giovedì 31 gennaio 2013
lunedì 28 gennaio 2013
Intervallo (34)~ Teatro di Noh (1)
Sopra, tre scene del teatro di Noh |
Noh è il teatro tradizionale in Giappone, che s’interpreta sul palcoscenico molto semplice. Fondamentalmente, consiste in tre elementi cioè la danza, il canto (chiamato Utai) e l’accompagnamento musicale (chiamato Hayashi) che è suonato da quattro strumenti (il flauto traverso, il piccolo e grande tamburo a mano chiamato Tsuzumi e il tamburo normale).
L’Utai, invece è il termine generico della espressione linguistica al Noh in cui s’includono la battuta e il coro. Soprattutto l’Utai nel Noh ha la maniera della recitazione molto unica, perciò si apprezza spesso anche come l’arte indipendente.
Normalmente, sul palcoscenico di Noh, stanno i musicisti e il coro a dietro e gli attori, essendo accompagnati da loro, interpretano e recitano la loro parte e danzano. Di solito, il protagonista entra in scena con la maschera ma non sempre, invece gli altri attori(il ruolo secondario) non la mettono.
La maschera si usa principalmente per rappresentare la divinità o il diavolo o il fantasma. Si usa anche per esprimere la bellezza femminile, perché fino al periodo della seconda guerra mondiale, gli attori di Noh erano limitati solo agli uomini. (La donna è ammessa ufficialmente nella società di Noh in 1948)
Riguardo alla maschera, ce ne sono circa 70 modelli fondamentali e suddividendo di più, si dice che ci sono più di 200.
Il tema si trova molto spesso nella letteratura classica come “La Storia di Genji, il principe splendente”, o “La Storia della famiglia Taira” ecc e si considera che ci fossero 235 programmi da mettere in scena. Il contenuto della storia è molto serio e solitamente si rappresenta insieme Kyogen (il teatro comico tradizionale). Il tempo della rappresentazione ci vuole circa due ore e mezzo includendo l’intervallo.
Dicendo approssimativamente, l’interpretazione del Noh è molto simbolica e il suo atto anche non è realistico. Tutti gli elementi sono fatti dalla composizione dei modelli, la cui base è “Suriashi” (significa camminare strisciando i piedi). Cioè, si fa la maniera molto unica di camminare sul palcoscenico senza alzando il tallone. Poi, diversamente dalle altre arti teatrali, il palcoscenico del Noh è quadrato, quindi gli attori si muovono come se disegnino il cerchio su qui sempre con coscienza degli occhi degli spettatori dalle tre parti. Questa è anche una delle caratteristiche del Noh.
Siccome il teatro del Noh è costruito in modo che possa echeggiare bene il suono, l’atto di pestare il palcoscenico è uno degli elementi della espressione molto importante.
Un'altra peculiarità di questo teatro è che non c'è il sipario, mentre invece è situato un passaggio col parapetto fra Kagami no Ma (che significa la saletta dello specchio, preparata all'ingresso del camerino) e il palcoscenico, chiamato "Hashigakari". Non appena l'attore appare a questo passaggio, aprendo le tende di Kagami no Ma, comincia il mondo del Noh, completamente diverso dalla nostra vita quotidiana.
giovedì 24 gennaio 2013
Intervallo (33)~ La religione (12)~Lo Scintoismo (3)
Sopra, tre foto di Kannushi |
Oltre allo specchio e il gioiello, gli oggetti simbolici che si trovano abbastanza spesso nei templi scintoisti sono l’arco, la freccia, la pentola e il mestolo ecc. E in ogni tempio, n’è rimasta l’origine oppure la leggenda. Dopo, erano fabbricate anche le statue di Divinità per l’influenza del Buddismo, ma ci sono pochi templi che la usano come l’oggetto di venerazione. Comunque, quest’oggetto è collocato normalmente in fondo del santuario in cui il popolo non può entrare, quindi, per noi non c’è l’altra maniera che pregare solo immaginandolo. Avendo il carattere cosi vago, dopo essere introdotto il Buddismo, lo Scintoismo ha potuto coesistere con questo senza causare la discordia.
