domenica 23 agosto 2020

La serie della letteratura giapponese ~344~


Due foto di Hino



Houjyouki (La descrizione della vita in una capanna)
~Il saggio scritto da un monaco che ha fatto la vita da eremita, chiamato Kamono Nagaakira con nome da laico~

Prima di cominciare a tradurre il saggio, vorrei presentare l’autore.
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Dopo di che, un giorno, Nagaakira ha saputo una notizia favorevole, che è nato un posto vacante del sacerdote nel tempio scintoista Tadasu, il filiale del tempio scintoista Shimogamo (consultate per favore “Kamigamo Jomjya” nell’etichetta), che suo padre una volta amministrava.

Lui quindi, ha chiesto all’imperatore Gotoba di dargli questa posizione del sacerdote e sembrava che la sua speranza quasi si poteva realizzare. Ma, il sacerdote del tempio Shimogamo allora, volendo dare questa posizione al suo figlio, si è opposto fortemente all’idea dell’imperatore e il desiderio di Nagaakira non era compiuto.

Allora, l’imperatore ha voluto dare a Nagaakira il posto del sacerdote dell’altro tempio, ma, lui ne ha rifiutato e lasciato la corte imperiale all’età di cinquanta.

Dopo, lui si è fatto monaco buddista nel tempio buddista Oooka, situato nella presente provincia Shiga, vicino a Kyoto. E poi ha cominciato a fare una vita da eremita a Higashiyama (la parte orientale nella città di Kyoto), poi spostato a Oohara (la zona nord-est di Kyoto) e alla fine a Hino (la zona sud-est di Kyoto).

Lui ha scritto questo saggio “Houjyouki” facendosi la vita da eremita in Hino. Il suo nome da monaco si chiama Renin, ma generalmente lui è conosciuto come Kamono Choumei.

Choumei e Nagaakira sono uguali come la lettera, ma come già ho spiegato prima, l’ideogramma ha almeno due modi diversi da leggere in Giappone, cioè uno è il modo originale (cinese) e l’altro giapponese. E Nagaakira è il suo giusto nome giapponese, ma il personaggio storico si chiama spesso con la pronuncia cinese abitualmente. Perciò, noi giapponesi lo chiamiamo Kamono Choumei ancora adesso.

Dalla prossima sezione dunque, comincerò a tradurre il testo del saggio “Houjyouki”