domenica 2 settembre 2018

La serie della letteratura giapponese ~ 150~



Tre foto del tempio buddista Kiyomizu,
da sopra a sotto
la vista dell'inizio dell'estate, dell'autunno e dell'inverno



Makura no Soushi (150)

~ Il primo saggio in Giappone, scritto da Sei Shonagon ~

Il testo (149)

Cento sedicesimo (1)

A capo d’anno, fa freddo e anche nevica ogni tanto, però, nel caso di chiudermi dentro un tempio per pregare una certa cosa, questo freddo è molto suggestivo. (N.B: In questo periodo Heian, soprattutto fra la classe aristocratica, c’era un costume di chiudersi in un tempio per un certo periodo volendo esaudire la sua richiesta.) Invece, non mi piace il cielo che minaccia pioggia.

Quando vado al tempio Kiyomizu, per chiudermi dentro, vedo alcuni monaci giovani, vestiti semplici, che vanno su e giù sulla scala alta con Ashida (una specie dei zoccoli di legno sollevati da due regoletti molto alti), mentre sto fermando il mio carro. Loro salgono e scendono su questa scala recitando una frase di sutra senza nessuna paura. È interessante per me di vedere tale scena, perché mi sembra proprio che io stia nel tempio!

Tuttavia, quando comincio a salire su questa scala me stessa, ci ho paura e mi sento che non è possibile salire senza afferrare la ringhiera con la mano. Ma i monaci, salgono con calma, come se camminassero su un corridoio normale.

A questo tempio, non solo io ma anche tante altre donne sono venute per chiudersi e tutte noi aspettiamo per alcuni momenti finché è pronto il vano per ognuna.

E quando lo è pronto, i monaci ci aiutano per farci scendere dal carro. Alcune camminano rimboccandosi i lembi inferiori del Kimono, alcune invece, camminano con abito da cerimonia troppo caricato.

Ognuna va al suo vano, trascinando i piedi messi delle scarpe lunghe oppure di lunghezza media. Mi sembra che questo sia la stessa scena nella corte imperiale.

Ci seguono gli uomini giovani autorizzati da entrare nella parte interna e ci avvisano ogni tanto dicendo:

“Attenzione ai piedi! Qui è inattesamente basso, invece là è alto.”