domenica 22 novembre 2020

La serie della letteratura giapponese ~368~

 


Due foto della cicala crepuscolare


Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)

~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

 

Il testo (24)

 

All’autunno, si sente la voce di Higurashi (la cicala crepuscolare, poiché questo canta quando fa buio, cioè o prima dell’alba o dopo il tramonto, si dice così) pienamente al mio orecchio. Mi pare che la sua voce si lamenti della fugacità di questo mondo.

 

All’inverno, io amo di vedere la neve. Ma, anche se è nevicato molto, col passo del tempo, si scioglie con naturalezza. Questo fenomeno si può paragonare alle nostre buone azioni, perché, operando ogni giorno il bene, questo va via con un impulso e talora capita di essere tentato al male. È talmente difficile di ottenere lo stato mentale calmo e limpido come Budda.

 

E quando non mi viene la voglia di pensare di Budda o recitare i sutra, io riposo e ogni volta anche poltrisco dal conto mio. Non c’è nessuno che interferisce nel mio atto e non ci sta nemmeno una persona a chi mi vergogno del mio atto.

 

Fra le pratiche ascetiche nel Buddismo, c’è quella di silenzio. Ma nel mio caso, non è necessario di farla apposta. Io abito da solo, perciò posso evitare qualsiasi sbaglio causato dalle parole.

 

Io non posso dire che osservo con severità i comandamenti decisi nel Buddismo. Tuttavia, attorno di me, poiché non c’è niente che confonde lo animo mio, non è necessario neanche violare quelli per me.