mercoledì 27 luglio 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (134)

la foto delle carpe

il quadro di una carpa


Ugetsu Monogatari 23 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Muou no Rigyo (la carpa nel sogno) ~ 1 ~

Nel decimo secolo, c’era un monaco chiamato Kougi, nel tempio buddista Mii (si trova nella presente provincia Shiga). Poiché dipingeva bene, lui aveva fama di pittore eccellente. Ma lui non dipingeva spesso i soliti oggetti come la statua di Budda, o la montagna, o il fiore, o l’uccello, che gli altri pittori scelgono normalmente. Lui, quando ci aveva il tempo libero, andava sempre al lago Biwa (il lago più grande situato nella provincia Shiga), e comprava i pesci appena pescati dai pescatori, poi li lasciava di nuovo nel lago.  E, guardandoli che nuotavano, li dipingeva. Con il passo dell’età, la sua abilità diventava sempre più destra e precisa.

Un giorno, lui ha sognato che giocava insieme i pesci nel lago, mentre sonnecchiava da un po’ di stanchezza. Appena si è svegliato, lui dipingeva questa scena titolandola “la carpa nel sogno” e l’ha attaccata sulla parete.

Poiché questa pittura era molto bella, lui era sommerso da tanta gente che la voleva. Lui quindi, ha dato a loro solo i schizzi del fiore oppure l’uccello, ma mai quello della carpa, con le parole dello scherzo:

“A voi laici che cacciate o pescate gli animali, che è proibito nel Buddismo, non vorrei dare questo pesce.”

Questa pittura e il suo scherzo hanno avuto la fama tutti i due. 

In un anno, lui si è ammalato e stato al letto per sette giorni. Poi, chiusi i suoi occhi improvvisamente e aveva smesso di respirare. I suoi discepoli e amici, attorniandolo, si sono addolorati della sua morte.

Tuttavia, loro hanno trovato che era ancora un po’ caldo attorno il petto del morto, perciò avendo la speranza della sua resurrezione, hanno passato ancora tre giorni circondando Kougi. Allora, è cominciato a muoversi un po’ la mano e il piede e poi, aperti gli occhi e lui si è alzato con un sospiro lungo e detto:

“Mi pare che siano passati tanti tempi da quando io ero in coma. Quanti giorni saranno?”

I discepoli hanno risposto:


“Maestro, voi avete smesso di respirare tre giorni fa. E noi tutti, pensavamo una volta del funerale per voi, ma, sentendo il vostro seno ancora un po’ caldo, stavamo attorno a voi, con la speranza della resurrezione senza mettervi nella bara.  Ora, visto che siete risuscitato da morte, siamo molto lieti e veramente fortunarti di non avervi seppellito.”