Due foto del bulbo di patata taro |
Tsurezure Gusa (53)
Una volta, in Shinjyoin (un edificio appartenente al tempio buddista Ninnaji) c’è stato un monaco venerabile, chiamato Jyoshin.
Lui amava molto Imogashira (il bulbo
della patata taro) e sempre la mangiava tanto e perfino nel posto della lettura
del sutra, lui teneva un corso o leggeva i libri, mettendo sempre al suo fianco
questo cibo ammucchiato nel piatto.
Quando si è ammalato, ha continuato
a chiudersi nella sua abitazione o per sette giorni o per dieci giorni, e
dicendo per curarsi, ha mangiato molto il bulbo della patata taro scelto da lui
stesso ed è riuscito a curare qualsiasi malattia. Ma non l’ha mai fatto a
mangiare agli altri. Lo mangiava da solo.
Lui era molto povero, ma il suo
maestro, prima di morire, gli ha ceduto un edificio e i soldi di 200 Kan (allora,
con un Kan si poteva comprare 180 litri di riso, quindi questo somma era molto
grande).
Tuttavia, Jyoshin ha venduto questo
edificio per i soldi di 100 Kan, e ha deciso di spendere questi soldi di 300
Kan in totale solo per comprare la patata e li ha depositato dal suo amico che
abitava nel centro di Kyoto.
E lui, facendo arrivare dieci Kan a
volta dal suo amico, mangiava la patata quanto voleva. E alla fine, lui ha
consumato tutti i soldi solo per comparare la patata.
Allora, la gente lo considerava
dicendo:
“Lui era povero, ma, ha potuto
ottenere i soldi così tanti per la fortuna. E poi, li ha sistemato tutto con
tale maniera. Questa cosa, non è che può fare chiunque. È un eremita vero di
rado!”