E col passo del tempo, la varietà della Divinità è molto aumentata. Oltre a quelle della natura, la gente ha cominciato a deificare l’antenato, l’imperatore, l’eroe, il generale militare e lo studioso ecc. Comunque, il popolo ha dedicato il tempio all’anima del defunto che hanno considerato come una persona di grandi virtù. Ci sono anche dei templi scintoisti dedicati alla persona sfortunata politicamente. Questo tipo del tempio è costruito di solito per rasserenare il suo rancore rimasto ancora in questa terra (il popolo dell'època ha pensato cosi...).
Ho scritto prima, che la Divinità non scende al luogo sporco. Perciò nello Scintoismo, si dà la più importanza all’abluzione. La preghiera scintoista quindi, si fa come seguente:
I credenti entrano nel posto abbastanza vicino al santuario e abbassano la testa. Allora, il Kannushi (sacerdote scintoista) scuote il “Heihaku (un oggetto che ha la forma simile allo spolverino, fatto di carta bianca sul modello di fulmine) sulle loro teste, recitando una specie della formula magica chiamata “Norito”. Cosi, tutta la sporcizia e anche il peccato sono purificati.
Noi, che viviamo attuale, visitiamo il tempio scintoista in ogni occasione, ma non cosi regolarmente come Voi che andate alla chiesa ogni domenica. Per esempio, i genitori e i nonni vi portano il loro bambino (anche la bambina naturalmente!) di circa un mese dopo la nascita. Questo si chiama “Omiya Mairi (significa pregare al tempio, n’è molto simile il concetto al Vostro battesimo), che si fa per ringraziare alla Divinità perché questo bambino è riuscito a compiere un mese senza nessun problema. Oltre a questo, la gente va al tempio scintoista portando il loro bambino di 3 o 5 o 7 anni, per ringraziare la sua crescita, oppure per cacciare via gli spiriti maligni e la malattia poi per fare la cerimonia matrimoniale ecc.
Come ho scritto prima, lo Scintoismo non ci ha la dottrina neppure la filosofia. Si può dire che, pero, per questo motivo, ha potuto stare più vicino alla gioia e tristezza quotidiana del popolo e sta ancora cosi.
domenica 20 gennaio 2013
Intervallo(32)~La religione (11)~Lo Scintoismo (2)
giovedì 17 gennaio 2013
Intervallo(31)~La religione (10)~Lo Scintoismo (1)
Sopra, una roccia cinta da Shimenawa Sotto, due alberi legati di Shimenawa |
Sopra, un esempio di Shimenawa attaccata a una casa |
Per quanto riguardo allo Scintoismo, ho toccato un po’ nella prima sezione della religione. Questa volta pero, lo vorrei scrivere più dettagliatamente.
Mi rimane un po’ di dubbio, se possa chiamarlo “la religione” o no nel senso che la dovrebbe essere. Perché, nello Scintoismo non c’è il fondatore nemmeno la dottrina. Si può dire pero, le divinità scintoisti, dal tempo antico, sono state sempre a fianco della vita quotidiana del popolo e dopo essere introdotte le altre religioni come il Buddismo e il Cristianesimo in Giappone, non era mai interrotto il vincolo con i giapponesi nella radice.
La nascita dello Scintoismo, si dice che deriva dall’Animismo. Nel vecchio tempo, il popolo credeva che in tutti i fenomeni naturali, cioè il sole, la luna, la pioggia, il vento, la neve ecc, si trovasse l'anima di Divinità. Loro sentivano sempre la presenza della Divinità in ogni cosa del mondo, cioè dal movimento dei corpi celesti fino alla crescita di un’erbaccia. Perciò, si dice che nello Scintoismo ci sono otto milioni di Divinità.
Naturalmente, questo numero non è contato. Per noi giapponesi, otto milioni significano “innumerevole”.
All’inizio della storia, non esisteva ancora la costruzione del tempio, quindi il popolo, scegliendo il posto ideale come il bosco folto oppure le pietre filate, l’ha stabilito la dimòra sacra e pura per la Divinità. E per dimostrare che questo posto era scelto come il santuario, loro l’hanno cinto con la corda di paglia di riso, chiamata Shimenawa, che serviva a cacciare via tutta l’impurità. Perché, la Divinità non dimorava mai al luogo sporco.
Ancora oggi, questa Shimenawa si trova all’ingresso d’ogni tempio scintoista e anche noi stessi la mettiamo alla porta di nostra casa nel capodanno (la festa più importante per noi ).
