domenica 13 marzo 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (95)


Due esempi di Waka, scritta in semicorsivo


Kwaidan (la storia dei fantasmi), scritto da Yakumo Koizumi (59)

La storia di Aoyagi (4)

Allora, la ragazza ha risposto subito con sua Waka:

“Izuruhino Honomekuirowo Wagasodeni Tsutsumabaasumo Kimiyatomaran”

(Traduzione:

Se io possa avvolgere il sole del mattino con la mia manica, voi potete stare con noi anche domani?)

Tomotada ha saputo che la sua parola viene capita tutto da lei. E lui era contentissimo di aver ricevuto Waka cosi bella da lei e nello stesso tempo, si è sorpreso di nuoto della sua alta educazione.

Lui quindi, ha pensato che non poteva trovare mai altra ragazza tanto bella e intelligente quanto lei nel mondo e neanche poteva sognare di sposare con questo genere della ragazza.

A questo momento, gli pareva d’udire la voce nel suo cuore, gridando:

“Tu prendi questa fortuna che il dio ti ha dato.”

In altre parole, lui si è incantato alla ragazza. E Tomotada ha detto d’improvviso ai suoi genitori vecchi senza preliminari:

“Per favore, mi fate sposare con la vostra figlia.”

E poi, lui si è presentato il suo nome e anche famiglia spiegando la sua posizione come Samurai e il suo dovere. Lui bruciava talmente tanto dalla voglia di sposarla.

La vecchia coppia, sentendosi di un onore e gratitudine per quello che ha detto Tomotada, ha abbassato la testa e poi, dopo alcuni momenti dell’esitazione, ha risposto:

“Signore, voi sarete senz’altro il Samurai di condizione elevata e forse farete la carriera ancora di più in futuro. Noi quindi, non sappiamo la parola giusta da ringraziarvi, perché ci sentiamo un grande onore che non meritiamo. Nostra figlia, come la vedete, è una campagnola che è cresciuta in questa zona montuosa e non ha studiato niente. Veramente non sarà degna di sposare con il Samurai come voi.

Tuttavia, se per voi va bene questo tipo della donna che non conosce niente le buone maniere, noi possiamo farla servire a voi. Noi la lasciamo alla vostra mano. Vi raccomando nostra figlia.”