Tsurezure Gusa (117)
C’era una volta, un certo monaco
che serviva la funzione buddista in un palazzo del tempio Seiganji. Un giorno,
lui ha osservato a lungo il viso di se stesso nello specchio. Allora, ha
trovato di nuovo la bruttezza del suo viso e avuto la vergogna di se. Lui quindi,
avendo paura di guardare lo specchio, non l’ha mai preso con la mano per lungo
tempo, neanche frequentava gli amici.
E ho sentito dire che, lui è stato
chiuso sempre nella sua stanza, tranne quando c’era la funzione buddista nel
palazzo di quel tempio.
Ho pensato che lo era l’avvenimento
molto strano.
La persona che sembra saggia,
solitamente, giudica solo gli altri e non sa di se stessa. Tuttavia, non
sapendo di se stessa, non è logico che vuole sapere degli altri. Perciò, si può
dire che, chi conosce di se stesso, conosce la ragione.
La gente normale non sa la
bruttezza del suo viso, la stupidità del cuore, la mancanza dell’arte, lo stato
basso della società, la vecchiezza, la salute rovinata, lo stare vicino alla
morte e l’insufficienza dell’addestramento. Poiché non sa il tale difetto di se
stessa, naturalmente non sa la critica degli altri contro se stessa.
Ma, fra quelli che ho menzionato, noi
possiamo vedere il nostro viso nello specchio e anche possiamo contare i nostri
anni. Perciò, non posso dire che noi non sappiamo niente di noi stessi. Ma di queste
cose, noi non possiamo cambiare anche se le sappiamo. Si può dire quindi, che sarà
stessa cosa di non saper niente.
Io non dico quindi, di cambiare il viso e ringiovanire. Io vorrei dire che, se uno sappia l’inferiorità di se stesso, perché lui non si ritira subito? Se uno sappia della vecchiezza di se stesso, perché non va in pensione per calmarsi? Se uno sappia l’insufficienza dello addestramento, perché non ne riflette?