lunedì 9 luglio 2012

Intervallo (16) ~La vita di Kukai~5

Sopra, il ritratto di Kukai
Sotto, la statua di Kukai


Il bosco di Okuno-in
in fondo di questo bosco si trova il mausoleo di Kukai

Dopo di che, Kukai ha continuato a fare le varie attività. Oltre a quella religiosa, lui ha costruito il laghetto d’irrigazione nel paese Sanuki (suo luogo di nascita). Secondo la leggenda, non solo in questo paese ma anche dappertutto in Giappone, si trovano i pozzi che sono scavati da lui. Non si sa però, se tutta questa leggenda sia vera o no….
In 823, l’imperatore Saga gli ha dato il tempio Toji. Cosi lui ha avuto un risultato di ottenere 2 templi, l’uno privato e l’altro ufficiale. Dopo, è cominciata la vita più impegnativa di fare la spola fra Koyasan e Kyoto per lui.
Quando lui ha compiuto 58 anni, si è ammalato. Dopo di essere guarito, lui ha fatto una grande cerimonia della gratitudine per il ristabilimento a Koyasan, accendendo 10000 luci. A quest’occasione, lui ha scritto una frase di voto che è molto impressionante. Il significato è più o meno cosi:

Finche non esiste tutta l’anima viva, il mio desiderio ardente di salvare il popolo non finisce mai.

Ma, lui si sentiva che la malattia non era completamente guarita. Alla fine, in luglio dell’anno 832, ha cominciato a smettere di mangiare i cereali. E facendo la pratica religiosa di quello “il corpo, la bocca e l’intenzione” a Koyasan, ogni tanto andava a Kyoto, perché l’imperatore l’ha voluto vedere fortemente. Comunque, non mangiando i cereali, lui ha frequentato spesso da Koyasan a Kyoto anche nell’inverno (Koyasan, ovviamente è il posto molto nevoso!). Come mai lui era riuscito a continuare questa vita più di un anno? Da dove sorgeva questa energia? È un mistero.
Lui, infine, ha preavvisato ai suoi discepoli di entrare in Nirvana al 21 di marzo nell’anno 835. Al 15 di marzo, lui ha lasciato tre lettere del testamento ai discepoli. E dopo che si era lavato il corpo con l’acqua profumata e si era vestito dell’abito pulito, si era seduto con le gambe crociate. Sette giorni dopo, senza mangiare e bere, mantenendo la posizione seduta, era entrato in Nirvana. Questo non significa la morte. Quindì, i discepoli non hanno celebrato un funerale per lui e lo trattavano sempre come se fosse la persona viva.
Ancora adesso, a Koyasan, i monaci portano il cibo al Mausoleo di Kukai chiamato Okuno-in (significa l’edificio in fondo) ogni giorno e a marzo di ogni anno, fanno cambiare anche il suo vestito.
Dopo la sua morte (cioè l’entrata in Nirvana), l’imperatore gli ha regalato il titolo “Kobo Daishi” (“Ko” significa largo, “bo” è l’insegnamento di Budda e “Daishi” è il grande monaco, che totalmente significa il grande monaco che ha diffuso largamente l’insegnamento di Budda). In questo caso, Kobo è il nome nuovamente dato a lui e Daishi è proprio il titolo.
I posteri l’hanno chiamato “O Daishi sama” (“o” e “sama” ambedue, sono il modo di chiamare una persona col massimo rispetto). Oltre a Kukai, ci sono tanti monaci che hanno ricevuto il titolo di Daishi, però quando la gente chiama “O Daishi sama”, vuol dire solo Kukai. In Shikoku (l’isola in cui si trova il posto nativo di Kukai), ancora ci sono tante genti che pellegrinano i diversi templi adorando Kukai. Loro portano solitamente a tracolla una fascia su cui c’è scritta una frase “Dogyo Ninin”, che significa “Noi siamo sempre in due con Kobo Daishi”.
Alla fine, vorrei aggiungere una cosa. Cioè, per il suo nome Kukai.
“Ku” significa il cielo e “Kai” è il mare. Secondo me, non ci può essere l’altro nome che è adatto cosi giustamente per lui. Mi pare che lui era l’uomo talmente grande e inestimabile come il cielo e mare.