domenica 29 novembre 2020

La serie della letteratura giapponese ~370~


Soora, la pianta Tsubana
Sotto, Nukago

 


Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)

~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

 

Il testo (26)

 

Ai piedi del monte Hino, c’è una capanna temporanea costruita di sottoboschi. Questa è l’abitazione di un guardiano e il suo figlio. Questo figlio è ancora piccolo e ogni tanto mi visita. E quando io non ci ho da fare e sono un po’ annoiato, io vado fuori con lui.

 

Lui ha dieci anni, ed io ci ho sessanta. La differenza dell’età è grande, ma, noi due possiamo rilassarci ugualmente, camminando attorno insieme.

 

Una volta, tiriamo fuori la spiga di Tsubana (una pianta perenne della famiglia del riso e la parte della spiga fiorita è commestibile), raccogliamo Iwanashi (una pianta sempreverde della famiglia azalea), cogliamo Nukago (una specie della patata Taro) e stacchiamo Seri (il prezzemolo giapponese che appartiene alla famiglia ombrellifere).

 

E una volta, andiamo alla risaia situata ai piedi della montagna, prendiamo la spiga di riso caduta e la ammucchiamo sul Sunoko (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~365~”) della mia capanna.

 

E quando fa bel tempo, io salgo al monte Hino, e godo di guardare il cielo lontano, di cui sotto c’è la città Kyoto, il luogo di mia nascita. Poi, da lì, posso dominare anche il monte Kohata, il villaggio Fushimi, Toba, Hatsukashi

(N.B: da Kohata fino a Hatsukashi, ciascuno è il nome di località nella parte meridionale in Kyoto)

 

Poiché il paesaggio pittoresco non ha nessun possessore sin dall’inizio, non c’è niente da ostacolare il mio conforto.

 

Quando mi sento bene per camminare e di volere andare lontano, dal monte Hino, seguendo al picco, passo il monte Sumi, il monte Kasatori, e vado a pregare il tempio Iwama oppure quello Ishiyama.

 

(N.B: il monte Sumi e Kasatori sono situati nella città di Uji nella provincia di Kyoto, invece il tempio Iwama e Ishiyama si trovano nella provincia di Shiga, accanto a Kyoto)

mercoledì 25 novembre 2020

La serie della letteratura giapponese ~369~

 


Due foto dell'albero Katsura


Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)

~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

 

Il testo (25)

 

Quando mi sento molto insicuro di me stesso come la scia di nave, guardo lontano, dove la nave passa lungo Okanoya (una zona situata fianco del fiume Uji) e mi trovo di possedere segretamente il gusto di Waka di Manshami (un funzionario vissuto settimo ~ ottavo secolo, che è diventato il monaco per pregare la guarigione dell’imperatrice Genmei ammalata).

 

E quando il vento soffia con il suono fioco toccando la foglia dell’albero Katsura (il nome scientifico “Cercidiphyllum japonicum”, che si vede nella foto di sopra), penso il fiume lontano in Cina, dove Bai Ju-yi (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~71~, e ~110~”) ha composto la sua poesia. Poi pensando anche il signore Minamoto no Tsunenobu (un nobile vissuto nel undicesimo secolo, che era molto famoso per l’abilita di comporre Waka, poesia e suonare lo strumento musicale), spero di imparare il suo comportamento tanto stupendo.

 

E quando aspiro infinitamente alla cosa suggestiva, io suono Shufuuraku (il titolo della musica, che significa “La musica del vento autunnale”) con Koto (una cetra giapponese) oppure suono la musica di Ryuusen (significa “il corso della fontana”) con Biwa, sentendo il mormorio del ruscello.

 

Io non sono il buon suonatore dello strumento, ma, abitando da solo, non ci ho nessuno da far sentire, quindi, io lo suono solo per temperare il mio cuore.  

domenica 22 novembre 2020

La serie della letteratura giapponese ~368~

 


Due foto della cicala crepuscolare


Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)

~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

 

Il testo (24)

 

All’autunno, si sente la voce di Higurashi (la cicala crepuscolare, poiché questo canta quando fa buio, cioè o prima dell’alba o dopo il tramonto, si dice così) pienamente al mio orecchio. Mi pare che la sua voce si lamenti della fugacità di questo mondo.

