mercoledì 27 gennaio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (82)

il candeliere giapponese

Zabuton


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (46)

La storia di Chugoro (3)

Chugoro ha continuato di parlare:

“Io non so perché, ma quando lei mi tocca con la mano, divento molle come un bambino. Proprio come se succeda nel sogno, mi sento paralizzato sia la mano sia i piedi. E alla fine, la donna mette piede nel fiume e poi mi tirava dentro. Per alcuni momenti, mi sembrava che le mie orecchie e la bocca fossero completamente tappate, e tra poco, mi sono accorto che stavo camminando nel posto ben chiaro come il palazzo lusso con lei. Stranamente, non ero bagnato neanche faceva freddo. Era secco, caldo e bello attorno e non ho capito niente come e di dove sono arrivato lì.
La donna, prendendo la mia mano, avanzava. Siamo passati per le numerose sale che erano tanto belle. Poi siamo arrivati alla sala molto grande che sembrava quasi di mille Tatami (la stuoia tipica giapponese, con la grandezza di 180cm x 90cm, e 5cm di spessore circa, imbottito di paglia e coperto di giunco).
Avanti a Tokonoma (una specie d’alcova in casa giapponese che si trova nella sala più importante), sono messe tante candeliere e anche Zabuton (i cuscini per sedersi), quindi mi pareva che ci si terrebbe un banchetto. Ma, non c’era nessun ospite.
La donna mi guidava proprio avanti a Tokonoma, e mi ha detto sedendosi accanto a me:

““Ora, questa è la mia casa, tu non pensi che siamo felici se ci viviamo insieme?””

Lei mi ha domandato cosi, con il sorriso troppo incantevole.

Il suo sorriso era talmente bello che non si troverà mai l’altro nel mondo. Io quindi, sono andato in estasi per lei e non capivo per niente altro. Poi io ho risposo di sì.
A questo momento pero, mi è venuta la storia di Urashima Taro (consultate per favore “Le serie degli antichi racconti giapponesi (1)”) d’improvviso. E ho avuto una idea, che lei potrebbe essere una donna sacra come Otohime. Ma io ho esitato di chiederne direttamente a lei, pensando il suo imbarazzo.
Nel frattempo, sono apparse tante servitrici, portando ogni sorta di ghiottonerie e bevande.
Allora, la donna mi ha detto:

““Se a te non dispiace, facciamo il giuramento del matrimonio adesso. E questo cibo è preparato per la cerimonia.””


Io ho detto di sì e abbiamo fatto il giuramento solido di essere la coppia eterna anche se siamo rinati. Poi, dopo essere finito il banchetto, siamo andati alla sala preparata per noi due.”