Tsurezure Gusa (128)
Il salice è anche suggestivo. Poi,
l’acero giovane, ancora verde in aprile, è bello. Questi due, secondo me, sono
più belli che il fiore o le foglie rosse.
Il mandarino selvatico e il
siliquastro giapponese, invecchiati e grandi, sono più affascinanti.
Riguardo all’erba, la kerria, il
glicine, l’iris, e il garofano selvatico sono gradevoli. E come l’erba sul
laghetto, il loto è migliore. Invece come l’erba autunnale, la canna di palude,
la piuma delle pampas, la campanula, la lespedeza, la patrinia scabiosaefolia,
l’eupatorio, l’aster tataricus, la pimpinella, la themeda japonica, la
genziana, e il crisantemo sono belli. Soprattutto il crisantemo giallo è molto
bello.
Riguardo all’edera, il kudzu e
l’ipomea, sono preferibile quelli non tanto alti e non frondosi sul recinto.
Riguardo alle altre piante, non mi
piacciono tanto quelle rare e del genere non famigliare, che ha il nome cinese
molto difficile.
Generalmente, di tutte le cose, la
roba che è molto rara e singolare si apprezza dalla gente non raffinata. Sarà
meglio che non ci sia.
(N.B: Quanto alla pianta che non ha
il nome italiano, ho messo il nome scientifico. E dalla prossima sezione,
metterò la foto di ciascuna una dopo l’altra, quanto possibile.)
La persona molto saggia,
solitamente non lascia i beni dopo la sua morte. Se per esempio, lui abbia
serbato la cosa poco importante, tutti la diranno indecente. Se invece lui
abbia serbato la cosa magnifica, tutti diranno che il defunto sta
rimpiangendola nell’altro mondo. Questo è proprio invano.
Il caso che è lasciato tanto
patrimonio, non è veramente lodevole. Forse i famigliari faranno la
controversia ereditaria, e questa situazione è brutta davvero!
Se uno abbia già deciso la persona
da donare i suoi beni, lui dovrebbe cederglieli mentre sta vivo.
Comunque, se uno non difetti della cosa minima per vivere, sarebbe meglio stare senza aver niente altro. Io penso così.