Due foto di Tamagushi |
Makura no Soushi (245)
~ Il primo saggio in Giappone,
scritto da Sei Shonagon ~
Il testo (244)
Duecento ottavo(2)
Sarebbe molto più favorevole se
passi la processione più numerosa avanti a me. Riguardo al messaggero (il
protagonista della festa), purtroppo non è sempre quello dell’alta classe, quindi
a questo caso, mi sento un po’ delusa. Ma, comunque, è suggestiva la sua figura
nascosta da Kazashi (l’ornamento della corona) di glicine.
Quando è passata via la processione,
si vedono solo gli uomini che seguono dalla parte posteriore. Loro non sono
tanto nobili e il loro vestito è troppo elegante per loro stato, pero, è anche piacevole
di vedere il loro aspetto che seguono col cavallo, recitando una parte di Waka:
“Kamino Yashirono Yuudasuki”
(N.B: La intera frase di questa Waka
è come seguente:
Chihayaburu Kamino Yashirono
Yuudasuki Hitohimo KImiwo
Kakenu Hiwanasi
La spiegazione d’ ogni parola:
Chihayaburu si chiama “Makura
Kotoba” che significa una specie della parola da ornamentare una certa frase di
Waka. Cioè, Makura vuol dire il guanciale e Kotoba è la parola. E questa parola
Chihayaburu si usa solitamente da ornamentare Kami (la divinità), e non c’è il
significato speciale.
Kamino Yashiro significa il tempio
scintoista.
Yudasuki è una specie della fascia
da portare a tracolla, fatto di cottone. Yu significa il cottone e Dasuki è la
fascia. Nel vecchio tempo, questo Yu era una delle offerte alla divinità,
quindi è considerato una roba sacra. Attualmente, si usa ancora questa offerta,
ma è fatto di carta che si usa attaccando al spiedo di legno chiamato
Tamagushi, come si vede alla foto di sopra. E questa fascia fatta di Yu, si usava dal sacerdote scintoista.
Hitohimo significa “perfino un
giorno”, Kimiwo è “di te”, Kakenu è “non pensare” ma anche significa “non portare”,
quindi a questo caso “pensare” e “portare” sono le parole a doppio senso, e
Hiwanasi significa “non c’è nemmeno un giorno.
La traduzione intera:
Al tempio scintoista, i sacerdoti
servono la divinità portando la fascia a tracolla di cottone, e io, come loro, non ci ho nemmeno un giorno in cui non ti porto nel mio cuore (cioè non c’è nemmeno un giorno in cui non penso di
te).