domenica 7 agosto 2016

Le serie degli antichi racconti giapponesi (137)


Due foto dei fuochi accesi a bordo delle imbarcazioni per attirare i pesci


Ugetsu Monogatari 26 (la storia della pioggia e luna)

~ scritto da Akinari Ueda ~

Muou no Rigyo (la carpa nel sogno) ~ 4 ~

Kougi ha continuato a parlare:

“Io pero, non ho pensato strano di essere trasformato in carpa e nuotato a sufficienza qua e là agitando la coda. Prima, ho nuotato fino alla baia di Shiga coll’onda portata dal vento che soffiava dal Monte Nagara (una montagna situata nella provincia Shiga) e mi sono sorpresa dalla gente che camminava sulla sponda, troppo vicino a me.  Perciò, mi sono dovuto nascondere nel fondo del lago, anche se era un po’ difficile per me.  

A notte, ero attirato da solo coi fuochi accesi a bordo dell’imbarcazione come nel sogno e la luna che specchiava nel lago, era proprio limpida e illuminava tutti gli angoli d’ogni porto. Era veramente la scena impressionante.

Quando ho nuotato dall’isola Oki a quella Chikubu (due isole che si trovano nel lago Biwa), sono colpito dalla bellezza del recinto rosso, specchiato nell’acqua.
Nel frattempo, spuntava il giorno e sono svegliato, non so quando mi sono addormentato, dal suono del remo del traghetto e ho nuotato al ponte di Seta, evitando il remo del barcaiolo. Ma ero cacciato dalla guardia.
Comunque, sono stato a galla quando faceva caldo dal sole e mi divertivo nel fondo dell’acqua quando soffiava il vento forte.

Poi, ho avuto fame improvvisamente e cercavo qua e là il cibo, pero non ne riuscivo. E alla fine, ho trovato un’esca attaccata al filo per lenza che teneva Bunshi. Quest’esca faceva buon profumo da stimolare il mio appetito. Nello stesso tempo, pero, ricordandomi di quell’ammonizione della Divinità del lago, mi dicevo che io sono il monaco e come mai posso mangiare questa roba, anche se non ho mangiato niente per un po’ di tempo?  
Pensando cosi, io me ne sono andato. Ma col passo del tempo, la fame è diventata tanto più forte quanto più insopportabile. E credendomi di non essere preso facilmente, io l’ho ingoiata finalmente. Allora, Bunshi ha tirato su il filo subito e m’ha preso.

““Ma, cosa fai di me!””


Ho gridato, pero lui se ne fregava e mi ha messo nel cestino passando un fune nella mia mascella, e mi ha portato a vostra casa. A questo momento, voi giocavate Go con il vostro fratello e il vostro vassallo mangiava la frutta a fianco di voi due.”