggio senza tornare al suo palazzo. Allora, tu devi sposare con lui e servirlo.”

Kaguya Hime pero, non ha risposto niente e si è immersa nella meditazione con l’aspetto triste appoggiando il mento su una mano.