Altre due viste invernali in Kyoto |
Houjyouki (La descrizione della vita in
una capanna)
~Il saggio scritto da un monaco che ha
fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~
Il testo (31)
Perciò, io uso il mio corpo come il mio cameriere.
Questo sarà il modo migliore. Ma in che maniera? Se ci abbia da fare, userei
subito il mio corpo, anche quando sono un po’ stanco. Comunque, facendo così,
mi sento più tranquillo, perché sarà meglio per me di far obbedire l’altro
oppure di preoccuparmi dell’altro per una cosa o per l’altra.
Quando devo uscire, io cammino con il mio
piede. Facendo cosi, ogni tanto mi sentirò stanco, ma sarà meglio così, se no,
dovrei preoccuparmi sempre di preparare il cavallo e la sella, oppure il carro
e il bue.
Ora, io faccio lavorare il mio corpo dividendolo
in due, cioè la mia mano è il mio cameriere e il mio piede è il mio veicolo.
Queste due cose sono adatte al mio cuore sufficientemente. Perché, il mio cuore
sa bene il dolore del corpo, quindi, quando il mio corpo è stanco, lo faccio riposare,
invece quando il mio corpo sta bene, lo uso. Ma, quando io uso il mio corpo, sempre
sto attento di non usarlo troppo. Perciò il mio cuore può stare sempre
tranquillo.
Comunque, penso che sia molto bene per la
salute di camminare e lavorare abitualmente. Al contrario, non andrà bene di
riposare inutilmente.
Secondo me, sarei colpevole se io diventi la croce per gli altri. Perciò, come mai posso contare sugli altri?