domenica 10 luglio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (129)


Due foto del pino giapponese


Ugetsu Monogatari 18 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Asaji ga Yado (Capanna erbosa) ~ 6 ~

Katsushiro, dopo un po’ di silenzio, ha cominciato a parlare:

“Se io conoscevo che tu stavi bene fino ora, non avrei passato la mia vita all’altro paese per lungo tempo. Dicendo verità, quando sono stato a Kyoto, ho sentito dire che la zona Kanto era coinvolta dalla guerra civile molto grave ed io, volendo ritornarci subito, sono arrivato fino a Kiso, ma, mi sono rubato tutti i miei beni dai banditi. Sono risparmiato stentatamente la mia vita, sai, poi anche la strada per la mia patria era interrotta, ed inoltre, tutti mi dicevano che erano bruciati tutti quanti in questa zona.  Io quindi, ho rinunciato a tornare a mia casa, pensando che non sia possibile più rivederti. E sono andato di nuovo al paese vicino a Kyoto e vivevo grazie all’aiuto degli altri per sette anni. Ma, non so perché, mi è venuta la nostalgia per la mia patria in questi ultimi giorni e ci sono tornato, volendo almeno costruire la tomba per te…Ed io, inaspettatamente ti ho trovata salva e sana! Spero che questa non sia una illusione!”

Lui si è lamentato in continuazione cosi invano. E Miyagi ha detto trattenendosi dal piangere:

“Dopo che tu sei andato via, aspettavo solamente il tuo ritorno. Ma prima dell’autunno, il nostro villaggio è coinvolto dal grave disordine e quasi tutti gli abitanti sono scappati al mare o alla montagna abbandonando la loro casa. C’erano alcuni rimasti, ma, costoro sono tanto cattivi e orrendi quanto la tigre o lupo. E loro, forse avranno pensato che sia buona occasione di sedurmi perché sono da sola, m’hanno corteggiata con parole dolci, ma io, vivevo in castità con la risoluzione di morire se mai succeda il pericolo per la mia fedeltà coniugale. Per questo, ho dovuto fare un’amara esperienza tante volte.
Nel frattempo, è arrivato l’autunno in cui la Via Lattea diventa limpida e s’incontrano la Vega e l’Altair, ma tu non sei ancora ritornato. Dopo, è arrivato l’inverno e poi la primavera, pero, non sentivo nessuna notizia da te.
Io quindi, ho pensato una volta di andare a Kyoto, ma si diceva che, anche se un uomo forte ha difficoltà di passare il posto di controllo, allora, mi domandavo, come mai una donna debole come me, può farlo?  Perciò io, ho vissuto fino ad oggi solitariamente guardando sempre il pino sotto il tetto, e considerando soltanto le volpi e civette come mie amiche in questa casa senza speranza.
Tuttavia, tu sei tornato da me finalmente e ormai non ci ho niente rancore o anzi sono molto lieta. Se io fossi morta prima di rivederti, mi sarebbe tanto dispiaciuta perché tu non mi capiva il cuore.”

Dopo aver detto cosi, lei ha ricominciato a piangere. Katsushiro quindi, ha detto consolandola:

“La notte è inoltrata, parliamo domani.”


Poi, loro due sono andati al letto.