 

All’inverno, io amo di vedere la neve. Ma, anche se è nevicato molto, col passo del tempo, si scioglie con naturalezza. Questo fenomeno si può paragonare alle nostre buone azioni, perché, operando ogni giorno il bene, questo va via con un impulso e talora capita di essere tentato al male. È talmente difficile di ottenere lo stato mentale calmo e limpido come Budda.

 

E quando non mi viene la voglia di pensare di Budda o recitare i sutra, io riposo e ogni volta anche poltrisco dal conto mio. Non c’è nessuno che interferisce nel mio atto e non ci sta nemmeno una persona a chi mi vergogno del mio atto.

 

Fra le pratiche ascetiche nel Buddismo, c’è quella di silenzio. Ma nel mio caso, non è necessario di farla apposta. Io abito da solo, perciò posso evitare qualsiasi sbaglio causato dalle parole.

 

Io non posso dire che osservo con severità i comandamenti decisi nel Buddismo. Tuttavia, attorno di me, poiché non c’è niente che confonde lo animo mio, non è necessario neanche violare quelli per me.

mercoledì 18 novembre 2020

La serie della letteratura giapponese ~367~

 


Sopra il glicine e sotto Masakinokazura


Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)

~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

 

Il testo (23)

 

Attorno di mia capanna, è cresciuta Masakinokazura (una pianta strisciante sul terreno, che appartiene alla famiglia dell’oleandro, che si vede nella foto di sopra) rigogliosamente perfino nascondere la impronta di piede della gente che passa.

 

E la valle vicino, è coperta di alberi ed erbe, ma la parte ovest si può vedere bene, quindi, non c’è problema per pensare tranquillamente del Budda che sta nel mondo puro al cielo ovest (N.B: Questo Budda naturalmente significa Amitabha).

 

Alla primavera, si può godere la bella fioritura del glicine. Il colore di questo, è come se fosse la nuvola viola brillante, che appare al cielo ovest (1).

 

E all’estate, si può sentire la voce del cuculo. Ogni volta che sento la sua voce, io faccio promettere a questo uccello di guidare il sentiero di montagna da andare all’altro mondo dopo la mia morte (2).

 

(1) La nuvola viola è considerato che esprime il segno fausto dal vecchio tempo. Ma in questo caso, vuol dire la nuvola su cui sono saliti il Budda Amitabha e i Bodhisattva che visitano la gente sul letto di morte per portarla al mondo puro di assoluto agio d’ovest. Così, la gente, soprattutto quelli che sono entrati nella vita religiosa, hanno voluto di andare al mondo puro di assoluto agio, essendo accolto dal Budda e i Bodhisattva, dopo la morte.

 

(2) Il cuculo è stato amato dalla gente soprattutto per la sua voce un po’ triste, dal vecchio tempo. Perciò è stato considerato che questo uccello era il compagno per il viaggio da andare all’altro mondo molto lontano. E per andare all’altro mondo, il morto deve passare il sentiero di montagna molto dura, perciò l’autore Nagaakira ha chiesto al cuculo di servire guida per lui.

domenica 15 novembre 2020

La serie della letteratura giapponese ~366~

 


Due foto della felce


Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)

~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

 

Il testo (22)

 

All’angolo dell’est nella stanza, ho coperto con le spiche secche della felce per fare il letto. E alla metà della parte sud vicino alla parete dell’ovest, ho fatto la mensola sospesa al soffitto, montando il bambù, e su cui, ho messo tre cestini avvolti con il cuoio nero.  E dentro questi cestini ho messo i libri di Waka, della musica e l’articolo estratto da “Oujyou Youshu” (1).

 

E vicino alla mensola sospesa, ho messo in piedi i due strumenti, Koto e Biwa (consultate per favore “Storia di Genji (38)”) ciascuno uno. Tutti i due sono il tipo staccabile in due, in modo che randa più facile da portare.

 

La mia capanna povera è come suddetti.

 

Dicendo la situazione del luogo attorno di capanna, si trova un serbatoio d’acqua fatto di roccia, e l’acqua viene portata da lontano tramite un tubo lungo fatto di bambù, oppure di legno scavato.

