giovedì 12 maggio 2022

La serie della letteratura giapponese ~514~

 


Sopra, lespedeza e sotto, campanula


Tsurezure Gusa (136)

 

Se uno che vuole diventare l’esperto di una arte non possa impadronirsela fino a cinquanta anni, dovrebbe abbandonarla. A questa età, non ci rimane più il periodo sufficiente in cui noi possiamo perfezionarsela.

 

Nessuno può ridere la vecchiaia, ma, se un vecchio stia con i giovani, lui sarebbe fuori luogo e brutto.

 

In genere, uno che ha più di cinquanta anni, dovrà condurre una vita spensierata, essendo ritirato da tutti i lavori. Uno che vive così ha proprio l’aspetto bello e augurabile.

 

Invece, uno che vive per tutta la vita attaccandosi alle cose mondane, è veramente sciocco.

 

Se lui voglia sapere una cosa dettagliatamente, potrebbe domandarne agli altri, ma gli basterà capirne grossolanamente. Non deve essere attaccato troppo a tutte le cose.

 

Tuttavia, se lui non abbia nessun desiderio da prima, è ancora meglio.

 

N.B:

 

Kenkou, l’autore di questo saggio, è superfluo dire che è l’eremita. Perciò, il suo punto di vista è abbandonare qualsiasi attaccamento umano quanto più possibile. E a questa sezione si esprime bene la sua opinione. Nei tempi vecchi, chi ci ha 40 anni era già vecchio, quindi, uno che ha passato questa età vive proprio nel resto della vita. E secondo Kenkou, per gli uomini che sono giunti alla vecchiaia, sarà augurabile di vivere con calma, senza avendo desiderio umano.