domenica 7 febbraio 2021

La serie della letteratura giapponese ~390~

 


Due foto del mandarino giapponese


Tsurezure Gusa (11)

 

Verso l’ottobre, sono andato in un villaggio montano per visitare un mio conoscente, passando per Kurusuno (una zona nella citta di Kyoto). In via, passando per un sentiero lungo coperto di muschio, ho visto una capanna silenziosa e isolata, chissà chi vi abita.

 

Si sentiva solo il suono di goccia dalla conduttura dell’acqua, che è coperta di foglie fitte e oltre questo, non ho potuto sentire nessun suono.

 

Ma, poiché si vedono Akadana (una specie di scaffale su cui si mettono le offerte per Budda) su cui sono messi i rami di crisantemi e di acero con disinvoltura, ci dovrebbe essere almeno uno abitante.

 

Io la guardavo con commozione, pensando che, uno può vivere perfino nella situazione così solitaria

 

A questo momento, ho trovato un grande albero di cui i rami si piegano sotto il peso dei mandarini. E attorno di questo albero è circondato col recinto severamente in modo che non ne possa avvicinarsi nessuno.

 

Quando l’ho guardato, ho perso un po’ l’entusiasmo e nello stesso tempo, ho pensato quanto sarebbe stato meglio, se non ci fosse questo albero.

 

N.B: Per primo, l’autore si è commosso vedendo l’aspetto di questa capanna isolata, perché lui ha pensato che l’abitante poteva essere un eremita che ama la solitudine. Invece questo abitante ha circondato l’albero di mandarino con il recinto severamente, per non far rubare la frutta. L’autore quindi, è deluso dalla cautela mondana di questo abitante.