 

Poiché si trova un bosco vicino a mia capanna, non c’è nessun problema di ottenere la legna. Perché ci sono i rametti dappertutto abbondantemente.

 

Questo luogo si chiama “Toyama di Hino (Toyama significa una montagna estrema di una catena di montagna, cioè quella più vicino ai posti abitati in Hino)”.

 

(1) L’opera scritta da un monaco chiamato Genshin all’anno 985, che consiste di tre rotoli. In questa opera, lui ha scritto gli articoli per andare in Gokuraku (il mondo di assoluto agio) scegliendo dalle varie scritture importanti e ha dimostrato l’essenza e la carità di Nenbutsu (immaginare profondamente il Budda). Questa è diventata la base ideologica della setta Jodo (una setta buddista molto importante in Giappone, che mette il mondo di assoluto agio (Jodo) regnato dal Budda Amitabha al punto principale) e soprattutto la descrizione sull’inferno ha influenzato ampiamente al popolo. 

mercoledì 11 novembre 2020

La serie della letteratura giapponese ~365~


Due foto di Sunoko

 


Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)

~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

 

Il testo (21)

 

Al fianco est di questa capanna, ho costruito un piccolo tetto, di lunghezza circa un metro, per preparare i pasti sotto di cui, bruciando la legna presa dalla montagna.

 

E alla veranda nella parte sud, ho coperto tutto con Sunoko (una specie di graticciata, fatta dai pezzi di legno oppure di bambù, come si vede nella foto di sopra, comunque questo è per scolare bene quando piove).  E ho preparato Akadana (un scaffale su cui si mette l’offerta per Budda, normalmente l’acqua pura) all’angolo ovest di veranda.

 

E dentro capanna, alla parte nord, mettendo una specie di paravento divisorio, ho installato il ritratto di Budda Amitabha (consultate per favore “L’intervallo (57)”), e al fianco di questo, ho messo anche il ritratto di Bodhisattva Fugen, Samantabhadra in sanscrito, e avanti di questo ho messo il rotolo di Saddahrmapundarika-sutra.

 

N.B

Nagaakira (l’autore di questo saggio) era il credente non solo del Budda Amitabha, ma anche di Fugen. Questo Bodhisattva si considera normalmente il simbolo della ragione e si rappresenta con la forma che sta sopra dell’elefante bianco che ha sei zanne. Poi questo Bodhisattva è conosciuto anche per l’atto che ha fatto i dieci voti, come seguente:

 

(1)          Rispettare i vari Budda

(2)          Apprezzare il Budda

(3)          Celebrare di cuore il Buddismo dappertutto

(4)          Pentirsi della malefatta

(5)          Gradire l’atto di carità

(6)          Pregare a Budda di predicare il suo insegnamento

(7)          Pregare che stia Buda in questo mondo per sempre

(8)          Imparare sempre seguendo Budda

(9)          Rispettare tutta l’anima viva come se fosse i suoi genitori

(10)    Pregare di diffondersi tutta la carità fra il popolo

 

E si suppone che Nagaakira si fosse interessato soprattutto del numero (4), per cancellare tutto il suo peccato originale.

Per questo motivo, lui avrà messo i due ritratti suddetti. E poi riguardo a Saddahrmapundarika-sutra, consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~128~”.

domenica 8 novembre 2020

La serie della letteratura giapponese ~364~

 


Due foto del monte Hino
(Si chiamano cosi ogni tanto le montagne, dando un nome generico)


Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)

~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

 

Il testo (20)

 

Brontolando di questo e di quello, sono invecchiato di anno in anno, e la mia abitazione è diventata più piccola ogni volta che traslocavo.

 

E questa volta, l’aspetto di mia casa non somiglia a quella normale.

 

Questa nuova casa mia ha grandezza stentatamente un po’ più grande di 3 metri quadrati, e l’altezza di 2 metri più o meno.

 

Ho deciso di costruirla senza pensare le circostanze del luogo, perciò neanche sono il possessore della terra.

 

L’ho costruita con la maniera come seguente:

 

Ho gettato le fondamenta, montando le barre e coperto il tetto con la roba provvisoria. E ogni giunto delle barre è attaccato a un gancio.

