mercoledì 23 settembre 2020

La serie della letteratura giapponese ~353~

 


                                  Due foto del trapianto del riso attuale


Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)

~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

 

Il testo (9)

 

E durante l’era di Yowa (il nome dell’era giapponese che ha durato da 1181 a 1182, che è molto breve) forse, purtroppo non mi ricordo bene perché è la cosa che è successa tanto tempo fa, i giapponesi sono stati nella situazione molto misera per la carestia e siccità. Allora, una volta è successa la siccità sia alla primavera sia all’estate, e una volta sono successi il tifone e il diluvio sia all’autunno sia all’inverno. Così, sono successe le cose sfortunate una dopo l’altra, e di conseguenza, tutti i cereali erano danneggiati.

 

A questo momento, la gente ha vangato il terreno alla primavera e ha trapiantato il riso all’inizio dell’estate in vano, perché loro non riuscivano a ottenere nessuna raccolta all’autunno.

 

E alla fine, è risultato che, alcuni sono andati all’altra regione abbandonando il loro terreno, e alcuni hanno cominciato a vivere nella montagna, abbandonando la loro casa natia.

 

Nella corte imperiale, si facevano i diversi tipi della preghiera e anche il rito buddista speciale per migliorare la situazione, ma, questi non erano efficaci niente.

 

Tutta la gente di Kyoto, in qualsiasi occupazione, otteneva abitualmente la risorsa e i materiali necessari per la loro vita dalla provincia solamente.

 

Tuttavia, poiché non c’era nessuna risorsa che entrava nella città dalla provincia, la gente di Kyoto non ha potuto più continuare la vita normale. E loro, non avendo più la pazienza, hanno cominciato a vendere le varie ricchezze a una a una, come se le buttassero. Ma, c’erano poche persone che se le interessavano. Se ci fosse qualcuno che voleva fare baratto, normalmente lui valutava molto i cereali ma, non molto i preziosi. E sulla strada si trovavano tanti mendicanti e dappertutto si sentiva la loro voce del lamento, che si lagnava della situazione.

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