mercoledì 14 maggio 2014

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~100

La catena di montagne Ashigara

Le rovine del palazzo Sakaori

Volume secondo (36)

Yamato Takeru è avanzato ancora al fondo e ha sottomesso tutto il popolo chiamato Emishi (il nome di una razza che abitava nella parte nord-est in Giappone ed era considerata incivile a quell’epoca) e poi anche qualsiasi divinità impetuosa sia della montagna sia del fiume.

E in via di ritorno a Yamato, quando lui mangiava Kareii (significa il riso cotto e essiccato, cioè il cibo portabile nel periodo antico), stando sotto il pendio della catena di montagne Ashigara (il nome di una parte sud-ovest nella presente provincia Kanagawa), è apparso un daino bianco, l’incarnazione di divinità del Passo Ashigara.  

Yamato Takeru, appena che l’ha visto, ha lanciato un pezzo di Hiru (una specie della pianta perenne delle gigliacee, che era usata come il cibo portabile e anche la medicina, perché, avendo un odore forte come l’aglio, era considerato che avesse un potere magico da cacciare via gli spiriti maligni) che era lasciato nel piatto al daino. Allora questo era morto essendo colpito all’occhio.

Poi, Yamato Takeru è salito sul pendio e sospirando tre volte, ha detto “Oh A Zuma (“A” significa mia, “Zuma” è moglie)”. Per questo fatto, quella zona si chiama Azuma (significa l’oriente).

Dopo di che, lui è arrivato al palazzo Sakaori nel paese Kai (la presente provincia Yamanashi) e cantato:

“Dopo aver passato la zona Tsukuba e Niibari nel paese Hitachi (la presente provincia Ibaraki), quante notti ho dormito in viaggio?”

Allora un vecchio uomo che faceva guardia al fuoco, ha cantato rispondendo alla poesia del principe:

“Passando i giorni, oggi è il decimo, invece la nona di notte”.

Il principe quindi, lodando questo vecchio, gli ha dato il titolo del capo del paese Azuma (d’est).