mercoledì 16 dicembre 2020

La serie della letteratura giapponese ~375~

 


Altre due viste invernali in Kyoto


Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)

~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

 

Il testo (31)

 

Perciò, io uso il mio corpo come il mio cameriere. Questo sarà il modo migliore. Ma in che maniera? Se ci abbia da fare, userei subito il mio corpo, anche quando sono un po’ stanco. Comunque, facendo così, mi sento più tranquillo, perché sarà meglio per me di far obbedire l’altro oppure di preoccuparmi dell’altro per una cosa o per l’altra.

 

Quando devo uscire, io cammino con il mio piede. Facendo cosi, ogni tanto mi sentirò stanco, ma sarà meglio così, se no, dovrei preoccuparmi sempre di preparare il cavallo e la sella, oppure il carro e il bue.

 

Ora, io faccio lavorare il mio corpo dividendolo in due, cioè la mia mano è il mio cameriere e il mio piede è il mio veicolo. Queste due cose sono adatte al mio cuore sufficientemente. Perché, il mio cuore sa bene il dolore del corpo, quindi, quando il mio corpo è stanco, lo faccio riposare, invece quando il mio corpo sta bene, lo uso. Ma, quando io uso il mio corpo, sempre sto attento di non usarlo troppo. Perciò il mio cuore può stare sempre tranquillo.

 

Comunque, penso che sia molto bene per la salute di camminare e lavorare abitualmente. Al contrario, non andrà bene di riposare inutilmente.

 

Secondo me, sarei colpevole se io diventi la croce per gli altri. Perciò, come mai posso contare sugli altri?