mercoledì 21 settembre 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (150)


Due foto della luna nel cielo


Ugetsu Monogatari 39 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Kibitsu no Kama (la pentola del tempio scintoista Kibitsu) ~ 12~

Shotaro ha risposto:

“Finalmente il mio compito da rinchiudermi in casa è terminato. Mi dispiaceva che non ho potuto vederti fino ora. Allora, io vengo da te per parlare tante cose che mi è accumulata nel cuore. Alzati.”

Hikoroku, l’uomo irriflessivo di natura, ha detto subito:

“Va bene. Ci vieni.”

Dicendo cosi, lui stava per aprire la porta di sua casa, ma, prima di aprirla metà, ha sentito un grido orribile da casa di Shotaro. Poiché questo grido era talmente orrendo da rizzare i suoi capelli, Hikoroku è caduto battendo il sedere suo malgrado. Ma, pensando subito che fosse successa qual cosa malaugurata a Shotaro, è uscito fuori con la scure a mano.

L’esterno pero, era ancora buio, nonostante che Shotaro aveva creduto che la notte fosse finita.

La luna stava nel cielo di cui luce era vaga e il vento del primo inverno portava l’aria fredda.

Hikoroku ha guardato dentro la casa di Shotaro, di cui la porta era lasciata aperta, ma non si è trovata nessuna figura umana. Lui ha cercato sia interno sia esterno di casa, pero, non ha potuto trovare nemmeno l’ombra.

Lui, tremando dal sentimento terribile, ha frugato qua e là di nuovo con la luce a mano e trovato lo stagno di sangue sotto la parete vicino alla porta. Tuttavia, non c’era il cadavere né un pezzetto d’osa. Guardando attorno più attentamente, ha notato un pezzo dei capelli umani sospeso dalla gronda e non si trovava nessun’altro.

Era troppo orrendo e deplorevole da esprimere questa scena in parole. All’alba, Hikoroku ha provato di cercare Shotaro alla montagna e pianura vicino dalla sua abitazione, ma, è stato inutile.

Questa notizia è arrivata alle due famiglie Kasada e Izawa, e loro hanno dovuto capire che la predizione dalla pentola nel tempio scintoista Kibitsu era purtroppo avverata.

Il popolo quindi, ha tramandato questa storia ai posteri dicendo che la volontà divina è proprio da rispettare.


                     ~  fine di “Kibitsu no Kama” ~