mercoledì 20 luglio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (132)


Due foto dell'orto di gelso


Asaji ga Yado (Capanna erbosa) ~ 9 ~

Ugetsu Monogatari 21 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~


Katsushiro, con un po’ di aspettativa, è andato alla casa indicata dal vicino e ha visto un vecchio che beveva il tè seduto sulla stuoia nel giardino.

“Tu, come mai sei ritornato cosi tardi?!”

Appena visto Katsushiro, il vecchio ha gridato.

Poiché era il vecchio conoscente, Katsushiro, dopo averlo salutato cortesemente, gli ha spiegato tutta la storia successa fino ora da quando era andato a Kyoto. Parlandone, Katsushiro non poteva frenare la lacrima.

Il vecchio ha cominciato a parlare:

“Dopo che tu sei andato via, è cominciata la guerra dall’estate e tutti gli abitanti nel villaggio si sono sparsi ai posti diversi e poi, i giovani anche sono chiamati alle armi per forza. Perciò gli orti di gelso in questa zona sono tanto rovinati quanto abitano soltanto la volpe e il procione. In questa situazione orribile, solo quella donna virtuosa non ha voluto andare via, credendo la tua promessa di tornare fino all’autunno. Anche io, essendo incomodo di camminare per colpa dell’età, sono rimasto a mia casa. Mi sono stato veramente commosso al fatto che è rimasta sola la donna cosi giovane come lei, attorniata dagli esseri terribili. Nel frattempo, l’autunno di promessa è passato e nel prossimo anno, al 10 di agosto, lei era morta. Io, provando pietà molto per lei, ho seppellito il suo cadavere e su questo tumulo ho piazzato, a posto della lapide, un pezzo di legno su cui era attaccata Waka, che lei aveva scritto in punto della morte. Poiché io sono illetterato, non ho potuto annotare la data della sua morte, neanche sapere la maniera da mettere il nome postumo (N.B. In Giappone, dal tempo antico, si aveva abitudine di mettere il nome postumo alla persona morta) per lei.  E cosi, sono passati cinque anni.
Sentendo la tua storia, penso che lei sia tornata a questo mondo per parlarti il suo sentimento represso a lungo covato. Tu, vai di nuovo al suo tumulo e reciti le preghiere cortesi per lei