mercoledì 24 marzo 2021

La serie della letteratura giapponese ~401~

 



Tre foto di Kadomatsu


Tsurezure Gusa (22)

 

Quando spunta il primo giorno del nuovo anno, la vista del cielo dell’alba non è che si cambia dagli altri giorni, ma, ci dà l’impressione molto fresco. E sulle strade grandi nella città, si mettono Kadomatsu (1) alla porta d’ogni casa, e mi sembra che questa scena rappresenti la gioia di tutti. È tanto interessante anche questa.

 

E ho sentito dire, chissà da chi, un eremo ha detto che non ci ha niente da rimpiangere in questo mondo, tranne una cosa. Cioè, a lui, solo dispiace che non potrà vedere più la vista bella del cielo dopo aver lasciato questo mondo.

 

Io provo veramente la simpatia per questo detto.

 

A qualsiasi momento, mi consolo quando vedo la luna. Una volta, uno ha detto che, altro che la luna, non c’è niente più la cosa affascinante. Allora, l’altro ha controbattuto a lui, dicendo che la rugiada è la più suggestiva.

 

Era una discussione molto interessante. Comunque, se sia adatta alla occasione, qualsiasi cosa sarebbe interessante.

 

(1) Kadomatsu letteralmente significa “Il pino alla porta”. Poiché il pino è sempreverde, è stato considerato il segno dell’eternità, cioè la lunga vita, dal tempo. E verso alla metà del undicesimo secolo, è cominciato il costume di mettere l’ornamento del pino alla porta al capodanno, per accogliere la divinità dell’anno nuovo. Solitamente, si mettono un paio di Kadomatsu, uno è il pino maschile e l’altro è quello femminile. Per il  pino maschile si usa il pino nero, perché questo ha gli aghi duri e lunghi di colore verde molto forte, invece per quello femminile si usa il pino rossa, perché ha gli aghi sottile e morbidi.

 

Per Kadomatsu, si usa il bambù e spesso anche gli altri fiori come il pruno e la peonia ecc. insieme il pino come l’ornamento.