domenica 25 luglio 2021

La serie della letteratura giapponese ~431~


Due foto del bulbo di patata taro



 Tsurezure Gusa (53)

 

Una volta, in Shinjyoin (un edificio appartenente al tempio buddista Ninnaji) c’è stato un monaco venerabile, chiamato Jyoshin.

 

Lui amava molto Imogashira (il bulbo della patata taro) e sempre la mangiava tanto e perfino nel posto della lettura del sutra, lui teneva un corso o leggeva i libri, mettendo sempre al suo fianco questo cibo ammucchiato nel piatto.

 

Quando si è ammalato, ha continuato a chiudersi nella sua abitazione o per sette giorni o per dieci giorni, e dicendo per curarsi, ha mangiato molto il bulbo della patata taro scelto da lui stesso ed è riuscito a curare qualsiasi malattia. Ma non l’ha mai fatto a mangiare agli altri. Lo mangiava da solo.

 

Lui era molto povero, ma il suo maestro, prima di morire, gli ha ceduto un edificio e i soldi di 200 Kan (allora, con un Kan si poteva comprare 180 litri di riso, quindi questo somma era molto grande).

 

Tuttavia, Jyoshin ha venduto questo edificio per i soldi di 100 Kan, e ha deciso di spendere questi soldi di 300 Kan in totale solo per comprare la patata e li ha depositato dal suo amico che abitava nel centro di Kyoto.

 

E lui, facendo arrivare dieci Kan a volta dal suo amico, mangiava la patata quanto voleva. E alla fine, lui ha consumato tutti i soldi solo per comparare la patata.

 

Allora, la gente lo considerava dicendo:

 

“Lui era povero, ma, ha potuto ottenere i soldi così tanti per la fortuna. E poi, li ha sistemato tutto con tale maniera. Questa cosa, non è che può fare chiunque. È un eremita vero di rado!”