Da quando era introdotta la risicoltura in Giappone circa 2400 o 2500 anni fa, fino all’età moderna, il Giappone è stato sempre la nazione agricola e soprattutto il riso ne faceva il ruolo più principale. Questo fatto, ho scritto ogni tanto nella storia di Samurai, quindi credo che ormai Voi lo conosciate bene. Nella società agricola, la cosa più importante è lavorare in gruppo. Dal tempo antico, tutti i contadini, appartenendo in un villaggio ciascuno, collaboravano tra di loro sotto il comando del capo. In questa società, quindi, non c’era nessuno spazio da provocare l’individualismo. In ogni aspetto dell’agricoltura, cioè arare la terra, preparare il vivaio, trapiantare, strappare le erbacce e raccogliere il riso, se tutti i membri del villaggio non lavorassero insieme, non sarebbero riusciti bene. Perciò, la società giapponese è stata chiamata “quella di villaggio” oppure “quella verticale” per lungo tempo.
lunedì 14 gennaio 2013
Intervallo(30)~Una vita di un Samurai (3)~
Sopra, la statua e il ritratto di Miyamoto Musashi Sotto, la scena del duello fra Musashi e Ganryu |
Miyamoto Musashi
Siccome “la storia di Samurai” è entrata nella sua fase finale, vorrei prendere un po’ di tempo per l'altro argomento. Questa volta quindi, scrivo su Miyamoto Musashi, che è il Samurai più famoso fra i noi giapponesi. Lui è conosciuto anche all’estero come l’autore del “Libro di cinque anelli”. Se non mi sbaglio, questo libro dovrebbe essere tradotto anche in italiano.
Lui è nato in 1584 e morto in 1645, che è il periodo proprio del passaggio dal governo di Toyotomi a quello di Tokugawa. Musashi è nato nella famiglia di Samurai in Harima (presente provincia Hyogo) e da piccolo, era conosciuto come il genio delle arti marziali. E lui, partendo dal primo duello fatto all’anno 13, ha duellato più di 60 volte fino all'età di 29 anni e non ha mai perso nemmeno una volta. Tra tutti i duelli fatti alla sua vita, quello all’Isola Funajima (vicino a Kokura in Kyushu) è il più famoso. Il suo rivale si chiamava Ganryu (ma non è ben chiara la sua vera natura) e Musashi ha combattuto con il bastone lungo fatto da lui stesso. La causa si considera che, Ganryu teneva la spada lunghissima, perciò Musashi ha pensato che sarebbe stato meglio utilizzare il lungo bastone anzi che la spada normale.
A proposito, la lunghezza della spada normale è circa 75cm, invece quella che teneva Ganryu era più di 90 cm, che aveva il soprannome di “Canna per stendere i panni”. Nel mondo di Samurai era detto che, chi teneva la spada più lunga (almeno 3 cm!) che quella di nemico, aveva molta possibilità di vincere.
Musashi anche ha partecipato alla guerra sia di Sekigahara, sia di Osaka (quella fra Toyotomi e Tokugawa), sia di Shimabara sempre parteggiando per la forza di Tokugawa. E dopo essere finita la guerra di Shimabara, lui era invitato come l’ospite da un Daimyo chiamato Hosokawa Tadatoshi, il padrone del feudo di Kumamoto in Kyushu. A questo momento, lui era dato di una casa e la retribuzione abbastanza alta e anche era perdonato di fare la caccia con il falco. Si può dire che, lui ha ricevuto un trattamento veramente eccezionale, perché questo genere di caccia era normalmente perdonato solo al Samurai di alta classe (cioè chi stava alla posizione del ministro).
Musashi, insegnando le arti marziali ai Samurai del feudo di Kumamoto, si è impegnato anche di pitturare oppure produrre l’oggetto artigianale a tempo libero. Alcune opere sue sono rimaste ancora adesso, soprattutto “La figura dell’averla sul ramo secco” dipinta a china, è apprezzata molto come un esempio in cui la spada e lo Zen sono accordati. Alcuni studiosi dicono che lui avrebbe ottenuto molto probabilmente lo stato mentale di "Sunyata=Zero".
