Sopra, il tempio buddista Honen In Sotto, il monaco Honen |
Tsurezure Gusa (38)
Ho sentito dire che, una volta, una
persona ha domandato al monaco Honen (il grande monaco vissuto 1133~1212, cioè
morto circa 70 anni prima che è nato l’autore Kenkou) come seguente:
“Quando recito il nome di Budda Amitabha
(consultate per favore “La religione (5)”), ogni tanto mi viene il sonno e non ne
posso più continuare. Come posso cacciare via questo ostacolo?”
Allora, il monaco Honen ha risposto:
“Basta che lo recitate quando vi
svegliate.”
È la parola molto venerabile!
Poi il monaco Honen anche ha detto:
“Riguardo ad andare al mondo puro di assoluto
agio, se uno ne creda, sia realizzabile. Se non ne creda, non potrà andarci.”
Questa parola anche è molto venerabile.
E poi, ha detto anche come seguente:
“Anche se uno ne abbia un po’ di dubbio,
comunque sarà meglio recitare il nome di Budda Amitabha lo stesso. Allora, lui
potrà andare al mondo puro di assoluto agio.”
Anche questa è venerabile.
Ho sentito dire che, c’era una volta una ragazza molto bella nel paese Inaba (la presente provincia Tottori) e attorno di lei si sono riuniti tanti uomini che chiedevano la mano sua. Ma, stranamente, questa ragazza mangiava solo il milio e non si interessava niente del riso.
Allora suo padre che era già diventato il monaco, non ha permesso di
sposare a lei, dicendo:
N.B:
Questi due racconti sembrano completamente diversi, ma comunque tutti i due non sono quelli di cui Kenkou ha fatto esperienza ma solo ha conosciuto per sentito dire.
Comunque, sia nel fatto storico sia nel romanzo, ci sono alcuni esempi che, un uomo grande che è diventato al monaco alla vecchiaia, ha fatto sposare la sua figlia con l’imperatore e ha avuto il forte potere. Invece, la storia della figlia e il suo padre in questa sezione, ci fa sentire una vaga tristezza e comicità. Secondo uno studioso, questo è proprio la caratteristica di questa sezione.