domenica 20 marzo 2022

La serie della letteratura giapponese ~499~

 


Sopra, Shirakasci e sotto il castagno


Tsurezure Gusa (121)

 

Fra tutte le cose, quello che si trova l’atmosfera più affascinante sono l’inizio e la fine. L’amore fra l’uomo e la donna, non è che c’è solo il significato di giurare la promessa incontrandosi direttamente.

 

Io direi anzi, sentire la tristezza che è finito l’amore senza vedere, o lamentare la promessa che non è adempita, o passare da solo la notte d’autunno molto lunga, o pensare l’amante che sta molto lontano e o ricordare la casa ormai rovinata, in cui passava la notte con l’amante, la persona che si rammenta con nostalgia tali sentimenti suddetti è proprio quello che capisce il fascino d’amore.

 

E di luna, direi che si trova il tenore più affascinante di vedere quella appena apparsa all’alba dopo tante ore d’attesa, anzi che la luna tanto piena apparsa nel cielo limpidissimo quanto da vedere fino al di là.

 

Soprattutto, l’ombra di luna bluastra che si vede fra il gruppo d’criptomeria, oppure la luna nascosta dalle nuvole dopo la pioggia repentina sono molto affascinante.

 

Quando io vedo la luna che brilla sul foglio di castagno, o di Shirakasci (una specie di quercia con il foglio di cui il rovescio bianco), mi viene il desiderio, pienamente nel seno, di chiedere l’amico di cuore con chi posso condividere questa emozione.

 

E a quel momento, io ho molta nostalgia della città (1).

 

(1)  In questa epoca, la città significava Kyoto. Ma, in questo caso, l’autore l’ha descritto come l’opinione generale, quindi, non è necessario di interpretarla “Kyoto” limitatamente. Per l’autore, la città significa il posto dove abita l’amico di cuore.