 

Comunque, la costruzione è molto semplice, perché voglio spostare subito se succeda qualcosa scomoda per me.

 

E con questa maniera della costruzione, non ci sarà nessun problema per traslocare. Bastano solo due carri per portare i materiali. E mi costa niente tranne solo il pagamento per il trasportatore.

 

E adesso, io sto vivendo nel posto più profondo del monte Hino (le montagne situate a sud-est di Kyoto) come un eremo.

 

(N.B: Si suppone che questa casa del monte Hino non sia uguale a quella suddetta. Forse lui avrà avuto qualche problema e spostato al monte Hino e fatto la capanna di grandezza un po’ più grande di 3 metri quadrati come prima. E, questa capanna è l’ultima abitazione per lui.)

mercoledì 4 novembre 2020

La serie della letteratura giapponese ~363~

 


Due foto del fiume Kamo
Sopra, la vista dell'autunno
Sotto, della primavera


Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)

~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

 

Il testo (19)

 

Io, non avendo né moglie né figlio già da prima, non ho nessuna relazione umana difficile da abbandonare. E poiché non ci ho la posizione ufficiale perciò naturalmente neanche il compenso, non mi rimane nessuno attaccamento per la società umana.

 

A tale motivo, mi isolavo dal mondo e sono vissuto nel monte Oohara (una zona situata nella parte nord-est di Kyoto, che era un villaggio montano agricolo a questa epoca, che era molto tranquillo, ma adesso è diventato uno dei posti turistici molto famosi in Kyoto) per cinque anni.

 

Dopo di che, quando ho raggiunto l’età quasi sessanta anni, ho dovuto cambiare l’abitazione. Questa età si può dire che la lampada vitale mia è arrivata al momento subito prima di spegnere. Ma, sono ancora vivo, perciò sono costretto a costruire una altra capanna, anche se sia povera come una foglia d’erba.

 

Per esempio, si può dire che, questa mia situazione come se un viaggiatore costruisca un alloggiamento solo per una notte, oppure un baco da seta invecchiato si avvolga il bozzolo senza sosta.

 

E ho costruito questa capanna vicino al greto del fiume Kamo. Rispetto a quella costruita nella metà di mia vita, questa è ancora più piccola, che non giunge all’uno centesimo di grandezza.   

domenica 1 novembre 2020

La serie della letteratura giapponese ~362~

 


Due foto del recinto Tsuiji


 

Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)

~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

 

Il testo (18)

 

Io,  dopo aver perso mio padre, ho ereditato i beni dalla nonna (madre di mio padre) e abitavo in casa sua per lungo tempo. Ma dopo di che,  è peggiorata la relazione nostra, e la mia stella è tramontata.  Dopo, mi sono successe le varie cose da pensare, e alla fine, non potendo più starvi, ho dovuto costruire mia propria casa molto povera, a parte. A quel momento, avevo un po’ più di 30 anni e naturalmente, questa cosa dipende tutto dal mio volere.

 

Questa casa nuova, paragonando quella prima, ha grandezza un decimo. La ho costruita solo per bastare alla mia vita quotidiana, perciò non perveniva a preparare i diversi accessori per la casa.

 

Ho potuto fare stentatamente il recinto Tsuiji (il recinto fatto della terra compressa, come si vede nella foto di sopra), ma non avevo più i mezzi da costruire la porta. Ho fatto solo la stazione per mettere il mio carro (trainato dal bue), composta di bambù.

 

Quando nevica molto oppure tira il vento forte, non è che non mi preoccupi. Poi, questa casa, essendo vicino al greto al fiume Kamo (il fiume che corre verticalmente nella parte est di Kyoto), è molto grave il rischio dei danni provocati dall’inondazione e c’è anche molta paura del ladro.

 

Comunque, io, per più di 30 anni, mi tormentavo per avere pazienza di vivere in questa società scomoda. Durante questo tempo, spesso ho avuto le cose inconvenienti e ho imparato da solo che la mia fortuna è veramente scarsa.

 

E quando ho avuto 50 anni, sono diventato il monaco buddista e ho cominciato a fare la vita eremita, allontanandomi dalla società umana.