Due foto delle tuffatrici attuali |
Makura no Soushi (332)
~ Il primo saggio in Giappone,
scritto da Sei Shonagon ~
Il testo (331)
Duecento novantesimo (2)
La nave in cui sono salita, è ben
fatta con il cancello a grata aperta e si trova abbastanza alta dalla superfice
dell’acqua. Perciò, sembra che io stia nella casa piccola e non ho molta paura.
Ma, guardando le altre navi, divento un po’ pallida, perché, da lontano, si
vedono proprio come quelle di foglia sparse sul mare.
Nel porto, in tutte le navi che sono
andate alla fonda, si accende la luce e questa scena è molto suggestiva.
Alla mattina, alcuni, forse saranno
i pescatori, stanno remando la barca. Poiché questa è piccola, mi fa provare una
vaga tristezza. In Waka, spesso si paragona la traccia dell’onda dopo aver passato
la nave alla fugacità, perché, si spegne subito.
Secondo me, per la persona dell’alta
classe, sarà meglio di non viaggiare con la nave. Naturalmente, anche ci sarà
qualche pericolo per il viaggio sulla terra, ma, comunque almeno c’è una cosa
sicura che i piedi sono attaccati alla terra!
Nel mare, non si sa che cosa può
succedere. Soprattutto, per le pescatrice, se il fune attaccato a loro vita si
tagli, cosa faranno? Per non parlare dell’uomo, ma nel caso della donna, quanto
si sentirà sola!
Si vedono invece, sempre gli uomini
che ramano la barca tenendo quel fune e cantando ottimisticamente. E quando la
donna segna tirando il fune, l’uomo lo solleva. E la donna sollevata, tenendo il
bordo, tira un respiro profondo, facendo il suono acuto.
Questo suono è tanto malinconico quanto
fa venire le lacrime alla gente attorno. Ciò nonostante, l’uomo che fa
tuffarla, che cosa sta pensando? Io non capisco niente il suo cuore.