Musashi, insegnando le arti marziali ai Samurai del feudo di Kumamoto, si è impegnato anche di pitturare oppure produrre l’oggetto artigianale a tempo libero. Alcune opere sue sono rimaste ancora adesso, soprattutto “La figura dell’averla sul ramo secco” dipinta a china, è apprezzata molto come un esempio in cui la spada e lo Zen sono accordati. Alcuni studiosi dicono che lui avrebbe ottenuto molto probabilmente lo stato mentale di "Sunyata=Zero".
Quando la sua giornata è giunta a sera, lui ha lasciato il feudo di Kumamoto e chiudendosi in una grotta, ha scritto “I cinque anelli” e poi, era morto a 62 anni.
Poco prima di ciò, quando il padrone Hosokawa stava per morire, 18 vassalli importanti hanno chiesto di seguirlo facendo il suicidio (Seppuku). Il signore ne ha perdonato a tutti tranne uno (che non era tanto simpatico per lui). Per questo vassallo, ma, lo era un grave disonore. Infatti, dopo di che, lui, non potendo sopportare il disprezzo degli altri, si è suicidato con Seppuku. Allora, pero, fare Seppuku senza il permesso del Signore era il delitto molto grave e alla fine, tutti i famigliari di questo vassallo erano estinti. Invece per quelli che hanno fatto Seppuku seguendo alla morte del Signore con il suo permesso, la loro famiglia era assicurata fino alla fine.
Musashi, essendosi seccato di quest’avvenimento troppo assurdo, sarà andato via…Si dice cosi....
Comunque, dopo, meno male che, era abolito questo sistema irrazionale del suicidio.
giovedì 10 gennaio 2013
La storia di Samurai (49)
Sopra, presente Dejima Sotto, il palazzo olandese riprodotto |
In tale guisa, il cristianesimo era respinto dal regime di Tokugawa. Di conseguenza, il buddismo, servendo il popolo come la spina dorsale come prima, ha avuto anche il potere di controllare la loro vita. Cioè, non solo l’aspetto mentale ma anche la nascita e la morte del popolo erano sindacate dal tempio buddista.
Per esempio, se una persona volesse spostare l’indirizzo, avrebbe dovuto ottenere il permesso dal tempio nel suo domicilio. Quando una ragazza andava a sposare con qualcuno del domicilio diverso, lei ha dovuto acquisire un’attestazione di essere la vera buddista.
Dopo la guerra di Shimabara e Amakusa, Tokugawa ha proibito completamente il cattolicesimo e anche il commercio con i paesi cattolici. E poi al popolo, ha proibito di contattare nessuno straniero e di viaggiare all’estero. Cosi, la nazione giapponese era isolata. Tokugawa, pero, volendo guadagnare dal commercio, ha permesso di commerciare solo con Olanda e Cina, all’isola Dejima di Nagasaki. Perché queste due nazioni non c’entravano niente al cattolicesimo. Certamente Olandesi erano anche cristiani (protestanti), ma loro volevano l’utilità anzi che la propaganda.
Comunque, il regime di Tokugawa, facendo cosi le varie politiche, è diventato man mano stabile.
Cioè:
Per Daimyo, era il sistema di Sankin Kotai e il dovere dei lavori pubblici,
Per il normale Samurai, era la filosofia di Confucianesimo (fedeltà al signore e i genitori),
Per il popolo, era quello religioso e poi anche di responsabilità collettiva,
Inoltre, nel governo, era applicata la collegialità dai vari ministri per non far concentrare il potere troppo forte a solo una persona. Perché, durante il regno di Tokugawa, lo Shogun non toccava direttamente alla politica tranne alcuni.
Ciò nonostante, ogni tanto c’era qualche ministro o Shogun dispotico, pero si può dire che queste varie politiche hanno servito abbastanza bene in generale per mantenere il regime shogunato.
domenica 6 gennaio 2013
La storia di Samurai (48)
Sopra, la statua di Amakusa Shiro Sotto, due foto della rovina di Hara Jyo |
3) La politica religiosa~4~
Siccome Saverio ha cominciato a propagare per primo a Kyushu, c’erano più numerosi cristiani in questa zona. La maggior parte di loro era vittima di persecuzioni, ma c’erano anche sopravvissuti naturalmente. L’autorità, quindi, ha continuato a cercare e opprimerli ostinatamente. Soprattutto, i due governatori della zona di Shimabara e Amakusa li hanno torturati e giustiziati nella maniera orribile e inoltre, caricando il popolo (contadini, pescatori, artigiani, commercianti ecc) di tassa molto grave, hanno fatto la stessa maniera della pena a chi non era capace di pagarla.
