domenica 25 maggio 2014

“Kojiki” ~ le documentazioni delle faccende antiche ~103

Il presente villaggio Heguri

La quercia

Volume secondo (39) 

Quando Yamato Takeru è arrivato sotto un pino nel capo di Otsu (una zona nella presente provincia Mie) ha trovato la sua spada lasciata al luogo in cui aveva fatto un pasto.

Lui quindi, ha cantato:

“Oh il pino che affronta direttamente al paese Owari (una parte nella presente provincia Aichi), Ase-o (significa mio fratello, ma in questo caso, una parola da tenere il tempo), se questo pino fosse una persona, avrei fatto portare la spada e anche vestire a te. Oh, il pino, Ase-o.”

E, avanzando ancora da lì, quando è arrivato al villaggio Mie ha detto di nuovo:

“I miei piedi sono ormai come Magari Mochi di Mie (“Magari” significa curva, “Mochi” è una specie della pasta di riso, e “Mie” vuol dire il giro triplo, ma comunque il significato totale non è ben chiaro) e mi sento stanco.”

Perciò questo posto si chiama Mie. Poi, quando lui è arrivato a Nobono (una zona nella città Suzuka), lui, ricordandosi di Yamato con nostalgia, ha cantato:

“Il paese Yamato è il più stupendo in Giappone. Le montagne si sono sovrapposte una e altra come se fossero dei recinti verdi, ed essendo circondato da quelli, Yamato è veramente bello.”

E poi, ha cantato ancora:

“Voi tutti, se avete la salute perfetta, godete la vostra vita, mettendosi un foglio di quercia sacra del monte Heguri (una zona nella presente provincia Nara) nei capelli.”

(N.B

Nel tempo vecchio, mettersi o fiore o foglio nei capelli era una specie di sortilegio per influenzarsi di vitalità nella pianta.)

Queste due poesie si chiamano il canto da ricordarsi la patria con nostalgia.

E poi, lui ha cantato ancora:

“Ah, si vede una nuvola che nasce dalla direzione di mia casa.”

Questo è la metà della poesia completa. In questo momento, la sua malattia è diventata grave improvvisamente e lui ha cantato la poesia ultima:
 
"La spada che ho lasciato a casa di mia ragazza (Miyazu hime), Ah, quella spada di Kusanagi!"
 
Appena ha cantato cosi, lui è morto. 

Allora i suoi sudditi ne hanno fatto sapere all’imperatore, mandando subito un messaggero col cavallo.