mercoledì 25 settembre 2019

La serie della letteratura giapponese ~ 255~


Due foto di Ashida



Makura no Soushi (255)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (254)

Duecento ventiduesimo

Quando vedo un uomo, forse il messaggero per un nobile, cammina in fretta una lettera a mano, mi incuriosisco di dove, e a chi lui la sta portando.

Poi, una ragazza, vestita a modo carino, cammina con Ashida (una specie di zoccoli di legno sollevati da due regoletti alti, come si vede nella foto di sopra) di cui regoletti sono attaccati di terra. In questo caso, se lei porti un sacco grosso oppure una scatola in cui sono messi alcuni libri, non posso resistere a vedere dentro, chiamandola apposta.  

Quando passa un conoscente avanti alla porta di mia casa, io lo chiamo. Ma se lui passi via senza rispondermi, io odio non solamente lui ma anche il suo signore, pensando in che maniera lui disciplina i suoi servitori.

Duecento venti terzo (1)

Non mi piace di trovare qualche spettatore che sta nel carro decorato male. Quando ascoltiamo la predica del monaco, posso magari permetterlo, perché noi ci stiamo per diminuire il nostro peccato.

Ma, nel caso della festa, la storia completamente cambia. Non è giusto di vedere la festa con il carro brutto. Piuttosto meglio di non venire a vederla.

Nel mio caso, io mi dedico di preparare da tanti giorni prima, il mio carro quanto possibile bello. Se io trovi pero, un carro molto più bello di quello mio, io perderei la voglia di rimanerci. Perciò, quando io vedo qualche carro povero e brutto alla occasione della festa, mi domando con che intenzione lui sta qua.

Alla occasione della festa di Kamo, io esco mattina presto per occupare il posto migliore per parcheggiare il mio carro. E mentre aspetto la processione, già mi stanco alzandomi e sedendomi dentro carro caldo. A questo momento, se vedo un certo gruppo dei carri in cui stanno i nobili di alta classe che seguono Saiin, (consultate per favore “La serie della letteratura giapponese ~ 249~”) mi sento gioia pensando che la processione ci arriverà fra poco.