domenica 13 giugno 2021

La serie della letteratura giapponese ~424~

 


Due foto del tempio buddista Zenrinji


Tsurezure Gusa (46)

 

Non è molto consigliabile di cominciare a fare l’esercizio del Buddismo, quando uno già si è invecchiato. Perché, nessuno può sperare nel futuro in questo mondo. Guardando le tombe vecchie, trovo che la maggioranza di ciò è della gente morta in gioventù.

 

Si dice che, quando capita improvvisamente la malattia grave e si avvicina il momento della morte a uno, lui può capire per primo che è sbagliato del suo passato.

 

Allora, cosa è lo sbaglio?

 

Questo non è altro che passare la vita, rinviando la cosa da fare subito e facendo prima quello che non è necessario di fare in fretta. Nel frattempo, la vita passa via. Se si penta di ciò a questo momento, sarebbe inutile.

 

La gente deve avere sempre la coscienza della morte. Non deve mai dimenticare il fatto che questa si avvicina a noi. Se uno possa vivere avendo questa coscienza, sarebbe spegnato l’attaccamento a questo mondo e dovrebbe avere la fede incrollabile di dedicarsi al Buddismo.

 

Nel libro scritto da Eikan (Il monaco vissuto 1033~1111, che abitava nel tempio buddista Zenrinji, situato alla parte d’est di Kyoto. Questo tempio è conosciuto per la bellezza dell’acero rosso come si vede nella foto di sopra, e nell’autunno, lo visitano tanti ancora adesso.), si trova uno aneddoto come seguente:

 

“Nel vecchio tempo, un monaco sacro ha avuto un visitatore un giorno. E appena che il visitatore ha cominciato a parlare del suo affare, quel monaco sacro ha detto che lui ha un problema tanto urgente quanto lo si sta avvicinando proprio avanti ai suoi occhi.  E lui, turandosi le orecchie sue, recitando il nome di Budda, è morto.”

 

E poi, ho sentito dire che, un eremita che studiava il buddismo diligentemente, pensando troppo della mutevolezza del mondo, non poteva sedersi tranquillamente e sempre si accovacciava.