mercoledì 22 settembre 2021

La serie della letteratura giapponese ~448~


Due foto degli arti marciali


Tsurezure Gusa (70)

 

Di qualsiasi cosa, meglio non intromettersi. E una grande persona, solitamente non ha aria di chi sa tutto, anche se lo sa bene. Che è appena venuto a Kyoto dall’angolo sperduto, di solito, risponde subito per qualsiasi domanda come se conosca tutto.

 

Il suo atteggiamento è certo che è ammirevole una parte, ma, nel caso che, anche lui stesso creda della sua abilità veramente, lo sarebbe vergognoso.  

 

Secondo me, una persona che è consapevole di una certa cosa, non ne chiacchiera con leggerezza. E parla solo quando è domandato. Questa persona è eccellente davvero.

 

Mi pare che tutti amino quello che non c’entra proprio a loro stessi. Per esempio, il monaco s’interessa degli arti marciali, e al contrario, i guerrieri nella zona d’est non sanno il modo da scoccare una freccia. Inoltre, loro guerrieri fanno finta di sapere il Buddismo e compongono Waka e amano la musica.

 

Ma questo genere della gente, dovrebbe essere sempre più disprezzato per loro passatempo di cui hanno un’infarinatura, più che il loro campo grossolano.

 

Non solo il monaco, ma anche i tanti nobili amano gli arti marciali. Anche se loro vincono cento volte alle cento battaglie, non si può dire che loro sono intrepidi. O anzi, si può dire che loro hanno avuto solo la fortuna del temo.

 

Il guerriero autentico combatte fino al momento di perdere tutte le sue spade e frecce, e non si arrende mai ai nemici. E alla fine, lui muore con calma. Dopo della sua morte, la sua fama appare per primo. Questo è la strada del guerriero. Finche lui vive, lui non può essere orgoglioso del suo coraggio militare.

 

Comunque, secondo me, gli arti marciali sono le cose da agire la strada umana. O anzi, sono quasi le cose bestiali. Sarà inutile di amarli per noi tutti, tranne chi è nato nella famiglia del guerriero.