Sopra, lo strumento Biwa Sotto, il suonatore di Biwa |
Makura no Soushi (251)
~ Il primo saggio in Giappone,
scritto da Sei Shonagon ~
Il testo (250)
Duecento nono
A maggio, è molto piacevole di andare
ai sobborghi. A questa stagione, sia le erbe sia l’acqua, si vedono tutto
verde. Quando io passo per la zona fitta d’erbe con il carro, schizza l’acqua
che corre sotto le erbe col passo dei seguiti. L’acqua è coperta dalle erbe,
ma, ci esiste esattamente. Questo è proprio una scena naturale, ma, capendovi l’ordine
della natura, e ci trovo una specie di piacevolezza.
Ogni tanto, alcuni rami dell’siepe
che è situata ai due lati della strada,
entrano nei carri. Allora io provo di prenderne uno, ma, poiché il carro passa
abbastanza velocemente, non ne posso fare purtroppo.
Da una parte, l’assenzio selvatico
che è cresciuto sulla strada, è schiacciato dal carro e con il giro dei ruoti,
ci manda il buon odore.
Duecento decimo
All’estate, quando fa molto caldo,
la gente gode il fresco della sera ogni tanto. Allora, quando diventa buio e
quasi non si vede bene dintorni, un carro, o dell’uomo di alta classe o di quello
di media classe, di cui avvolgibile posteriore è alzato, passa. Vedendo solo
questa scena, mi sento freschezza. Sarebbe ancora tanto meglio se possa sentire il suono
di Biwa o del flauto da ciò. A questo
momento, mi dispiace molto che passa via il carro e mi accorgo un profumo che viene
dal spago attaccato al sedere del bue, e lo trovo buono. Penso di me stessa
veramente, che è un po’ di cattivo gusto questo, ma…..
Poi, una notte tanto scura, a cui
non c’è nemmeno la luce della luna, al caso di uscire fuori con carro, naturalmente
i seguiti che stanno davanti al carro tengono la torcia. E secondo la direzione
del vento, si diffonde l’odore del fumo della torcia fino a dentro il carro. Anche
questo non è sgradevole per me.