E poi, a questo periodo c’erano tanti Ronin (consultate per favore “La Storia di Samurai ~44~”), che hanno perso il loro signore e feudo a causa della guerra a Sekigahara (cioè, quelli che hanno combattuto contro Tokugawa). Alla fine, questi elementi malcontenti (cristiani, Ronin e il popolo oppresso ecc), riunendosi, hanno organizzato furtivamente un gruppo della rivolta sia in Shimabara sia in Amakusa.
E i capi di due gruppi hanno incontrato in un certo luogo e loro hanno deciso di fare Amakusa Shiro al capo generale. Lui Shiro, era un ragazzo di 16 anni, pero aveva la popolarità carismatica fra i cristiani. È cosi scoppiata la guerra civile, che era la più grande durante il periodo del dominio di Tokugawa (tranne quella che ha fatto cadere il regime shogunato) a 11 dicembre in 1637. All’inizio, i gruppi della rivolta hanno combattuto molto bene, pero, da quando il governo shogunato ha cominciato ad attaccarli con tanti soldati reclutati da tutto in Giappone, la situazione è peggiorata per loro.
Allora, i due gruppi, essendo confluiti, si erano asserragliati in un castello abbandonato chiamato Hara Jyo. Dato che questo ex-castello era la fortezza naturale, le difese erano rafforzate e lo spirito combattivo del gruppo di rivolta era molto alzato. Perciò l’arma del governo era forzata a combattere duramente con loro all’inizio, ma superava in numero ovviamente. Il governo, quindi, considerando il momento in cui i viveri erano finiti al nemico, ha sferrato un attacco generale e ucciso tutti quanti.
A questa guerra, partecipavano 125800 uomini come i soldati dell’arma del governo, invece nel gruppo della rivolta c’erano circa 37000 persone includendo le donne e bambini.
Comunque, si può dire che, dopo 4 mesi di combattimento, come summenzionato, queste 37000 persone erano sterminate.
mercoledì 2 gennaio 2013
La storia di Samurai (47)
Sopra, il monumento di 26 martiri Sotto, i vari aspetti di Nagasaki |
3) La politica religiosa~3~
All’inizio, sembrava che la missione del cattolicesimo andava abbastanza bene in Giappone. I missionari, pero, coll’ingrandimento dei convertiti, erano forzati di imbattersi in qualche frizione con buddisti. Toyotomi Hideyoshi, quel successore di Nobunaga, prima era abbastanza tollerante per questa nuova religione, ma cominciava pian piano a cambiare il comportamento. E nel periodo del suo dominio, è capitata prima tragedia che 26 cattolici (20 giapponesi e 6 padri e frati occidentali) erano giustiziati a Nagasaki. Dopo, questi 26 martiri erano aggiunti al elenco dei Santi dal Papa Pio IX in 1862.
Nel periodo Edo, anche Ieyasu, prima approvava tacitamente il Cattolicesimo, o anzi è meglio dire che lui non se lo interessava molto. Ma, quando una nave olandese erano trascinata a Giappone, la situazione è cambiata. Allora, Olanda era la nazione emergente (naturalmente non era nemmeno la nazione cattolica) e Ieyasu ha saputo di poter commerciare con gli olandesi senza il problema della propaganda. Perché lui già sapeva che un certo tipo del gruppo religioso diventava molto forte e insistente per realizzare la loro domanda e ogni tanto loro non esitavano neanche a resistere al regnatore. E poi, si può supporre che, se il popolo venerasse il Dio straniero più del dominatore di questo mondo (cioè, significa lui, Ieyasu), sarebbe stato molto inconveniente per lui.
Alla fine, Ieasu ha deciso di proibire il Cattolicesimo e l’ha codificato in forma di legge in 1613.
Dopo di che, sono accaduti in successione i martiri dappertutto in Giappone. E da quando successe la guerra civile a Shimbara (una penisola situata nella presente provincia Nagasaki) e Amakusa (in Kumamoto) in 1637, il governo shogunato di Tokugawa ha adoperato la politica dell’ “Isolamento” chiamato Sakoku (significa chiudere la porta della nazione) in giapponese.
Le cose summenzionate, scriverò più dettagliatamente nella sezione prossima.
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