domenica 25 aprile 2021

La serie della letteratura giapponese ~410~


Due foto di Sotoba

 

Tsurezure Gusa (31)

 

Non ci sarà la cosa così triste come quando è morto un parente o un conoscente molto vicino. Durante il Chuin (1), i dolenti del defunto, spostandosi al villaggio montano, che è il posto scomodo e piccolo, ci si fa la cerimonia della funzione commemorativa. In questo caso, solitamente loro non possono stare tranquilli.

 

E poi dopo, i giorni passano assai velocemente. E quando è arrivato il quarantanovesimo giorno dopo la morte, loro non sanno più la parola da dire tra di loro, e fanno i bagagli quasi rivaleggiando, vanno via disordinatamente. Forse loro, quando sono tornati a propria casa, sarebbero addolorati di più. Ma se uno faccia un errore nel posto della funzione commemorativa, gli altri lo accusano ogni tanto. Tuttavia, sarà l’atto spietato di accusare una persona che sta in dolore. A questo momento, mi sento una ripugnanza per il cuore umano.

 

Dopo di che, passando il tempo, non è che la gente dimentica il defunto, ma, pian piano la sua impressione si dirada purtroppo. Non ci sarà più la tristezza tanto vitale quanto all’ora appena morto. E alcuni ridono scherzando del defunto.

 

Il cadavere è tenuto in una montagna lontano da posti abitati, e la gente ci va a pregare a un giorno speciale. Allora, la Sotoba (2) è già coperta di muschio e sepolta sotto le foglie secche cadute. E solamente il vento di sera e la luna di notte consolano il defunto.

 

N.B

(1) Il nome che indica i 49 giorni dopo la morte. Questo deriva dall’idea dell’incarnazione. Cioè, secondo questa idea, i 49 giorni sono il periodo massimo per rincarnare. L’essere umano, ogni sette giorni dopo la morte ha la occasione di rinascere. E se uno possa rinascere subito o tardi, dipende l’atto che ha fatto quando lui era vivo. E nel caso più tardi, potrebbe rinascere al quarantanovesimo giorno in qualche mondo. Perciò, i famigliari del defunto celebra la funzione commemorativa per lui ogni sette giorni durante il Chuin.

 

(2) Deriva dalla parola “Stupa”, che è fatto di asse stretta e lunga, su cui sono scritte le lettere del sanscrito e la frase del sutra. E di solito, questa asse si mette in piedi vicino alla tomba, per consolare l’anima del defunto. (Consultate per favore la foto di sopra.)