Due foto dell'elefante |
Houjyouki (La descrizione della vita in
una capanna)
~Il saggio scritto da un monaco che ha
fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~
Il testo (33)
Dunque, i tre mondi (※1) che sono menzionati nel Buddismo, si
decidono solo dal mio cuore. Se il mio cuore non sia calmo, le cose ricche come
l’elefante, il cavallo (※2)
e i tesori sono senza senso, caso mai ne ho tutto.
Naturalmente, sin dall’inizio, io non
voglio nessuna l’abitazione magnifica come il palazzo o il castello. Adesso, io
presto cura a questa mia capanna povera e tranquilla.
Quando vado alla città raramente, mi vergogno
del mio modo di vestire come il mendicante, ma, quando torno a mia capanna, ho
commiserazione per la gente che fa ogni sforzo per le cose seccanti mondane.
Se qualcuno dubiti di quello che dico io,
guarda la situazione del pesce e dell’uccello. Il pesce, abitando nell’acqua,
non si stufa mai. E quello che non è pesce non capirà mai perché il pesce non
si stufa dell’acqua.
Poi, l’uccello vuole abitare nel bosco. E
quello che non è uccello, non capirà mai perché l’uccello vuole abitare nel
bosco. Il senso dell’abitazione mia è la stessa cosa. Quello che non ci abita,
come può capirne il valore.
(※1)
I tre mondi sono la concezione cosmica nel Buddismo, che indicano il mondo del
desiderio, del colore e di senza colore. E il mondo del desiderio significa
quello degli esseri animati che hanno il desiderio carnale e l’appetito. E in questo,
ci sono sei mondi, cioè il mondo dell’inferno, della carestia, dell’animale,
della guerra, degli uomini e il cielo (non significa il paradiso, invece nel
Buddismo, anche gli esseri che abitano nel cielo si mettono sotto il mondo di
Budda).
E il mondo del colore significa il mondo
materiale, in cui abitano l’esseri umani che non hanno il desiderio carnale e l’appetito.
Poi, il mondo di senza colore significa il
mondo in cui abitano gli esseri umani che si sono staccati perfettamente dalla
materia. Cioè, in questo mondo non esiste nessuna materia.
(※2) L’elefante e il cavallo sono menzionati come il mezzo di trasporto tipico in un sutra buddista.