domenica 28 giugno 2020

La serie della letteratura giapponese ~ 330~


Due foto dell'aspetto della vita delle ancelle



Makura no Soushi (330)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (329)

Duecento ottantesimo otto

Se io possa avere alcune ancelle come l’inquilini, sarei tanto piacevole di sentire la loro conversazione quando sono tornati a mia casa dal palazzo imperiale. (N.B: In questo periodo di Heian, le ancelle non servivano ogni giorno il padrone. Loro, ogni tanto, ottenendo il permesso di lasciare il palazzo del padrone, tornavano a loro casa. Ma, Shonagon, sta sognando di offrire la sua casa a loro come la pensione.)

Quando loro si radunano a mia casa, ognuna di loro si vanterà del suo padrone, e parleranno anche sull’aspetto dei signori e signore molto nobili tra di loro. Sarei veramente lieta, se possa sentire le loro chiacchiere di questo genere dell’argomento.

Se io avessi la casa grande e pulita, vorrei farci abitare le amiche e ancelle, per non parlare poi i miei parenti, a ogni stanza. (N.B: Come già ho spiegato una volta, in questo periodo, nella casa dei nobili, ogni stanza non era indipendente ma era diviso solo con il paravento o le tende. Perciò la parola “stanza” non è giusto proprio, ma la uso per praticità.).

E ogni tanto, se ci sia l’occasione, ci raduniamo in una stanza e chiacchieriamo di Waka composta dall’altro. E quando l’una porta la lettera, leggiamo insieme e scriviamo la risposta.

Poi, se un amante mi visiti, lo riceverei nella stanza pulita, e se mai piova, lo accoglierei con la maniera raffinata.

E quando le ancelle devono andare al palazzo imperiale di nuovo, vorrei farle andarci con la figura quanto possibile elegante, preparando i loro vestiti ecc. da me stessa.

Comunque, mi vergogno un po’ di me stessa, che non vedo l’ora di sapere la situazione quotidiana dei signori nobili!


N.B: La storia dell’inquilino, come ho scritto, è il sogno di Sei Shonagon. Quando lei ha scritto questa parte del saggio, si ritirava già dal servizio dell’ancella, perché la sua padrone (l’imperatrice Teishi) era morta. Ma, poiché lei metteva in gioco tutto quanto alla vita da ancella, sognava il prolungamento della vita da ancella nei suoi giorni quotidiani privati.