La catena di montagne Ashigara |
Le rovine del palazzo Sakaori |
Volume secondo (36)
Yamato Takeru è avanzato ancora al fondo e ha sottomesso tutto il popolo
chiamato Emishi (il nome di una razza che abitava nella parte nord-est in Giappone ed era considerata incivile a quell’epoca) e poi
anche qualsiasi divinità impetuosa sia della montagna sia del fiume.
E in via di ritorno a Yamato, quando lui mangiava Kareii (significa il riso
cotto e essiccato, cioè il cibo portabile nel periodo antico), stando sotto il
pendio della catena di montagne Ashigara (il nome di una parte sud-ovest nella
presente provincia Kanagawa), è apparso un daino bianco, l’incarnazione di
divinità del Passo Ashigara.
Yamato Takeru, appena che l’ha visto, ha lanciato un pezzo di Hiru (una
specie della pianta perenne delle gigliacee, che era usata come il cibo
portabile e anche la medicina, perché, avendo un odore forte come l’aglio, era
considerato che avesse un potere magico da cacciare via gli spiriti maligni)
che era lasciato nel piatto al daino. Allora questo era morto essendo colpito all’occhio.
Poi, Yamato Takeru è salito sul pendio e sospirando tre volte, ha detto “Oh
A Zuma (“A” significa mia, “Zuma” è moglie)”. Per questo fatto, quella zona si
chiama Azuma (significa l’oriente).
Dopo di che, lui è arrivato al palazzo Sakaori nel paese Kai (la presente
provincia Yamanashi) e cantato:
“Dopo aver passato la zona Tsukuba e Niibari nel paese Hitachi (la presente
provincia Ibaraki), quante notti ho dormito in viaggio?”
Allora un vecchio uomo che faceva guardia al fuoco, ha cantato rispondendo
alla poesia del principe:
“Passando i giorni, oggi è il decimo, invece la nona di notte”.
Il principe quindi, lodando questo vecchio, gli ha dato il titolo del capo
del paese Azuma (d’est).